Questa è la pagina dedicata a Alessandro Campi.
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Decennale. Scritti giornalistici e pubbliche opinioni (2011-2021)
L’ombra lunga del fascismo: Perché l’Italia è ancora ferma a Mussolini
Mussolini
Nessun uomo politico del Novecento ha inciso più di Mussolini sulla memoria storica e sull’immaginario, privato e pubblico degli italiani, condizionando il loro legame con il passato. Il rapporto di Mussolini con l’identità italiana sembra essere, ancora oggi, tutt’altro che risolto, sebbene siano trascorsi più di cinquant’anni dalla sua morte e si viva in un clima nel quale le divisioni del dopoguerra sono andate via via smorzandosi.
Trasformazioni della politica
“Trasformazioni della democrazia” è il titolo di un celebre saggio di Vilfredo Pareto del 1921. “Trasformazioni della politica” si richiama a quel lontano e illustre precedente per proporre una visione panoramica dei profondi cambiamenti – sociali, culturali, istituzionali, tecnologici – che hanno investito i sistemi politici democratici contemporanei. Cambiamenti che con lo scoppio della pandemia su scala globale potrebbero, se non governati in modo razionale, mettere seriamente a rischio il loro funzionamento.
Fantasma e sensazione. Lacan con Kant
«Il legame tra filosofia e psicoanalisi è oggetto di studi relativamente recenti. Sicché è comprensibile che, ancora oggi, vi possano essere, soprattutto tra i filosofi, degli studiosi scettici rispetto alla fecondità di quei lavori che, del nesso tra le due discipline, hanno fatto il loro oggetto, privilegiato, di interesse. Soprattutto tra i filosofi perché, al contrario, tra gli psicoanalisti, specialmente se lacaniani, una certa consuetudine ha abituato l’occhio e l’orecchio a sintonizzarsi con l’esistenza di un fattore comune tra quelle che, nondimeno, restano due pratiche radicalmente differenti. Jaques Lacan, infatti, è stato lo psicoanalista che, più di altri, ha aperto le porte della scienza fondata da Freud alla filosofia, e non solamente a quella del suo tempo. Lacan era un profondo conoscitore della tradizione filosofica occidentale nel suo complesso e, quantunque ne avversasse l’imprinting metafisico di fondo, sensibile, come fu, alla lezione di Heidegger, pure bisogna riconoscere l’impegno e l’assiduità con cui, durante tutto l’arco del suo Seminario, ha tenuto a confrontarsi con essa. Che lo abbia fatto nel tentativo di rendere intelligibile ciò che accade dentro le quattro mura della stanza d’analisi, per noi, non ha grande importanza. Ciò che conta è che l’ibridazione tra i due linguaggi sia avvenuta, e che sia avvenuta malgrado il peso dell’interdetto freudiano.» (Dall’Introduzione)
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