Questa è la pagina dedicata a Antonio Calabrò.
In questa pagina troverai 6 prodotti, tra cui “L’avvenire della memoria. Raccontare l’impresa per stimolare l’innovazione”.
L’avvenire della memoria. Raccontare l’impresa per stimolare l’innovazione
Le sfide del climate change, la pandemia e la recessione, gli squilibri geopolitici e i venti di guerra nel cuore dell’Europa: gli eventi spingono con urgenza verso un cambio di paradigma delle relazioni politiche e dello sviluppo economico e sociale. Servono dunque una rilettura critica del catalogo delle idee e la scrittura di nuove mappe della conoscenza, per riconsiderare anche le scelte economiche e culturali sul «progresso» Le imprese hanno in sé risorse essenziali: la forza innovativa d’un dinamico capitale sociale e la profondità d’una cultura plasmata dall’umanesimo industriale che ha contraddistinto la storia economica del paese. Se la letteratura sembra spesso estranea o perfino ostile al mondo produttivo, la cultura d’impresa ha trovato originali spazi di espressione: dalle riviste aziendali agli archivi che custodiscono una solida cultura politecnica, dal teatro alla musica, dalla promozione della ricerca di base all’utilizzo dei nuovi strumenti digitali. Parole, immagini e tecnologie animano un racconto consapevole, che pone una sfida al mondo della comunicazione: rilanciare una rappresentazione attendibile delle trasformazioni in corso, alla ricerca delle radici di quella cura per la bellezza, che si fa valore identitario, portatore di una positiva forza economica di sviluppo.
La morale del tornio. Cultura d’impresa per lo sviluppo
Sapienza manifatturiera e competenza hi tech. Sta qui “la morale del tornio”: la centralità dell’industria nel nuovo equilibro tra sviluppo sostenibile ed etica del lavoro. È un viaggio nell’universo produttivo italiano, con occhio attento soprattutto alla “grande Milano” e alle aree più sviluppate del Nord. E le parole chiave sono innovazione, qualità, ricerca, capitale umano. L’Italia, infatti, è un paese abituato “a produrre all’ombra dei campanili cose belle che piacciono al mondo”. E sta ancora qui la chiave della nostra competitività: puntare sull eccellenza industriale, legare radici nel territorio a visioni internazionali. Nelle “neofabbriche” fondate su produzione e servizi d’avanguardia, dalla meccanica alla chimica, dalla gomma all’agro-alimentare ecc, si conferma la forza d’una “cultura politecnica” che guida le migliori imprese. “Impresa è cultura”, appunto. Per crescere ancora, servono imprenditori, manager e tecnici che siano “ingegneri-filosofi”, con una forte intelligenza del cuore.
Prenderò il dolore tra le braccia
Europa nonostante tutto
“Questo volumetto non vuol essere un saggio sull’Europa ed i suoi problemi. Vuole essere l’avvio del dialogo che ciascuno di noi quotidianamente può, e forse deve, condurre, se già non lo intrattiene, con amici, parenti, colleghi, semplici conoscenti fortemente critici sull’Europa, pronti a far propri slogan, luoghi comuni, giudizi sommari oggi di moda. Un invito a ragionare, a guardare, perlomeno con grande cautela, alla troppo diffusa ‘criminalizzazione’ dell’Europa. Un invito a rendersi conto di quanta strada con l’Europa si è fatta anche nel modo quotidiano di vivere. Un invito, al contempo, a non sottovalutare, ma ad individuare nella loro reale dimensione motivi di crisi, ritardi, difficoltà, prospettando tuttavia pure obiettivi e prospettive di soluzione. Un invito, comunque, a guardare ai dati, ai fatti. Un semplice punto di partenza, da cui chiunque possa muovere per un percorso che, si è convinti, non può che essere, nell’interesse anzitutto del nostro Paese, un percorso per ‘più e migliore Europa’.” (Dall’introduzione di Piergaetano Marchetti)
Opinioni:
«Se il centroavanti polacco della mia squadra del cuore fa gol nel derby lo ritengo un eroe, ma se lo stesso attaccante, giocando con la sua nazionale, contribuisce alla sconfitta dell’Italia lo considero un avversario. È l’identità multipla di noi europei: chi di noi non si sente fiero del proprio Campanile, e non per questo si sente meno italiano?» – Roberto Petrini, Robinson – LaFeltrinelli
Oltre la fragilità. Le scelte per costruire la nuova trama delle relazioni economiche e sociali
Le società sempre più articolate e complesse in cui viviamo si rivelano molto fragili e vulnerabili. Esprimono, è vero, straordinarie possibilità di crescita, grazie ai progressi di scienza e tecnologia su tutti i fronti dell’innovazione, ma sono quanto mai sensibili a fratture, cambiamenti, effetti inattesi. La loro stessa velocità ne è potenza e limite. La pandemia del Covid-19 e la conseguente recessione economica hanno reso molto più evidenti queste caratteristiche. Siamo cambiati, nel nostro tempo incerto e tagliente. Non migliori, forse. Non peggiori, speriamo. Comunque diversi, più consapevoli non solo di «ciò che non siamo, ciò che non vogliamo», ma soprattutto di quello che ci tocca fare per tenere insieme benessere e solidarietà, sicurezza e democrazia. Rilanciare l’economia e il lavoro, pensando alla sostenibilità ambientale e sociale. E costruire comunità più equilibrate. Per non perdersi troppo d’animo e non disperdere conquiste e valori.
Statale 106. Viaggio sulle strade segrete della ‘ndrangheta
Un viaggio di 104 chilometri su una strada a doppio senso, stretta tra le acque del mar Jonio e le pendici dell’Aspromonte: il percorso da Reggio a Siderno dura solo un’ora e mezza di auto, ma dalla Calabria si ramifica attraverso cinque continenti e oltre quarant’anni di crimini. Dall’omicidio del potentissimo amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato Lodovico Ligato fino a maxioperazioni di riciclaggio a Hong Kong; dai rapporti privilegiati coi narcos colombiani fino al brutale assassinio del giornalista Ján Kuciak e di Martina Kusnírová, in Slovacchia; dal più grande carico di ecstasy di tutti i tempi nascosto nel porto di Melbourne, fino alle guerre che stanno insanguinando i sobborghi di Montréal e Toronto: guidare sulla Statale 106 significa risalire fino alla sorgente del fenomeno globale ‘ndrangheta, un’organizzazione capace di celebrare i riti ancestrali di una Madonna in lacrime mentre mette a segno spericolate operazioni finanziarie internazionali da milioni di euro. «Statale 106» è un viaggio dentro la storia e la psicogeografia, e il suo punto d’arrivo non può che essere quello di decifrare la mente degli affiliati. Con l’istinto infallibile del giornalista d’inchiesta, la passione del romanziere e l’emozione di chi racconta la propria terra d’origine, Antonio Talia ha costruito un reportage lucido e pieno di rabbia, un’immersione nel male che ha il sapore aspro della verità.
Opinioni:
Con l’istinto infallibile del giornalista d’inchiesta, la passione del romanziere e l’emozione di chi racconta la propria terra d’origine, Antonio Talia ha costruito un reportage lucido e pieno di rabbia, un’immersione nel male che ha il sapore aspro della verità. – LaFeltrinelli
Se volessi saperne di più, dai un’occhiata al nostro canale Youtube!
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.