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Le catene della destra. Scienza, guerra, giustizia, giovani, complottismo: l’ascesa degli impostori. Inchiesta su un grande imbroglio
Chi sono i nuovi impostori? Cosa vogliono i nemici della società aperta? Che differenza c’è tra vincere e governare? Come si distingue un politico che guida i follower da uno che si fa guidare da essi? Quali sono i tabù da superare per liberarsi dal populismo? E perché la nuova destra sta alla libertà come Peppa Pig alla verità? Dalla guerra alla pandemia, dalla giustizia alla sicurezza, dall’immigrazione alla globalizzazione, e poi la paura del modello Amazon, le politiche contro i giovani, la scienza demonizzata e l’Italia come laboratorio politico di un esperimento per il futuro: la politica guidata da un complottismo irreversibile. “Le libertà sono tutte solidali” disse Filippo Turati, uno dei fondatori del socialismo italiano. “Non se ne offende una senza offenderle tutte.” Il nuovo libro di Claudio Cerasa è un’inchiesta sulle catene che impediscono alle destre nazionaliste e sovraniste di liberarsi dei loro vizi, dei loro estremismi e dei fantasmi del passato. Destre che di fronte alle grandi emergenze diventano parte dei problemi più che delle soluzioni. Destre che di fronte alle grandi sfide hanno dimostrato di essere incompatibili con la difesa dell’interesse nazionale. Destre come quelle guidate da Giorgia Meloni e da Matteo Salvini, incapaci di proporre soluzioni efficaci dinanzi alle enormi questioni che l’Italia deve affrontare: la guerra in Europa, la crisi energetica ed economica, le riforme strutturali necessarie per ottenere i fondi europei. Come può governare un grande Paese una destra che usa le battaglie in difesa della libertà solo per difendere la libertà di essere estremisti? È ora di aiutare la destra a riconoscere gli impostori.
Opinioni:
Come può governare un grande Paese una destra che usa le battaglie in difesa della libertà solo per difendere la libertà di essere estremisti? È ora di aiutare la destra a riconoscere gli impostori. – LaFeltrinelli
La destra siamo noi. Una controstoria italiana da Scelba a Salvini
Su alcune figure non esistono dubbi. Fra gli antenati della destra italiana troviamo Giovanni Guareschi, il comandante Junio Valerio Borghese, Giorgio Almirante, Franco Freda, Indro Montanelli. Possiamo domandarci se a loro sia giusto affiancare i democristiani Mario Scelba e Amintore Fanfani, grandi manager come Eugenio Cefis e Cesare Romiti, un eroe civile come Giorgio Ambrosoli, un leader nascente come Matteo Salvini. Ritiene di sì Giampaolo Pansa, rovesciando un luogo comune che considera la destra una piccola parrocchia di pochi fanatici e di bombaroli neri. Gli avversari l’hanno sempre dipinta così. Tanto da spingere molti elettori moderati, conservatori o nostalgici del fascismo a pensare che la loro parte politica non fosse necessaria alla democrazia, mentre lo erano i cattolici e i comunisti. Pansa ribalta il verdetto che giudica senza patria milioni di italiani. Lo fa sin dal titolo del suo nuovo libro: La destra siamo noi. Non è un brillante paradosso. È la sintesi di una verità: pure chi si schiera dietro una bandiera che la maggioranza rifiuta, appartiene alla storia italiana. Anche perché tutti siamo un po’ di destra e su alcune questioni in modo deciso. Del resto gli esseri umani hanno un connotato comune: la doppiezza, una natura ibrida capace di passare da un’opinione a quella opposta. Allora perché negare che la destra abbia lo stesso diritto di esistere che la sinistra riserva soltanto a se stessa? Il realismo sfacciato di Pansa, autore estraneo ai califfati culturali, ci presenta un affresco dell’Italia costruito su storie e personaggi in apparenza contradditori. In queste pagine scompare la frontiera che separa l’ideologia e le sue gabbie di carta dai fatti della vita, i crimini politici dalle bizzarrie che nascono nel lato oscuro di ciascuno. Qui il lettore troverà anche casi estremi. La maîtresse in gramaglie per la chiusura delle case di tolleranza. Il travestito che si porta a letto un senatore democristiano. L’orrore che strazia una squillo missina. L’amore proibito tra la ragazza nera e quella rossa. Sino all’enigma della strage di Bologna: un’apocalisse fascista o una rappresaglia dei palestinesi?
Opinioni:
La destra siamo noi ci fa riscoprire settant’anni di vita italiana oggi confinati nel buio. Un’epoca in fondo più rassicurante di questo 2015, così carico di pessimi presagi. – LaFeltrinelli
Il ventennio. Io, Berlusconi e la destra tradita
22 aprile 2010, è il giorno di quel “Che fai, mi cacci?” urlato da Gianfranco Fini contro Silvio Berlusconi durante un’affollata riunione del Pdl. Fini racconta gli errori, le verità, le omissioni e le colpe nascoste dietro quello strappo politico, traccia un bilancio del passato e del futuro della destra italiana e fa per la prima volta i nomi di coloro che, per punirlo del suo presunto tradimento, hanno organizzato un killeraggio contro di lui.
Il braccio destro
«Arrivato a quel punto, credevo di avere solo due certezze: la droga e la malavita. La prima mi aveva rapito, la seconda era stata una scelta.» Milano, anni Settanta. Angelo è un ragazzo irrequieto e frequenta cattive compagnie. Vive progettando furtarelli, si ritrova coinvolto in risse e in giri di droga quando viene notato da un boss della malavita milanese che lo prende sotto la sua ala protettiva. Quella di Angelo sarà una folgorante carriera criminale che si interromperà bruscamente a causa di una partita di droga tagliata male. Verrà ricoverato in una comunità di recupero per tossicodipendenti. Si troverà così di fronte a un bivio: smettere i panni del gangster prezzolato e ricominciare da zero, oppure tornare alla vita di sempre, sulla strada, tra le puttane, i tossici e gli spacciatori a far rispettare l’ordine impartito dal suo boss.
Sfascistoni. Manuale di resistenza a tutte le destre
È evidente che in Italia sia mancata una Norimberga. Il nostro Paese, infatti, non ha mai fatto i conti col fascismo e con la sua memoria storica. Proprio per questo già Beppe Fenoglio temeva che certi squadristi si sarebbero prima o poi riciclati, e dunque reinseriti, nelle istituzioni. E così è stato. Sfascistoni è al tempo stesso un catalogo e un manuale. Catalogo di soggetti politicamente e moralmente irricevibili, che proliferano nella destra italiana oggi baciata dai consensi. E manuale di resistenza, perché a questa politica degenere e vomitevole occorre resistere. In questo libro, scritto con arguzia e tagliente ironia, Andrea Scanzi mette in fila una lunga serie di fascisti dichiarati e mascherati, macchiette e pesci piccoli, camerati e criminali. Qualcuno vi farà persino sorridere, molti altri vi faranno rabbia e basta. Talvolta sullo sfondo c’è la presenza di Matteo Salvini e Giorgia Meloni che, seppure dichiaratamente non fascisti, quel mondo lo cercano, lo titillano, lo corteggiano. Per poi far finta di nulla e cadere dal pero quando qualcuno – la solita “sinistra comunista e moralista” – glielo fa notare. Viviamo tempi sbandati, faticosi, pericolosi. E occorre resistere, magari partendo proprio da questo libro accorato e arrabbiato.
Opinioni:
Viviamo tempi sbandati, faticosi, pericolosi. E occorre resistere, magari partendo proprio da questo libro accorato e arrabbiato. – LaFeltrinelli
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