Questa è la pagina dedicata a Federico Buffa.
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Storie Mondiali: Un secolo di calcio in 10 avventure
L’ultima estate di Berlino
Berlino, estate 1936, le Olimpiadi sono alle porte: tutto è pronto per lasciare il mondo a bocca aperta davanti alla potenza del Reich. Ai vertici della complessa e ambiziosa organizzazione dell’evento c’è un soldato: Wolfgang Fürstner. Ma quando un giornale denuncia le sue origini ebraiche, Fürstner viene immediatamente destituito dall’incarico. Solo l’intervento di un ex commilitone gli permette di restare al Villaggio Olimpico, con un ruolo di secondo piano. A Berlino le telecamere volute dal Führer e Riefenstahl portano le Olimpiadi per la prima volta sul piccolo schermo. E mentre Jesse Owens entra nella storia con le sue quattro medaglie d’oro, Fürstner si aggira come uno spettro in una città vestita a festa.
Muhammad Ali. Un uomo decisivo per uomini decisivi
«Quando combatto sono in uno stato semi-onirico. Ti colpiscono così duro che non sai dove sei. Vedi tutte quelle luci e la testa naviga e sentirti di pensare e allora ti viene da abbassare le mani. Alle volte ti sembra che gli alligatori suonino il sax e i serpenti la batteria e non sai cosa sia successo. Resti nel tuo mezzo sogno. Ma io non le abbasso, le mani. Non so perché. Nessuno lo sa. Ecco perché sono il più grande.»Muhammad Alì Il ladro che nel 1954 rubò a un ragazzino nero di dieci anni la sua bicicletta alla fiera per afroamericani di Louisville non poteva sapere che proprio grazie al suo gesto vile sarebbe cominciato l’epos del più grande pugile di tutti i tempi. Perché quel ragazzino si chiamava Cassius Clay ed è per vendicare quel furto che si avvicinò alla boxe. Nell’arco di oltre ventisei anni Cassius Clay, che mutò scandalosamente il proprio nome in Muhammad Ali nel 1964, dopo la conversione all’Islam, combatterà, allenamenti compresi, in oltre quindicimila round a tutte le latitudini: dal Rumble in the Jungle contro George Foreman a Kinshasa al terzo, drammatico atto contro Joe Frazier a Manila. Ali avrà gli occhi da artista sfrontato di suo padre, ma vedrà il mondo con la dolcezza e la generosità di quelli di sua madre. Si rifiuterà sino all’ultimo giorno di avere paura delle conseguenze delle sue azioni, insegnando a generazioni di afroamericani l’orgoglio di esserlo. Sarà il primo atleta a parlare di diritti dell’uomo e non avrà mai timore di farlo, neppure quando per affermare il proprio rifiuto alla guerra in Vietnam dovrà combattere contro il governo americano e sfiorare il carcere. Uscirà di scena, quando arriverà il momento, come nessuno era uscito mai: accettando di farsi vedere nello stato in cui era ridotto dal Parkinson, in quella notte di Atlanta del 1996, ci ha costretto a meditare sulla caducità delle nostre esistenze. Tutto questo, e molto altro, è e rimarrà Muhammad Ali. A un anno esatto dalla sua scomparsa, in questo libro scritto a quattro mani con Elena Catozzi e impreziosito da tantissimi aneddoti inediti, da una prefazione di Federico Ferri e da un’ideale playlist della vita di Ali a cura di Massimo Oldani, Federico Buffa ci regala non solo la cronaca sportiva di un campione irripetibile: ne tratteggia la straordinaria umanità, ne tesse un ritratto ora commovente ora spassoso e racconta con il suo stile inconfondibile l’anima di farfalla propria di Ali, la cui portata si stacca dalla storia dello sport per imprimersi nel cuore del Novecento
Opinioni:
A un anno esatto dalla sua scomparsa, Federico Buffa ci regala non solo la cronaca sportiva di un campione irripetibile: ne tratteggia la straordinaria umanità e racconta con il suo stile inconfondibile l’anima di farfalla propria di Ali. – LaFeltrinelli
NUOVE STORIE MONDIALI: Un secolo di calcio in 13 avventure
La mia rivoluzione: L’autobiografia
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