Questa è la pagina dedicata a Adil Bellafqih.
In questa pagina troverai 3 prodotti, tra cui “Nel grande vuoto”.
Niente a parte il sangue
Adil Bellafqih, menzione d’onore al Premio Calvino, finalista del Premio Kihlgren Opera Prima, fotografa con nitidezza spietata l’abbandono spirituale di una provincia in una storia nerissima di dannazione e redenzione, dove nessuno è innocente, e allo stesso tempo lo siamo tutti.
Prima di legarsi la bomba al petto e incamminarsi verso una piazza gremita, Alì è un ragazzo qualunque, nato e cresciuto in un paesino della provincia emiliana. Frequenta per la seconda volta l’ultimo anno delle superiori, racimola qualche soldo che spende soprattutto in fumo, trascorre serate indolenti tra strade grigie e stanchi bar insieme al solito gruppo di amici, uniti quasi esclusivamente dall’assoluta disillusione. Niente sembra in grado di scalfire l’armatura di gomma che si è creato: non la madre o il padre, non la professoressa che gli vede nel cuore e nella testa qualità che nemmeno lui crede di avere, non la sensazione sottopelle che la vita già stia passando. L’unico a sfuggire alla coltre di indifferenza è Amir, il suo migliore amico, piccolo spacciatore solitario e fascinoso. E che un giorno gli propone di entrare in un giro più oscuro di quel che sembra. Amir ha una sola regola: non esiste niente a parte il sangue. Il mondo non ha nulla da offrire se non fregature e sogni laccati a buon mercato. Allora perché non vendicarsi? Perché non spazzarlo via? Alì lo ascolta affascinato, e piano piano si lascia scivolare in un gorgo allucinatorio che non risparmia né lui né gli amici di sempre e perfino i genitori. Sullo sfondo di un misterioso piano ordito da un burattinaio ambiguo, la discesa all’inferno costringerà Alì ad affrontare il vuoto che ha dentro, a fare i conti con i giorni buttati, a rovistare nel buio in cerca di una via d’uscita, una sola buona ragione per non premere quel pulsante.Nel grande vuoto
Eckhart è la mia immagine, il mio avatar, la faccia con cui mi presento ai clienti. È anche la mia maschera preferita. In un certo senso io sono Eckhart, anche se non sono affascinante come lui, con la sua aria da uomo della strada e i suoi whisky and soda; non vivo nemmeno in uno studio sottomarino. Esistono per davvero studi sottomarini, di sicuro ce ne sono a Venezia, ma io non sto a Venezia, io sto nell’abitacolo della mia vecchia Lux parcheggiata nell’ansa disseccata del Tevere, all’ombra di un ponte senza nome. Io sono Meister Eckhart e Meister Eckhart è me. Sono un debunker privato.
Il Crollo ha scavato un profondo precipizio nella storia del mondo, e quel che è rimasto dell’umanità vive con un’idea confusa del proprio passato, perennemente connessa all’Aion, l’onnisciente insieme organico di menti che grazie alla Realtà Aumentata offre a chiunque la possibilità – ovviamente a pagamento – di mostrare agli altri un avatar, una versione tridimensionale contraffatta di sé dietro cui trincerarsi e nascondere i propri fallimenti e le proprie solitudini. Finire, anche solo per pochi minuti, in Tendenza: ecco il sogno che tiranneggia la vita di ognuno. Ma un mondo in cui tutto è camuffabile è un mondo in cui tutto è manipolabile: immersi in un maelstrom informatico che abbaglia con mondi fittizi, pop-up e banner pubblicitari, gli esseri umani si ritrovano alla mercé di fake news, improvvisati guru e finti salvatori. L’unico modo per proteggersi è ricorrere ai debunker, detective privati e demistificatori che setacciano la Rete ripulendola dalle menzogne telematiche. E uno dei migliori in circolazione è sicuramente Meister Eckhart, anche perché rispetto ai suoi colleghi ha un vantaggio segreto: grazie a un difetto all’impianto spinale, Eckhart se si copre un occhio vede il mondo vero, spogliato dal doping dell’Aion. Quando alla porta del suo ufficio bussa la fascinosa Eva, decisa a far luce sulla morte misteriosa del figlio Ivan e sulla sua ancor più inspiegabile scomparsa dall’Aion, Eckhart accetta il caso, senza sapere di avere appena commesso l’errore più terribile della sua vita.Opinioni:
“Nel grande vuoto” segna il debutto non convenzionale di una nuova, giovanissima ed eclettica voce, capace di tessere in un hard boiled cyberpunk la spietata fotografia della nostra società. – LaFeltrinelli
La mia vita non proprio perfetta
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