Questa è la pagina dedicata a Achille Occhetto.
In questa pagina troverai 5 prodotti, tra cui “Perché non basta dirsi democratici. Ecosocialismo e giustizia sociale”.
Perché non basta dirsi democratici. Ecosocialismo e giustizia sociale
Ha ancora un senso oggi parlare di socialismo? No, se lo si ritiene un’esperienza politica oramai esaurita storicamente, appartenente a un altro secolo. Ma il socialismo è prima di tutto una forma di pensiero, una chiave di interpretazione della realtà e della società di cui abbiamo urgente bisogno per non essere schiacciati dalle logiche del capitalismo, della globalizzazione e della digitalizzazione tecnologica. E in questi tempi incerti il tema della giustizia sociale sta travalicando i confini dentro cui è sempre stato collocato; ora che le sorti della natura e degli umani sono intrecciate insieme in un unico destino, è necessario aggiornare le definizioni e iniziare a parlare semmai di «ecosocialismo»
Opinioni:
In quello che può essere considerato il suo testamento spirituale e il compendio dei «fondamentali» per una sinistra all’altezza del nostro tempo, Achille Occhetto mostra come gli ideali in parte realizzati dal socialismo democratico e affossati con il crollo del socialismo reale mantengano ancora un loro valore ispiratore. Perché, se in una democrazia la libertà non coincide con l’uguaglianza di tutti gli esseri umani, allora non basta più dirsi democratici. – LaFeltrinelli
La lunga eclissi. Passato e presente del dramma della sinistra
Achille Occhetto è stato l’ultimo segretario del Pci e il primo del Pds, il Partito Democratico della Sinistra che gli è succeduto nel 1989, alla caduta del comunismo sovietico, e autore della cosiddetta «Svolta della Bolognina», dal nome della sezione bolognese dove lui stesso proclamò la rottura degli ancoraggi ideologici e organizzativi alla tradizione leninista e sovietica. È quindi un testimone d’eccezione sia dei giorni sia delle ragioni del «declino della sinistra», o «delle sinistre» per meglio dire. Un declino che è cominciato allora e che oggi sembra giunto a un punto drammatico, per alcuni conclusivo, e che Occhetto preferisce chiamare «eclissi» per sottolineare che, se «il sol dell’avvenir» appare oggi oscurato, non è il tramonto definitivo. E infatti, nella parte finale di questo suo libro, nella pars, per così dire, construens, l’autore avanza molte proposte che possono andare sotto lo slogan della «contaminazione culturale della sinistra» Ma questa conclusione propositiva viene alla fine della stringente analisi delle cause e delle circostanze della crisi, che occupa in effetti la quantità prevalente del libro, il quale è soprattutto una analisi critica. Secondo l’anziano e autorevole leader la crisi viene da lontano. Dal modo di affermarsi della rivoluzione bolscevica. L’esito della rivoluzione, se da un lato fu premessa di un periodo di successi (successi favoriti dal trionfo dei fascismi e dalla seconda guerra mondiale), d’altro lato preludeva alla crisi radicale dei nostri giorni. Infatti, in primo luogo il bolscevismo trascinava con sé una concezione che divideva il mondo in due campi, il socialista e il capitalista, legando la sinistra a fare proprie, non tanto le ragioni progressiste universali, quanto quelle del «campo socialista», cioè dell’URSS (per di più stalinista). In secondo luogo, quella rivoluzione e l’autoritarismo che ne era seguito distruggevano la qualità intrinseca del pensiero e della pratica di sinistra, ossia il pluralismo culturale a favore di un dogmatismo intransigente. Un’analisi lucida delle ragioni attuali della crisi, ovvero fatti e circostanze, personaggi e segreti della scena europea e mondiale dal dopoguerra ad oggi, che non si limita all’esame teorico freddo, ma analizza e racconta insieme, faccia a faccia, la propria esperienza appassionata delle grandezze e delle cadute, dei bagliori e delle tenebre che furono l’immensa storia della sinistra.
Opinioni:
Un’analisi lucida delle ragioni attuali della crisi, ovvero fatti e circostanze, personaggi e segreti della scena europea e mondiale dal dopoguerra ad oggi. – LaFeltrinelli
Una forma di futuro: Tesi e malintesi sul mondo che verrà
Pensieri di un ottuagenario: Alla ricerca della libertà nell’uomo
L’utopia del possibile. Conversazione con Achille Occhetto
Achille Occhetto, ultimo segretario generale del più grande partito comunista dell’Occidente, dopo aver narrato le fasi che hanno determinato la fine dell’esperienza storica del Pci e il valore dell’eredità gramsciana, focalizza la difficile situazione attuale del Paese e spiega la sua prefigurazione di un futuro sostenibile. Con una lucidità che gli viene dalla complessità della sua esperienza politica, che dagli anni post-resistenziali lo ha sollecitato ad un costante lavorio analitico all’insegna dell’eterodossia, della contaminazione e del cambiamento, egli traccia in particolare le linee di una utopia del possibile che guardi in avanti e che però sia in grado di recuperare un patrimonio inestimabile di politiche sociali, oggi largamente rimosso o inutilizzato. Esorta, in definitiva, all’elaborazione di un nuovo contratto storico, generazionale e culturale, che sappia coniugare saldamente le istanze del mondo del lavoro e delle cittadinanze alle complesse tradizioni democratiche e riformistiche che hanno fatto la vicenda civile dell’Italia contemporanea.
Se volessi saperne di più, dai un’occhiata al nostro canale Youtube!
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.