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L’unità dell’intelletto. Testo latino a fronte
Nato intorno al 1200 da una nobile famiglia tedesca, Alberto di Colonia, considerato l’iniziatore della Scolastica medioevale, apprese l’aristotelismo a Padova; come già per Averroè, il pensiero di Aristotele fu inteso da Alberto come il culmine della filosofia, il massimo di verità a cui può giungere da sola la ragione umana prescindendo dalla rivelazione. Diventato frate domenicano, Alberto si recò a Parigi, ove scrisse la maggior parte delle opere, una vera e propria enciclopedia dei saperi del tempo; tra l’altro, fu maestro di Tommaso d’Aquino, insieme al quale fondò lo studium generale dei domenicani a Colonia: la tesi gnoseologica fondamentale di questo scritto breve, ma basilare, è la coincidenza di essere e verità. Una professione di realismo metafisico che sta a fondamento di gran parte del pensiero cristiano degli ultimi sette secoli.
Problemi risolti. Testo latino a fronte
Nel 1271, Giovanni da Vercelli, Generale dei frati domenicani, promuove una consultazione fra i più eminenti teologi del suo Ordine. Al centro del dossier di 43 tesi, assieme a temi vari di ordine escatologico e teologico, si trova la questione del movimento dei corpi celesti: un complesso problema aristotelico, giunto agli autori del XIII secolo attraverso la mediazione della filosofia araba ed ebraica. Cosa muove i corpi celesti? È Dio stesso a muovere i cieli in modo immediato oppure si avvale di agenti intermedi? In quest’ultimo caso, si tratta di intelligenze pure, anime celesti, o degli angeli della tradizione biblica? Ai quesiti risponde anche Alberto Magno, tornando così, alla fine della sua carriera, su un argomento che lo aveva già più volte appassionato. La sua posizione è radicale e prende di mira in particolare la tesi «curiosa» e «fatua» dell’azione strumentale degli angeli, di cui mette in luce la profonda estraneità alla tradizione filosofica e alle sue ragioni. In questo modo, a partire da un problema apparentemente tecnico come quello del movimento dei cieli, ma destinato ad avere ancora grande rilevanza nel dibattito filosofico e scientifico dell’età moderna, Alberto Magno prende posizione su grandi temi di carattere teologico, cosmologico e filosofico, come il rapporto fra il punto di vista della fede e quello della filosofia. I Problemata determinata di Alberto Magno sono qui proposti nella prima traduzione italiana corredata di testo latino a fronte.
Quindici problemi
La riscoperta di Aristotele tra XII e XIII secolo, attraverso la mediazione dei commentatori greci ed arabi, pone i maestri delle università medievali di fronte a una serie di tesi difficilmente compatibili con la rivelazione biblica: l’unicità dell’intelletto, l’eternità del mondo, l’impossibilità della resurrezione dei corpi, la negazione dell’immortalità dell’anima. Quando, intorno al 1270, alla facoltà delle arti di Parigi alcuni maestri si fanno portavoce di tesi simili, il dissenso che si scatena tra i teologi porta il vescovo di Parigi a vietarne ufficialmente l’insegnamento. Mentre Bonaventura da Bagnoregio alla facoltà di teologia di Parigi attacca i “cattivi” filosofi e Aristotele stesso, e Tommaso d’Aquino si prepara a scrivere il “De unitate intellectus”, per difendere ortodossia cristiana e psicologia aristotelica dalla tesi dell’esistenza di un intelletto unico per tutta la specie umana, Alberto Magno viene raggiunto in Germania dalla richiesta urgente di un suo confratello che lo esorta a confutare quindici tesi ormai dilaganti tra i professori di filosofia di Parigi. Nasce così il “De XV problematibus”, un testo breve, ma denso, in cui, nella varietà delle soluzioni sinteticamente proposte, Alberto non dimentica di ribadire un tema cardine della sua riflessione, quello della competenza filosofica.
Nature imperfette. Umano, subumano e animale nel pensiero di Alberto Magno
Il teologo e filosofo medievale Alberto Magno (1200ca.-1280) ha scritto pagine ricchissime sulle strategie di cooperazione tra animali, sul rapporto tra comunicazione e vita sociale, sull’apprendimento nel bambino e negli animali, sul rapporto tra istinto naturale e abilità cognitive, sulla possibile esistenza di subumani, sulla capacità solo umana di lavorare su di sé perfezionando la propria natura. Questo libro offre, nella sezione centrale, una lucida traduzione in italiano corrente di passaggi sorprendenti di Alberto Magno. Introduce alla comprensione filosofica di questi brani e del contesto culturale entro cui sono nati il saggio di apertura di Stefano Perfetti; approfondisce le ragioni teoriche della biologia albertina il saggio di chiusura di Amalia Cerrito.
S. Alberto Magno e le scienze
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