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Sicario. Come si diventa un killer. Una storia vera
La storia vera del killer più letale d’Europa.
Andrea Galli ricostruisce l’esistenza di un uomo programmato per uccidere e restituisce al lettore la storia vera di un’anima tragica costretta a terrorizzare per non soccombere al terrore. Quanto vale la vita di un uomo? Tutto, niente. Julian Sinanaj lo sa bene, perché è stato un professionista della morte. Ma la sua parabola comincia molto prima. Nato in Albania sotto la dittatura di Enver Hoxha e cresciuto vicino al “mostro” metallurgico di Elbasan, dopo la caduta del regime è stato un clandestino in fuga tra le selve e i monti al confine con la Grecia, per poi approdare da straniero senza nome a Salonicco. Fin da bambino ha imparato sulla sua pelle che si smette di vivere da preda soltanto quando si diventa cacciatore. Nella periferia della città, è la mala georgiana a intravedere in lui il talento e la freddezza del sicario, e decide di coltivarli. L’apprendistato a cui lo sottopongono, un’autentica iniziazione all’arte della guerra, non tradisce le aspettative: Julian diviene l’esecutore perfetto. Ama l’ordine e detesta il caos, è ossessionato dal grande romanzo russo, domina le passioni, riesce a leggere la scena del crimine meglio degli sbirri, spara con entrambe le mani ed è un virtuoso dell’omicidio su commissione. Assoldato da diverse formazioni criminali, firma una serie di delitti i cui risvolti sono legati a filo doppio a intrighi e trame internazionali, terroristi e servizi segreti. In bilico tra thriller e true crime, avvalendosi di fonti confidenziali, Andrea Galli ricostruisce l’esistenza di un uomo programmato per uccidere e restituisce al lettore la storia vera di un’anima tragica costretta a terrorizzare per non soccombere al terrore.Il supremo. Ascesa e caduta di un comandante del male
Armati di una prosa che intreccia romanzo e true crime, Andrea Galli e Giuseppe Lumia tratteggiano l’epopea di un’esistenza tenebrosa e insieme un mosaico storico, antropologico e sociale della criminalità organizzata, scavando a fondo per ricostruire la genesi di un regno del Male capace di unire globale e locale, innovazione e tradizione. Ma nemmeno il potere della ‘ndrangheta è invincibile, e sul cammino del Supremo incombe un avversario più tenace, pronto a battersi senza tregua.
Questa è la storia di una lunga guerra, che affonda le radici nell’antica leggenda di Osso, Mastrosso e Carcagnosso, approda sulle coste del Sud per tramutarsi in mito fondativo, bagna di sangue una regione e si impone nelle odierne connection criminali tra gli hub e le metropoli d’Italia, d’Europa, del mondo. Una storia così terribile da trascendere quasi la realtà, e che ha un protagonista d’eccezione. Cresciuto ad Archi, antico quartiere di Reggio Calabria che affaccia sullo stretto di Messina, Pasquale Condello milita precocissimo nelle cosche, diviene fidato scudiero del potente clan dei De Stefano, killer letale della prima guerra di ‘ndrangheta e stratega vincente della seconda. Fino a diventare il numero uno: il Supremo. Dal contrabbando di sigarette negli anni Settanta all’esplosione del narcotraffico su scala internazionale, passando per le confluenze con sfere corrotte dell’imprenditoria, della politica e della massoneria deviata, lo scenario in cui si esprime l’irresistibile ascesa di Condello copre trent’anni di Repubblica italiana, lasciando un’interminabile scia di efferati delitti.Il patriarca. La misteriosa storia di ‘Ntoni Gambazza, lo sconosciuto re della ‘ndrangheta che dall’ombra ha retto per trent’anni i fili dell’organizzazione
La faida di San Luca, la strage di Duisburg del 2007, il traffico di stupefacenti, i sequestri di persona in tutta Italia. E poi le denunce, la difesa affidata allo studio legale del futuro presidente della Repubblica Giovanni Leone, l’omicidio, la galera, la grazia di Sandro Pertini. Tutte queste vicende sono legate tra loro, in modo sconcertante, attorno a un solo nome: Antonio Pelle, detto ‘Ntoni Gambazza. Ma chi era quest’uomo, sconosciuto ai più e ben noto agli inquirenti? L’eminenza grigia che ha fondato un nuovo clan e per tre decenni ha ricoperto un ruolo centrale nel direttivo della ‘ndrangheta, come sostengono gli investigatori, o l’onesto figlio di pastori di cui parla la sua famiglia, scelto dalla magistratura come capro espiatorio? Andrea Galli ha dedicato anni all’attento studio delle poche carte disponibili e alle estenuanti i ricerche del troppo materiale andato disperso o fatto sparire; ha viaggiato da Nord a Sud e parlato con semplici paesani e alti funzionari delle forze dell’ordine; ha visitato i luoghi in cui s’è svolta la vicenda di Gambazza, ha incontrato la sua gente e si è immerso in quel mondo per descrivercelo senza retorica o preconcetti. Il risultato è assieme il racconto della vita di un uomo misterioso, che dall’ombra ha guidato la più potente organizzazione criminale del nostro Paese, e il ritratto lucido di una realtà sociale troppo spesso relegata ai luoghi comuni.
Così in terra, come in cielo
La sua cattedrale è la strada, i suoi insegnanti prostitute, barboni, tossici, tutte quelle vite perdute che sono anime salve. Don Andrea Gallo è da cinquant’anni un prete da marciapiede, da trentanove il fondatore della “Comunità di San Benedetto al Porto di Genova”, che accoglie chi ha bisogno e chi vuole trovare un punto da cui ripartire a nuova vita. Con “Così in terra, come in cielo” don Gallo racconta la sua personale saga accanto agli ultimi, i suoi dissensi da una Chiesa che pure ama e a cui sente di appartenere, sviscera con ironia e preparazione le sue posizioni ribelli su temi quali il testamento biologico, l’immigrazione, la liberalizzazione delle droghe, l’aborto. Nel suo “camminar domandando” fa bizzarri incontri con monsignori, politici, transessuali, giovani inquieti, zelanti fedeli che non credono e atei che invece sperano, artisti come Vasco Rossi e Manu Chao. Lui, ottantaduenne che viaggia in direzione ostinata e contraria e che nonostante i molti meriti resta orgogliosamente un prete semplice, sgrana il rosario laico di Fabrizio De André, raccoglie le storie di bassifondi e vicoli che tanto somigliano a quelle delle Scritture, cerca l’efficacia storica del messaggio evangelico e impasta mani e cuore nelle realtà più dolorose, lavorando senza risparmiarsi affinché questa terra diventi cielo. Un prete “prete”, anarchico, discusso, amatissimo.
Come un cane in chiesa: Il Vangelo respira solo nelle strade (Saggistica Religiosa)
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