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Introduzione alle tecniche di danza moderna. Ediz. illustrata
L’inedito approccio di studio che è alla base di questo manuale permetterà ai lettori di comprendere in profondità le tecniche dei più grandi Maestri della danza moderna attraverso un’analisi comparativa dei loro metodi di insegnamento e delle loro differenti filosofie espressive e stilistiche. Merce Cunningham, Katherine Dunham, Martha Graham, Erick Hawkins, Doris Humphrey, Lester Horton, José Limón, Alwin Nikolais, Murray Louis e Paul Taylor: ogni capitolo prende in esame due o più figure di questo straordinario pantheon per raffrontarne stile, tecnica e impostazione didattica, in un’ottica che dunque sviluppa accanto agli aspetti teorici anche quelli pratici, con materiali e spunti da sviluppare – per ciascuna metodologia – nelle lezioni con gli studenti. Le varie sezioni del volume si arricchiscono inoltre di molti altri spunti di approfondimento e di discussione, dalle idee fondamentali di ciascun coreografo alla genesi tecnica della sua metodologia, dagli esercizi d’improvvisazione alle sperimentazioni utili per perlustrare analiticamente e verificare nel quotidiano lavoro di allenamento – specifici aspetti dello studio. Collocate nel contesto storico, culturale e artistico in cui hanno visto la luce, le tecniche presentate in questo libro rappresentano un acquisto essenziale alla formazione dei danzatori, alla preparazione degli insegnanti e all’arricchimento culturale di ogni appassionato di danza.
Salto
Ballare è magia. La danza per me è una terapia. Quando ballo mi sento vera. Posso sentirmi morire, ma continuo. Non ce la faccio più, ma salto. Scopro che tutto quello che in sala prove mi fa paura, sul palco non esiste più. Ma prima ancora che una ballerina sono una donna. Una donna piena di voglia di fare bene, di impegnarmi, di riuscire, di lottare per ottenere quello che voglio, di amare chi mi sta vicino. Ma soprattutto di sognare.
Mi sono chiesta se avesse senso raccontarlo. E ho deciso di sì per il motivo forse più semplice: condividere. Quante ragazze hanno un sogno, ma non sanno inseguirlo? Quante donne hanno un rapporto pessimo con il loro corpo, e non sanno accettarlo? Quante persone passano la vita a lamentarsi, senza mai provare a cambiare? La mia storia non è una storia più bella o più brutta di altre. Non ho niente da insegnare, non sono un modello da copiare. Ma ho voglia di raccontare. Per dire a chi pensa di non farcela, che ce la può fare. A chi pensa di non essere abbastanza, che lo è. A chi crede che tutto gli sia dovuto, che nessuno ti regala niente. A chi non ama il suo corpo, che è il nostro alleato più prezioso. E a chi pensa che basti il talento: no, non basta per niente. Puoi arrivare primo, anche se non sei il più bravo. Dietro a ogni sogno c’è tanta fatica, ma ne vale sempre la pena.Diario di Practica di Danza Moderna: Il Regalo Perfetto per Catturare I Tuoi Preziosi Momenti Di Ballo la Danza Moderna!
Un sogno a passo di danza. Ediz. illustrata
Grazie al corso di danza classica organizzato a Topford dalla professoressa Plié impareremo tutti i segreti di questa affascinante disciplina… e tra piroette e salti scopriremo talenti nascosti! Età di lettura: da 8 anni.
Lettere a un giovane danzatore
Maurice Béjart, uno dei protagonisti della scena del ‘900, scrive a un giovane danzatore: che cos’è la danza? quali sono i suoi strumenti? che cosa distingue un semplice esecutore da un interprete? La sbarra, lo specchio, il palcoscenico, il pavimento definiscono il contesto di un’arte specifica, ma il discorso supera questo ambito circoscritto e investe la dimensione dell’essere. Gli esercizi alla sbarra, che sono la base del lavoro quotidiano, rappresentano molto più che la ripetizione infinita di passi e movimenti: sono una presa di coscienza. La sala danza diventa allora un luogo di meditazione e preghiera, dove si ritrova il contatto con l’Assoluto. Il rapporto con lo specchio, prima, e quello con il pubblico di fronte al palcoscenico, poi, rimandano alla consapevolezza di sé, alla perfetta capacità di giudizio dell’occhio interiore, alla differenza che un osservatore percepisce fra chi ha interiorizzato i movimenti e le coreografie al punto da farli propri e in qualche modo ricrearli e chi ha imparato bene ogni cosa ma appare freddo e anonimo nell’esecuzione. Al di là della sala danza e del palcoscenico si delinea un altro percorso, che riguarda l’Uomo. La danza come la vita, o forse, meglio, la vita come la danza, diventa una ricerca inesausta e infinita, dove le domande trovano poche risposte definitive e anzi sollecitano nuove indagini e riflessioni.
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