Questa è la pagina dedicata a Edward Morgan Forster.
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Aspetti del romanzo
In “Aspetti del romanzo”, che raccoglie alcune conferenze tenute a Cambridge nel 1927, Forster indaga le tecniche e gli strumenti dell’arte del narrare. Le categorie che propone sono semplici e fondamentali, e insieme sommamente precise: «storia», «persone», «intreccio», «fantasia», «profezia», «modello e ritmo» Spiando gli scrittori al lavoro, Forster porta alla luce analogie inattese tra i procedimenti di Richardson e di James, di Dickens e di Welles, di Sterne e della Woolf. E al lettore regala preziose intuizioni: come quando individua la prerogativa dell’autore nel conoscere «la vita nascosta» delle sue creature – privilegio che quasi mai è concesso nel mondo reale – o quando teorizza, in largo anticipo sui tempi, la natura aperta del romanzo: «L’espansione: ecco l’idea a cui i romanzieri devono rifarsi, non la completezza» Libro di culto per generazioni di narratori, questo piccolo capolavoro incarna tutta la sapienza critica e l’intelligenza di una delle grandi voci del Novecento.
Maurice
Casa Howard
Camera con vista
A dispetto dell’eleganza stilistica, della sobrietà del linguaggio, del tono sicuro con cui Forster scandisce il ritmo della vita dei protagonisti, ognuno dei suoi libri trasmette una lieve inquietudine e un vago senso di precarietà. Con grande sottigliezza e acume lo scrittore inglese è capace di svelare le convenzioni sociali e i pregiudizi morali che imprigionano la sensibilità e che mettono in crisi i rapporti tra gli uomini.
Casa Howard
«Casa Howard» è ormai considerato il capolavoro di Edward M. Forster, ed è certamente uno dei “classici” della letteratura del ventesimo secolo. La ricchezza del romanzo sta nella pregnanza di una narrazione piena di tensioni, in parte irrisolte perché lo stesso Forster è partecipe di esse e il “solo connettere” del sottotitolo del romanzo gli è impossibile solo in parte, come egli ben sa. Ma forse il fascino di «Casa Howard» sta proprio in questa difficoltà a risolvere contraddizioni ancora irrisolvibili. Ciò nonostante, dice Virginia Woolf (ed è noto che Forster s’ispirò inizialmente per le due eroine del romanzo, Margaret e Helen, alla giovinezza di Virginia e della sorella Vanessa), «la pianificazione della storia è magistrale. Quella cosa indefinibile ma tanto importante, l’atmosfera del libro, riluce di intelligenza; non a un barlume di fandonia, non a un atomo di falsità è consentito di depositarsi. E di nuovo, ma su di un campo di battaglia più ampio, continua il conflitto che ha luogo in tutti i romanzi di Mr. Forster: il conflitto fra le cose che importano e le cose che non importano, fra la realtà e la falsità, fra la verità e la menzogna» Prefazione di Agostino Lombardo, con un saggio di Virginia Woolf.
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