Questa è la pagina dedicata a Angelo Mellone.
In questa pagina troverai 5 prodotti, tra cui “Fino alla fine. Romanzo di una catastrofe”.
Acciaiomare: Il canto dell’industria che muore (Gocce)
Nelle migliori famiglie
Una barella entra nel pronto soccorso dell’ospedale di Cortina d’Ampezzo. Sopra è steso un ragazzo appena caduto su una pista da sci, è un “codice rosso”. Dietro c’è il padre, Piero Cometti, un chirurgo plastico molto noto, persuaso che la sua disciplina sia la nuova frontiera della rivoluzione comunista. Si trova a Cortina perché i figli hanno convinto i genitori a passare le vacanze di Natale insieme, nonostante siano separati. La madre è Elisabetta Pignatelli, una famosissima conduttrice televisiva “di destra”. Piero ed Elisabetta sono stati molto innamorati, la loro era una famiglia invidiata in tutta la Roma che conta. Ma un lutto terribile li ha colpiti due anni fa: il maggiore dei quattro figli è morto, investito da un’automobile pirata. Da quel momento tutto ha cominciato a crollare: l’unione, la famiglia, il rispetto. Piero ed Elisabetta hanno perso la testa, e ciascuno dei due ha perso di vista l’altro per inseguire le proprie vanità. Adesso si ritrovano al capezzale del loro figlio più piccolo nel giorno della vigilia di Natale, poco prima di una cena che potrebbe essere decisiva per il futuro di Elisabetta, lanciata verso la carriera politica. L’incidente del ragazzo li tiene prigionieri, per una notte infinita, nel desolato corridoio di un ospedale, e li costringe a fare i conti con se stessi, con i propri errori e soprattutto con l’altra e l’altro che moltissimo hanno amato e troppo velocemente hanno dimenticato. Nelle migliori famiglie è un libro sui legami, raccontati attraverso le vicende dei protagonisti e il modo in cui le loro esistenze si intrecciano con quelle di amici, parenti e figure più o meno oscure. È un libro che esplora il rapporto fra le aspirazioni personali e la relazione di coppia, lo scambio faticoso fra libertà e appartenenza, fra desiderio individuale e senso familiare, per mostrare che, a determinate condizioni, la famiglia può sopravvivere alla retorica della sua dissoluzione.
Opinioni:
Un libro sui legami, che esplora il rapporto fra le aspirazioni personali e la relazione di coppia, lo scambio faticoso fra libertà e appartenenza, fra desiderio individuale e senso familiare, per mostrare che, a determinate condizioni, la famiglia può sopravvivere alla retorica della sua dissoluzione. – LaFeltrinelli
Fino alla fine. Romanzo di una catastrofe
Taranto, in un futuro prossimo. Dindo, Claudio e Valeria, detta Gorgo, hanno ormai passato i cinquant’anni. Si ritrovano a Taranto per partecipare al funerale di un vecchio amico. La piazza è piena di gente, e l’atmosfera è pesantissima, incattivita, lacerata, come si sono lacerati nel tempo i rapporti tra gli amici, tanto uniti in gioventù dalle comuni passioni, umane e politiche, quanto lontani e divisi oggi, sia per le strade diverse che hanno preso le loro vite, sia perché la loro amicizia si è frantumata contro il Siderurgico di Taranto, lo stabilimento più grande d’Europa: per alcuni la fabbrica va salvata a tutti i costi, perché non solo produce lavoro e benessere, oltre che acciaio, ma anche perché è un monumento insostituibile di memorie e di orgoglio operaio; per altri, invece, il Siderurgico è ormai solo il “Mostro” da chiudere, abbattere, cancellare, bonificare, perché con i suoi fumi avvelena e uccide. «Fino alla fine» è il racconto di sconfitte e tradimenti, di una generazione smarrita, incapace di invecchiare, e di un paese quasi al capolinea: mentre l’azione si svolge incessante, attraverso sapienti escursioni nel passato vediamo i quattro protagonisti crescere, cambiare, peggiorare forse, anche se l’usura della memoria, dei rapporti e della morale non li piegherà mai del tutto allo spirito del tempo. E assistiamo anche al cambiamento dell’Italia, ridotta a una comunità composta da una moltitudine di individui in retrospettiva, trasformata in nazione liquida, disillusa, spenta; un paese di partiti deboli e personalistici, dove l’ideologia ha lasciato il posto alla comunicazione, i partiti sono diventati proprietà privata di leader che hanno sostituito i militanti con i follower e la passione civile si è trasformata in una disperata forma di ultima resistenza all’omologazione. «Fino alla fine» è un romanzo tanto travolgente e originale quanto profondo e toccante, nel quale le vicende umane dei protagonisti si innervano in quelle del paese. Fino al pirotecnico finale, in un futuro che, forse, è già presente.
Opinioni:
Un racconto di sconfitte e tradimenti, di una generazione smarrita, incapace di invecchiare, e di un paese quasi al capolinea. – LaFeltrinelli
Troppe volte ho visto morire questa città. Ogni volta è rinata sempre peggio. Non serve ammazzarla un’altra volta, caro ragazzo, l’alba del giorno dopo sarebbe peggiore del tramonto – Anonimo
Questo solo ti posso dare
«”Questo solo ti posso dare” è il quarto poema sentimentale e civile di Angelo Mellone – tutti e quattro scritti nell’arco di un decennio molto prolifico per lo scrittore tarantino. Rispetto ai tre precedenti, è il più intimo e privato, addirittura testamentario. Mellone vi si pone il dilemma dell’eredità, rivolgendosi in maniera diretta e frontale ai suoi tre figli, provando a costeggiare senza reticenze lo spettro dell’oblio.» (dall’introduzione di Andrea Di Consoli)
Meridione a rotaia. Storie di sangue, radici e amori senza tacchi
Angelo Mellone conclude la sua trilogia lirica sul Meridione italiano, giungendo anche all’ultima fermata di un viaggio che è un canto appassionato e dolente, ma al tempo stesso un grido di rabbia, per la sua terra. Un ritorno nella propria terra, che è stata abbandonata anni prima con rabbia. Un ritorno a Meridione, compiuto con il mezzo che più associamo al viaggio: il treno. Sui treni sono partiti i primi emigrati meridionali, sulle carrozze di treni locali scassati, regionali in perenne ritardo, Intercity improbabili, l’autore fa macchina indietro e, da Roma, arriva a Taranto. In mezzo a partenza e arrivo si alternano situazioni grottesche, aneddoti, ricordi, memorie dolorose, persino una pagina dedicata ai fanti meridionali mandati al massacro nella Prima guerra mondiale. Tutte queste pagine, che Mellone ci regala con lo stile consueto delle sue “orazioni civili”, accostano il tema tradizionale del ritorno a quello, nuovo per l’autore, di una riflessione sull’amore, che viaggia a ritroso attraverso due figure femminili e una singolare disquisizione sui tacchi… E dunque, se l’amore è contesto, radici, terra, e “Meridione tiene sempre i piedi per terra”, per trovare amore autentico a Sud bisogna tornare. E questo fa, “Meridione a rotaia”, nelle scorribande tra paesini, locomotori diesel, vagoni stipati di varia umanità, stazioni metropolitane e stazioncine di montagna. Offrendo, alla fine, un affresco di meridionalità divertente, surreale, commuovente.
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