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Mastro-don Gesualdo (1889)
Giancarlo Mazzacurati ha sottratto Mastro-don Gesualdo alla monumentalità del testo scolastico, a tutti quegli involucri che l’hanno imbalsamato per rivelarne la pura forza narrativa. La prima edizione del 1888, qui inserita in appendice dopo quella del 1889, e continuamente confrontata all’interno del commento, indica il «percorso» seguito da Verga e mostra la formazione e trasformazione dell’opera nelle diverse fasi di stesura. Un modo per entrare nella macchina narrativa dello scrittore siciliano e scoprire «le dinamiche e le tensioni che scorrono sotto l’ultima vernice, la piú cristallizzata, appunto, dall’abitudine» In appendice l’edizione del 1888.
Opinioni:
«Masi, il garzone, corse a svegliare don Gesualdo prima dell’alba…» – LaFeltrinelli
Mastro Don Gesualdo. Ediz. integrale
Mastro don Gesualdo, attraverso le vicende di un muratore arricchito, narra la storia del rivolgimento sociale di una classe che decade e di una classe emergente, del travaglio e della rincorsa affannosa tra patrimonio e matrimonio. Tutta la grande letteratura siciliana ha raccontato il processo di questa crisi e di questo ribaltamento, da Verga a De Roberto sino al canto del cigno di Tomasi di Lampedusa. L’amore supremo per la roba, il sospetto e la difesa contro il prossimo sono le leggi inviolabili che guidano il comportamento di Gesualdo nel suo sforzo di conquistare una più degna posizione sociale. Ma quando si accorge che dovrà inesorabilmente lasciare tutto ciò che ha ammassato per una vita, Gesualdo si ammala senza rimedio. L’abbandono della vita equivale all’abbandono della roba e viceversa. Mentre si avvicina alla fine, il protagonista, sempre più solo, sempre più alienato, assume un’aura eroica e tragica.
Mastro don Gesualdo. Ediz. integrale. Con Segnalibro
Il romanzo “Mastro Don Gesualdo”, pubblicato nel 1889, è una delle opere più note di Giovanni Verga, frutto di un lunghissimo lavoro preparatorio durato nove anni e di accurati studi linguistici, che hanno permesso allo scrittore di ricreare il lessico delle diverse classi sociali rappresentate. Ambientata in Sicilia nella prima metà dell’Ottocento, l’opera racconta le vicende di Gesualdo Motta, un muratore di umili origini, che con grande fatica è riuscito ad abbandonare la sua condizione di miseria, salendo la scala sociale fino a diventare un ricco proprietario terriero. La conferma della sua ascesa dovrebbero essere le nozze con Bianca Trao, una nobile decaduta, che accetta di sposarlo per riparare la colpevole relazione con il cugino, da cui sta per avere una figlia. Per sposarla e raggiungere così i suoi obiettivi, Gesualdo rinuncia all’amore della dolce serva Diodata, da cui ha avuto due figli. Il loro matrimonio, però, sarà profondamente infelice: Bianca non amerà mai il marito e Gesualdo, nonostante l’accumulo di ricchezze, continuerà a essere disprezzato per le sue umili origini, addirittura anche dalla figlia adottiva, che, sempre alla ricerca di un’ulteriore affermazione sociale, costringerà al matrimonio con un nobile palermitano. Quando Gesualdo comprenderà di aver sprecato la sua vita nell’inutile tentativo di accumulare “roba” sarà ormai troppo tardi.
Mastro-Don Gesualdo: Con illustrazioni
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