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Il furto della Divina Commedia. Un’indagine di Fausto Lorenzi
Milano 1954, Michele Esposito, preside in un liceo di Città Studi, ha una grande passione: i libri antichi, nei quali investe la maggior parte delle sue entrate. Grazie a un’eredità riesce ad acquistare, per ben quattro milioni di lire, l’incunabolo di una Divina Commedia del Quattrocento. Una copia rara e preziosa che il preside presenta solennemente al corpo docente dell’istituto. Quando, uno dei giorni seguenti, il libro sparisce dalla cassaforte della scuola, a indagare viene chiamato Fausto Lorenzi, un ispettore dagli occhi «di ghiaccio» Chi poteva conoscere la combinazione della cassaforte? Molti sono i sospettati: i docenti e anche la storica segretaria, che molti definiscono la vera preside. E quando viene scoperto un omicidio, Lorenzi collega subito il delitto al furto. Ma il mistero rimane fitto… Nella consueta atmosfera vintage della Milano anni Cinquanta, tra cinema fumosi e antiche librerie antiquarie, Dario Crapanzano costruisce un giallo appassionante e crea, dopo Mario Arrigoni, un nuovo personaggio investigatore, che sorprenderà i lettori e che proverà a risolvere lo strano caso del furto della Divina Commedia.
Opinioni:
L’ispettore Lorenzi è chiamato a indagare su uno strano caso di furto, che nasconde un mistero molto più fitto. – LaFeltrinelli
Tutti coloro che amano la cultura nelle sue migliori espressioni sono attesi nella sala riunioni vicino al mio ufficio, venerdì alle ore undici, durante l’intervallo. Firmato: il Preside. – Anonimo
Arrigoni e l’assassinio del prete bello. Milano, 1953
Alle sei di mattina del Venerdì Santo del 1953, a Milano, viene trovato il cadavere di un sacerdote, riverso su una panchina di piazzale Bacone. È don Luciano Fontevivo, il responsabile dell’oratorio della parrocchia di San Sigismondo Elemosiniere. Non c’è Pasqua che tenga, l’indagine è subito affidata al commissariato Porta Venezia di cui è a capo Mario Arrigoni. La prima scoperta dell’indagine riguarda l’aspetto del prete: don Luciano era talmente affascinante da essere paragonato dalle donne che frequentavano la parrocchia a un attore americano, e da meritarsi il soprannome di “prete bello”. In apparenza era un sacerdote modello, attivo nel sociale e sempre pieno di idee innovative per coinvolgere la comunità di fedeli, come quella di mettere in piedi una piccola compagnia teatrale. Ma sul suo conto giravano anche voci e pettegolezzi secondo i quali don Luciano avrebbe intrattenuto rapporti “proibiti” con alcune giovani frequentatrici della parrocchia. Nel corso degli interrogatori, Arrigoni e i suoi uomini incontrano un variegato campionario di personaggi legati al mondo della vittima: una vivace perpetua a suo tempo “sciantosa” di tabarin, un simpatico parroco amante del rum e dei sigari avana, un investigatore privato fanatico di Sherlock Holmes, una seducente ex attrice teatrale, un sagrestano che le fa da guardia del corpo, e infine una bellissima giovane che ha deviato, suo malgrado, dalla retta via.
Arrigoni e il delitto in redazione
Ognuno ha un segreto. Ma l’editore ne aveva uno di troppo.
«Non ci si aspetta da Crapanzano il colpo di scena mirabolante, o incastri geniali, il suo lettore sa però che pagina dopo pagina si viaggia in modo confortevole. Arrigoni contiene una summa di molti investigatori» – Piero Colaprico, RobinsonMilano, 1958. Leonardo Bruni dirige l’omonima e fortunata casa editrice con sede in Porta Venezia. Tra i suoi collaboratori spicca Alberto Masserini, correttore di bozze poi promosso a redattore capo dopo aver scovato e fatto pubblicare un romanzo di successo. La sua fortuna però si esaurisce presto, perché viene trovato con la gola squarciata nel suo appartamento in via Settala. L’assassinio del giovane e brillante redattore capo porta Arrigoni a indagare in un ambiente per lui del tutto nuovo, quello dell’editoria. Il caso si presenta piuttosto complicato: l’omicidio è avvenuto a casa della vittima, ma non c’è traccia di forzature alla porta d’ingresso né tanto meno impronte digitali: l’assassino ha agito con freddezza e lucidità. L’indagine mette il commissario in contatto con i vari personaggi che hanno a che fare con la casa editrice: l’editore, la moglie e i componenti dei diversi reparti, più il classico ricorso alla portinaia della vittima. Ma non ne esce un gran che, se non che il defunto aveva una forte passione per le donne e il gioco d’azzardo. L’inchiesta si allarga così coinvolgendo anche conoscenze extra lavorative del Masserini… La soluzione del caso alla fine arriverà nel modo più inaspettato e imprevedibile, con la scoperta di un assassino assolutamente insospettabile.Arrigoni e l’omicidio nel bosco. Con e-book
È la prima inchiesta che il commissario capo Arrigoni del Porta Venezia conduce lontano dalla sua amata Milano. Siamo nel 1953, e gli alti comandi di polizia e carabinieri decidono di costituire un’unità speciale che dovrà indagare sugli omicidi che vengono commessi in piccoli paesi della Lombardia. A capo dell’unità viene nominato proprio Arrigoni che, pur non essendo troppo entusiasta della proposta, per senso di responsabilità accetta l’incarico. Dopo una settimana, ha già un caso da risolvere. Parte insieme al il giovane e fidato agente Di Pasquale, un esuberante e brillante partenopeo, nonché impenitente donnaiolo. I due raggiungono Arbizzone Varesino, un paese di montagna affacciato sul lago Maggiore, dove il contrabbando con la vicina Svizzera è la principale fonte di guadagno: un posto tranquillo, all’apparenza, ma che nasconde più di un segreto. Qui, in un bosco, è stato rinvenuto il cadavere di un uomo, ucciso con un colpo alla tempia, sferrato probabilmente con una pietra trovata nel vicino torrente. L’uomo, ricco e sposato con una ragazza molto più giovane, era ufficialmente un imprenditore edile, ma, come si scoprirà nel corso dell’indagine, anche uno strozzino…
Opinioni:
Siamo nel 1953, ma sembra oggi. Lo scrittore invia il suo protagonista e commissario, Mario Arrigoni, in un paese sopra il lago Maggiore, per indagare su una serie di omicidi. – LaFeltrinelli
In Carpazano piace la nostalgia: del 1953, delle partite a stecca, del sidro fatto con le mele messe a seccare in cantina, del sindaco che riceve con il vestito della festa l’ispettore arrivato in città… – La Lettura
Arrigoni e l’omicidio di via Vitruvio: Milano, 1953 (Le indagini del commissario Arrigoni Vol. 5)
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