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Roma Caput Vini. La sorprendente scoperta che cambia il mondo del vino
Grazie alle analisi del DNA la ricerca è entrata in una nuova era. Vale per ogni specie vivente, vale per i vini e per i vitigni: dalle origini ai nostri giorni, è finalmente possibile conoscerne la storia più profonda. Un gruppo di autorevoli esperti ha recentemente scoperto che ben 78 vitigni coltivati oggi in Europa hanno un antico genitore comune: il vitigno affidato da un imperatore romano alle sue legioni. Se guardate un film di guerra ambientato nell’antica Roma e osservate bene i centurioni, scoprirete che immancabilmente nella mano destra stringono un bastone, chiamato vitis, che non è altro che un ramo di vite. Seguendo alla lettera il monito di Orazio – “nessun albero prima della sacra vite tu pianterai, o Varo” – Roma stabilisce, a un certo punto della sua storia, che la figura chiave dell’esercito avrebbe impugnato un tralcio di vite. Perché gli antichi romani davano così importanza a questa pianta? E come mai in Italia, in Gallia, in Britannia, in Iberia e ovunque in Europa cominciarono a piantare viti, anziché frumento, orzo o alberi da frutta? Come ha fatto una città enologicamente incolta a diventare la capitale mondiale del vino? Nei primi secoli dell’antica Roma il vino è una bevanda per ricchi patrizi. A partire dalla seconda metà del II secolo a.C, quando si diffonde il pane, anche il vino “esplode”, diventando nutrimento e piacere di massa. Nascono produttori, speculatori, grossisti e dettaglianti che accumulano capitali e fondano compagnie commerciali.
T.D.P. Tecnologie, disegno, progettazione. Per le Scuole superiori (Vol. 2)
TDP. Tecnologie, disegno, progettazione. Per le Scuole superiori (Vol. 1)
Elisabetta II dalla A alla Z
La storia, le curiosità, gli affetti e i segreti: tutto quello che c’è da sapere sulla regina più longeva (e più amata) di sempre.
A come Amore, Anna (la figlia), Ascot (con gli adorati cavalli). B come Balmoral (il castello preferito), Breakfast (un rito), Buck-ingham Palace. C come Carlo & Camilla, naturalmente, ma anche come Cappelli (leggendari e di tutte le fogge, un feticcio, per la regina), Commonwealth e Corona. Forse non bastano le lettere dell’alfabeto per raccontare la vita pubblica e privata della regina più longeva del mondo. Classe 1926, Elisabetta II ha battuto molti record, con i suoi 68 anni sul trono (più della regina Vittoria!), durante i quali ha visto passare 7 papi e 14 primi ministri: da Winston Churchill, vincitore della Seconda guerra mondiale, a Boris Johnson, falco della Brexit, passando per la Lady di Ferro Margaret Thatcher. Ha conosciuto l’adorazione dei sudditi e vissuto periodi di assoluta impopolarità, dopo la tragica morte di Diana. Ha superato le gaffe del marito Filippo e gli scandali che hanno coinvolto la Royal Family: dall’amore impossibile fra la sorella Margaret e il colonnello Townsend ai tradimenti vicendevoli fra Andrea e Sarah Ferguson, dal triangolo Carlo-Diana-Camilla alle clamorose scelte di Harry e Meghan, che oggi tengono banco sui tabloid. Anche grazie a lei, il futuro della Corona è saldo nelle mani di William e Kate. Elisabetta, Lilibet per gli affetti più cari, non ha mai smesso di tenere le redini della famiglia e della monarchia inglese, sempre fedele ai suoi valori e alle sue tradizioni. Impone a tutta la corte una rigida e anacronistica etichetta eppure è un’icona mondiale, amata in ogni angolo del pianeta. In questo libro Lavinia Orefici raccoglie tutto, ma proprio tutto quel che si sa sull’ultima vera sovrana.Economia in 3D. L’intelligenza della natura
I 12 trend presentati in Economia in 3D riguardano l’intero sistema economico, ma trovano applicazione prima di tutto nell’agricoltura e nell’industria agroalimentare che, oltre a condannarci a mangiare cibi spesso privi di sapore e malsani, contribuiscono massicciamente al riscaldamento globale e all’esaurimento di risorse fondamentali come il suolo e l’acqua. È proprio dal sistema di produzione del cibo che deve partire la trasformazione verso l’economia in 3D, in grado di generare valore per le comunità e dignità per tutti i loro membri, riducendo le ineguaglianze e contrastando gli effetti più pericolosi dei cambiamenti climatici e del degrado ambientale.
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