Questa è la pagina dedicata a Claudio Recalcati.
In questa pagina troverai 5 prodotti, tra cui “Un altrove qualunque”.
Microfiabe
Biss, lüsert e alter galantomm. Ballate di François Villon
La poesia di François Villon è uno straordinario affresco della Parigi del Quattrocento, brulicante di un’umanità semplice e reietta, assediata dall’ingordigia dei potenti e dalle necessità materiali dell’esistenza. Le sue ballate hanno sempre suscitato l’entusiasmo dei lettori e dei poeti, da Marot a Rimbaud, a Brecht, e di chansonniers come Brassens e De Andrè. In “Biss, Iüsért e alter galantomm” due giovani traduttori hanno ridato immediatezza a un mondo lontano, trasferendolo ai nostri giorni. Nella doppia versione, milanese e italiana, affiancata ai testi originali, i lettori vedranno dunque sfilare personaggi insospettabili, citati come incarnazione dell’eterno conflitto fra virtù e necessità, miseria e ricchezza, giustizia e iniquità.
Un altrove qualunque
Cartoline dell’addio
Si impone da subito, in questi nuovi testi di Claudio Recalcati, la forte ricerca di un interlocutore. Infatti, queste sue poesie vengono proposte, per la maggior parte, come mazzi di cartoline o brevi lettere ritrovate di una passata – ma sempre viva nella mente – corrispondenza. Gli interlocutori variano, ma è chiaro che si tratta in realtà di maschere o nobili pretesti, di figure anche o in prevalenza degli affetti a cui il poeta si rivolge per rendere più serrata e asciutta la sua inquieta riflessione sull’esserci, sull’essere nel mondo, e sulla sua innocente precarietà. È quasi come se scrivesse in effetti a se stesso, trovando spunto nelle cose e nei luoghi, nella quotidiana routine o al contrario nei momenti di più libera sospensione, cogliendo il senso della propria vita nei mille rivoli in apparenza irrilevanti in cui si articola la nostra esistenza. Nel ritmo serrato della sua parola essenziale Recalcati persuade senza artifici.
Claudio Parmiggiani. Nel tempo della povertà
«Un’opera deve essere violenta. Deve essere come un pugno nello stomaco. Silenziosa ma dura, dura ma silenziosa, come un fuoco sotto la cenere, oscura, ringhiosa.» (C. Parmiggiani) Massimo Recalcati interpreta la poetica di Claudio Parmiggiani. Seguendo le direttrici fondamentali della sua opera – la “ferita”, l’ “ombra”, la “cenere” -, l’autore ripercorre i passi dell’artista, della sua arte introversa e misteriosa, che nonostante sia tutta tesa a valorizzare il nascondimento, l’occultamento e il segreto, d’altra parte «non vagheggia uno spiritualismo metafisico che avversa la materia, ma vive della materia, è tutta fatta di materia. I vetri in frantumi, le farfalle, le barche smembrate, i panni e le bende, i pigmenti colorati, i legni, i frammenti di statuaria classica, gli strumenti musicali, i vasi e le pietre, le carte e i giornali, gli organi del corpo umano. La materia di cui è fatto il mondo dell’uomo viene accolta nella sua nuda esistenza non come il segno di una maledizione che attende di essere riscattata, ma come il miracolo di presenze che in modo misterioso si legano e si rapportano tra loro sullo sfondo della legge del tempo e del linguaggio»
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