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Si cucine cumme vogli’i’… La cucina povera di Eduardo De Filippo raccontata dalla moglie Isabella
Vita di Eduardo
Cantata dei giorni dispari: Volume terzo: Vol. 3
Il volume contiene: Il sindaco del rione Sanità, L’arte della commedia, Il cilindro, Il contratto, Il monumento, Gli esami non finiscono mai. Precede ogni commedia una nota critica sulla storia del testo e la sua fortuna scenica. Il volume contiene la cronologia della vita e del teatro e la bibliografia completa.
Cantata dei giorni dispari
Eduardo De Filippo nelle commedie riunite sotto il patetico ed espressivo titolo di “Cantata dei giorni dispari” (i “giorni dispari” sarebbero, secondo un detto napoletano quelli più tormentati, più difficili) ha dato un ritratto tra i più felici della vita italiana negli anni del dopoguerra, ma ancor oggi attuale, esemplificandola in assurdi schemi simbolici, ma umanizzandola in personaggi, sentimenti, problemi immediati ed estremamente legati alla realtà popolare.
Le poesie
“Dopo aver scritto poesie giovanili, come fanno più o meno tutti i ragazzi, questa attività divenne per me un aiuto durante la stesura delle mie opere teatrali. Mi succedeva, a volte, riscrivendo una commedia, d’impuntarmi su una situazione da sviluppare, in modo da poterla agganciare più avanti a un’altra, e allora, messo da parte il copione, per non alzarmi dal tavolino con un problema irrisolto, il che avrebbe significato non aver più voglia di riprendere il lavoro per chissà quanto tempo, mi mettevo davanti un foglio bianco e buttavo giù versi che avessero attinenza con l’argomento e i personaggi del lavoro interrotto. Questo mi portava sempre più vicino all’essenza del mio pensiero e mi permetteva di superare gli ostacoli. Per esempio, ‘A gatta d’ ‘o palazzo e Tre ppiccerille mi aiutarono ad andare avanti con Filumena Marturano. Come la gatta lascia il biglietto da mille lire e mangia il cibo, cosí Filumena non mira al danaro di Domenico Soriano ma alla pace e alla serenità dei suoi figli. I quali figli sono poi i tre bambini sotto un ombrello che vidi davvero una mattina in un vicolo di Napoli, uniti nella poesia, separati nella vicenda teatrale fino al momento della rivelazione di Filumena… A poco a poco ci ho preso gusto e ora scrivo poesie anche indipendentemente dalle commedie”.
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