Dalla domanda di Marco su Telegram nasce questa lista di libri con persone escluse dalla società e in conflitto con il contesto socio-politico.
Libri con persone escluse dalla società e in conflitto con il contesto socio-politico
Lo straniero
Fight club

Forse l’automiglioramento non è la risposta. Forse la risposta è l’autodistruzione. L’anonimo protagonista di Fight Club è un giovane disilluso dalla cultura vacua e consumistica imperante nel mondo occidentale, che si trascina in una vita fatta di bugie e di fallimenti. La sua unica valvola di sfogo sono gli incontri clandestini di boxe nei sotterranei dei bar. In questo modo crede di aver trovato una strada per riscattare il vuoto della propria esistenza; ma nel mondo del pugilato non c’è posto per alcuna regola, freno o limite. A nessuno importa se vivi o muori.
Opinioni:
Romanzo profetico e provocatorio, Fight Club è stato salutato fin dal suo apparire nel 1996 come una delle opere più importanti del decennio. – LaFeltrinelli
I grandi romanzi

In Ragazzi di vita, pubblicato nel 1955, la Roma monumentale e quella della speculazione edilizia sono lo spazio contraddittorio in cui, in una sorta di rito iniziatico, vivono i sottoproletari Riccetto, Caciotta, Lenzetta, Begalone, Alduccio. Una vita violenta, del 1959, narra l’esistenza breve, ma vissuta con pienezza, di Tommaso Puzilli: i piccoli furti, i rapporti omosessuali, i vagabondaggi notturni dipingono il ritratto di un uomo posto al di fuori di ogni ordinamento sociale. Nel Sogno di una cosa, scritto già nel 1949 ma pubblicato solo nel 1962, tre ragazzi friulani alla soglia dei vent’anni affrontano il mondo: la povertà delle origini, le lotte contadine, l’emigrazione. Dando voce diretta a una classe sociale solitamente esclusa dalla letteratura e proponendo scelte linguistiche e stilistiche sempre originali, questi romanzi si confermano oggi tra gli esiti maggiori della narrativa italiana del dopoguerra.
Opinioni:
Questo volume raccoglie i tre romanzi più celebri di Pier Paolo Pasolini. – LaFeltrinelli
Il romanziere delle borgate, il romanziere dei ragazzi di vita, della vita violenta: un romanziere che aveva scritto due romanzi esemplari, nei quali, accanto a un’osservazione molto realistica, c’erano delle soluzioni linguistiche, delle soluzioni tra il dialetto e la lingua italiana estremamente nuove – Alberto Moravia, Orazione ai funerali di Pier Paolo Pasolini
Il profumo 1992
Archivio dei bambini perduti
«Un nuovo classico che rompe ogni schema. Nelle mani di Luiselli il romanzo torna a essere veramente nuovo: elettrico, flessibile, seducente e originale.» — The New York Times Una macchina avanza sulle strade americane. All’interno una coppia e i due bambini nati da precedenti relazioni. Il padre e la madre sono documentaristi, si sono conosciuti durante una mappatura degli idiomi parlati a New York, la metropoli linguisticamente più eterogenea del pianeta. Si sono lasciati alle spalle la casa in cui sono diventati una famiglia. Davanti a loro una lunga lingua d’asfalto che li spinge verso un futuro incerto. Sono diretti in Arizona: il padre vuole visitare il luogo dove l’ultima banda di guerrieri apache si è arresa all’esercito americano. La madre vuole invece vedere con i propri occhi la realtà di quella che i notiziari chiamano “emergenza migratoria”: bambini che attraversano da soli il confine. In un alternarsi di paesaggi desertici, polverose città di frontiera e soste in motel, si delinea una nuova mappa dell’America d’oggi, un territorio profondamente segnato dalla storia, dalle migrazioni e dalle conquiste. Lo stesso paesaggio che, in cima a un treno merci, attraversano anche i bambini perduti con un numero di telefono cucito sui vestiti.
Opinioni:
Segnalato dalla Rivista Studio tra le 10 migliori letture dell’anno 2019: «Una scrittura tesa come una corda, che a ogni pagina mostra una piccola scintilla, un pensiero rivelatore, una verità.» – LaFeltrinelli
Con Archivio dei bambini perduti Valeria Luiselli ha scritto il grande romanzo del presente americano, un lessico famigliare composto di voci, testi, suoni e immagini che unisce al senso politico dello scrivere l’idea che vita e letteratura siano un unico e sterminato labirinto di echi e rimandi continui. – LaFeltrinelli
Il romanzo che affronta in maniera straordinaria l’emergenza dei migranti al confine col Messico – Robinson
Letteratura e non-fiction, in una mescolanza del tutto originale – La Lettura
Lo squalificato
Lo squalificato (1948), uno dei romanzi più celebri della letteratura giapponese del Ventesimo secolo, narra la storia di un disegnatore, Yozo, che sentendosi rifiutato dalla società, vive una condizione esistenziale di estrema solitudine. Ciò che rende intensamente suggestive le “pagliacciate” escogitate da Yozo per sopravvivere tra i suoi simili, patetici i suoi tentativi di dedicarsi alla politica e tormentosi i suoi rapporti con le donne, è il senso di insuperabile ambiguità che domina l’intera esperienza da lui vissuta, in bilico tra il piacere di infrangere il codice sociale e il sentimento di colpa per non sapersi adeguare a esso. La “squalifica” alla quale è condannato Yozo acquista un senso diverso solo dopo la sua morte, quando l’autore sposta sapientemente il punto di vista narrativo fuori dalla coscienza del protagonista. Come ha scritto lo studioso di letteratura giapponese Donald Keene, Lo squalificato è simbolo della situazione in cui si sono trovati gli scrittori giapponesi dopo la Seconda guerra mondiale: estraniatisi dalle loro stesse tradizioni, essi riflettono un disagio e uno smarrimento spirituale che li rende vicinissimi ai temi più attuali delle letterature occidentali. Negli ultimi tempi il romanzo ha conosciuto un ritorno importante nel fumetto giapponese, ispirando i primi episodi della fortunata serie di anime disegnata da Usamaru Furuya, oltre a diverse altre versioni manga.
Opinioni:
«La mia è stata una vita di grande vergogna.» – LaFeltrinelli
Fight club

Forse l’automiglioramento non è la risposta. Forse la risposta è l’autodistruzione. L’anonimo protagonista di Fight Club è un giovane disilluso dalla cultura vacua e consumistica imperante nel mondo occidentale, che si trascina in una vita fatta di bugie e di fallimenti. La sua unica valvola di sfogo sono gli incontri clandestini di boxe nei sotterranei dei bar. In questo modo crede di aver trovato una strada per riscattare il vuoto della propria esistenza; ma nel mondo del pugilato non c’è posto per alcuna regola, freno o limite. A nessuno importa se vivi o muori.
Opinioni:
Romanzo profetico e provocatorio, Fight Club è stato salutato fin dal suo apparire nel 1996 come una delle opere più importanti del decennio. – LaFeltrinelli
I grandi romanzi

In Ragazzi di vita, pubblicato nel 1955, la Roma monumentale e quella della speculazione edilizia sono lo spazio contraddittorio in cui, in una sorta di rito iniziatico, vivono i sottoproletari Riccetto, Caciotta, Lenzetta, Begalone, Alduccio. Una vita violenta, del 1959, narra l’esistenza breve, ma vissuta con pienezza, di Tommaso Puzilli: i piccoli furti, i rapporti omosessuali, i vagabondaggi notturni dipingono il ritratto di un uomo posto al di fuori di ogni ordinamento sociale. Nel Sogno di una cosa, scritto già nel 1949 ma pubblicato solo nel 1962, tre ragazzi friulani alla soglia dei vent’anni affrontano il mondo: la povertà delle origini, le lotte contadine, l’emigrazione. Dando voce diretta a una classe sociale solitamente esclusa dalla letteratura e proponendo scelte linguistiche e stilistiche sempre originali, questi romanzi si confermano oggi tra gli esiti maggiori della narrativa italiana del dopoguerra.
Opinioni:
Questo volume raccoglie i tre romanzi più celebri di Pier Paolo Pasolini. – LaFeltrinelli
Il romanziere delle borgate, il romanziere dei ragazzi di vita, della vita violenta: un romanziere che aveva scritto due romanzi esemplari, nei quali, accanto a un’osservazione molto realistica, c’erano delle soluzioni linguistiche, delle soluzioni tra il dialetto e la lingua italiana estremamente nuove – Alberto Moravia, Orazione ai funerali di Pier Paolo Pasolini
Il profumo
Jean-Baptiste Grenouille nasce nella Parigi del Settecento, nel luogo più mefitico della capitale: il Cimitero degli Innocenti. Orfano, brutto, apparentemente insensibile, ha una caratteristica inquietante: in una società non ancora asettica come quella contemporanea e impregnata di mille effluvi e miasmi, non emana alcun odore. È però dotato di un olfatto unico al mondo, e il suo sogno è quello di dominare il cuore degli uomini creando un profumo capace di ingenerare l’amore in chiunque lo fiuti. Per realizzarlo è pronto a tutto…
Archivio dei bambini perduti
«Un nuovo classico che rompe ogni schema. Nelle mani di Luiselli il romanzo torna a essere veramente nuovo: elettrico, flessibile, seducente e originale.» — The New York Times Una macchina avanza sulle strade americane. All’interno una coppia e i due bambini nati da precedenti relazioni. Il padre e la madre sono documentaristi, si sono conosciuti durante una mappatura degli idiomi parlati a New York, la metropoli linguisticamente più eterogenea del pianeta. Si sono lasciati alle spalle la casa in cui sono diventati una famiglia. Davanti a loro una lunga lingua d’asfalto che li spinge verso un futuro incerto. Sono diretti in Arizona: il padre vuole visitare il luogo dove l’ultima banda di guerrieri apache si è arresa all’esercito americano. La madre vuole invece vedere con i propri occhi la realtà di quella che i notiziari chiamano “emergenza migratoria”: bambini che attraversano da soli il confine. In un alternarsi di paesaggi desertici, polverose città di frontiera e soste in motel, si delinea una nuova mappa dell’America d’oggi, un territorio profondamente segnato dalla storia, dalle migrazioni e dalle conquiste. Lo stesso paesaggio che, in cima a un treno merci, attraversano anche i bambini perduti con un numero di telefono cucito sui vestiti.
Opinioni:
Segnalato dalla Rivista Studio tra le 10 migliori letture dell’anno 2019: «Una scrittura tesa come una corda, che a ogni pagina mostra una piccola scintilla, un pensiero rivelatore, una verità.» – LaFeltrinelli
Con Archivio dei bambini perduti Valeria Luiselli ha scritto il grande romanzo del presente americano, un lessico famigliare composto di voci, testi, suoni e immagini che unisce al senso politico dello scrivere l’idea che vita e letteratura siano un unico e sterminato labirinto di echi e rimandi continui. – LaFeltrinelli
Il romanzo che affronta in maniera straordinaria l’emergenza dei migranti al confine col Messico – Robinson
Letteratura e non-fiction, in una mescolanza del tutto originale – La Lettura
Lo squalificato
Lo squalificato (1948), uno dei romanzi più celebri della letteratura giapponese del Ventesimo secolo, narra la storia di un disegnatore, Yozo, che sentendosi rifiutato dalla società, vive una condizione esistenziale di estrema solitudine. Ciò che rende intensamente suggestive le “pagliacciate” escogitate da Yozo per sopravvivere tra i suoi simili, patetici i suoi tentativi di dedicarsi alla politica e tormentosi i suoi rapporti con le donne, è il senso di insuperabile ambiguità che domina l’intera esperienza da lui vissuta, in bilico tra il piacere di infrangere il codice sociale e il sentimento di colpa per non sapersi adeguare a esso. La “squalifica” alla quale è condannato Yozo acquista un senso diverso solo dopo la sua morte, quando l’autore sposta sapientemente il punto di vista narrativo fuori dalla coscienza del protagonista. Come ha scritto lo studioso di letteratura giapponese Donald Keene, Lo squalificato è simbolo della situazione in cui si sono trovati gli scrittori giapponesi dopo la Seconda guerra mondiale: estraniatisi dalle loro stesse tradizioni, essi riflettono un disagio e uno smarrimento spirituale che li rende vicinissimi ai temi più attuali delle letterature occidentali. Negli ultimi tempi il romanzo ha conosciuto un ritorno importante nel fumetto giapponese, ispirando i primi episodi della fortunata serie di anime disegnata da Usamaru Furuya, oltre a diverse altre versioni manga.
Opinioni:
«La mia è stata una vita di grande vergogna.» – LaFeltrinelli
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