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Tutto è nulla. Antologia dello «Zibaldone di pensieri»
Il gusto. Antologia di scritti dallo Zibaldone
Zibaldone
Lo Zibaldone è un iperlibro. Uno smisurato «scartafaccio», come lo chiamava l’autore, costruito con tecniche diverse nell’arco di un quindicennio, dall’estate 1817 al dicembre 1832, secondo un progetto continuamente mutato. È un’opera indefinibile, fondata su un insormontabile principio di incompiutezza. Leopardi stesso non sapeva a cosa fosse dedicato l’edificio cartaceo che stava erigendo e che prendeva di volta in volta l’aspetto di un trattato sulla lingua, di un dizionario filosofico e filologico, di un diario intellettuale: un vero monumento elevato dal poeta alla propria intelligenza, creatività ed erudizione, che pure rimase quasi sconosciuto fino all’alba del Novecento, quando fu pubblicato per volere di Carducci. Nelle oltre 4500 pagine manoscritte che lo compongono, il definitivo e il provvisorio, l’occasione e la necessità convivono intimamente e si confondono, in una serie di infinite variazioni e accostamenti di elementi eterogenei, attinenti alla poesia o alle culture classiche e moderne, alla filologia o alla linguistica, alla teologia o alla politica, all’estetica o alla storia delle idee. Natura e ragione, felicità e noia, piacere e dolore, spirito e corpo, illusione e vero, Dio e nulla, antichi e moderni, classici e romantici: i grandi temi del pensiero leopardiano si ritrovano in questo specchio della vastità della letteratura spinta ai suoi estremi confini, dove ordine e caos finiscono per coincidere.
Zibaldone. Ediz. integrale
Specchio di una straordinaria esperienza umana e intellettuale, lo “Zibaldone” è la chiave di lettura di tutta l’opera leopardiana; ma è anche un testo autonomo, che si offre alle indagini più disparate. “Diario meramente interno e mentale”, libro “unico probabilmente in tutte le letterature”, come ebbe a definirlo Gianfranco Contini, questo sterminato laboratorio (4526 pagine autografe) è il luogo in cui convergono, tra l’estate del 1817 e l’inverno del 1832, sondaggi introspettivi, capitoli di diario, meditazioni filosofiche di folgorante genialità, frammenti di compiuta poesia, riflessioni sociali e politiche, note filologiche, analisi di testi antichi e moderni. Con la scoperta postuma dello “Zibaldone”, Leopardi è entrato nel circuito delle grandi correnti del pensiero moderno, collocandosi tra sommi protagonisti come Schopenhauer e Nietzsche.
«Lo Stato libero e democratico». La fondazione della politica nello Zibaldone
“Lo stato libero e democratico è certamente il migliore di tutti”. Così Giacomo Leopardi scriveva nello Zibaldone, lo sconfinato palinsesto in cui aveva riversato e ordinato i suoi pensieri filosofici, storici, filologici, letterari. La presente antologia è una selezione dei passaggi più significativi sul piano politico e storico-politico, che si fonda sul lavoro di indicizzazione lemmatica e concettuale realizzato sul corpus da Leopardi stesso. Un ampio apparato di commento ai passi dello Zibaldone completa l’antologia. Trascurando ogni aspetto di politique politicienne, l’attenzione è stata concentrata sull’obiettivo forse più notevole del Leopardi pensatore: la rifondazione della politica dopo la Rivoluzione francese e dopo la Restaurazione. Libertà, democrazia, eguaglianza, conflitto sono solo alcune delle “categorie della politica” di un discorso critico-sistematico che costituisce un unicum non solo per la nostra autocoscienza nazionale, ma per l’insieme della cultura politica e civile della modernità.
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