Questa è la pagina dedicata a Emanuele Tonon.
In questa pagina troverai 5 prodotti, tra cui “La luce prima (I Libri di Isbn/Guidemoizzi)”.
Il nemico
«Si chiamava Settimo perché era il settimo di undici figli. La sua vita non è stata una festa, piuttosto è stata l’esatto contrario.» Settimo è il padre del narratore di questo “romanzo eretico”, di questa epica familiare fatta di fatica in fabbrica, di vino, di preghiera e bestemmia, amore e tradimento, sofferenza, nascita e morte. Tra vita quotidiana e invettiva spirituale, tra corpi dolenti e desiderio d’assoluto, “Il nemico” è il feroce atto di accusa di un uomo contro Dio; Tonon trasforma la scrittura in un rituale esoterico per denunciare l’insopportabile ingiustizia dell’esistere.
La luce prima (I Libri di Isbn/Guidemoizzi)
I circuiti celesti (VITE INATTESE Vol. 3)
La prime lumière
Fervore
Vincitore Premio Mondello 2016 – Opera italiana Ogni risveglio è un venire al mondo: violenza dello strappo, stordimento, gloria di incontrare ciò che è vivo. Di albe così il protagonista e narratore di questa storia ne ha davanti tante, tutte quelle che compongono l’anno del suo noviziato nel convento francescano di Renacavata, in Centro Italia. Sono i dodici mesi della “prova”, in cui si veste il saio e ci si prepara a emettere i voti: un tempo assorto, di isolamento, lavoro manuale, preghiera. Giornate in cui l’esperienza interiore – estatica, a volte, a volte annichilente – si amplifica fino a invadere lo spazio della realtà concreta, sottoponendola a una reinterpretazione radicale. Il protagonista senza nome approda qui appena ventenne, infiammato da un bisogno di senso e appartenenza, deciso a rifiutare un destino omologato, disgustato dalla sensazione di essere una tra milioni di “vacche che sconoscevano la morte, che non conoscevano i ganci cui sarebbero finite appese”. Nella dimensione protetta del convento, pallida ma funzionale riproduzione del Giardino edenico, i criteri che reggono il mondo fuori non tengono, si capovolgono: le crisi epilettiche di uno dei compagni sono un ascensore per le sfere celesti, le vipere acquattate nelle sterpaglie ambiscono a iniettare veleno nei teneri polpacci dei novizi per custodirne l’innocenza, preservandoli dalla contaminazione del vivere. Le ore trascorrono nella solitudine della cella, l’alambicco in cui leggere, scrivere, sognare unioni mistiche e carnali; in comunione coi compagni, nel canto, durante i pasti, nelle riunioni intorno al fuoco; e nel lavoro: zappare la terra, raccoglierne i frutti, alternarsi nella pulizia degli spazi comuni. In una “riproposizione della giullaresca vita del santo di cui avevamo preso a seguire le orme: non l’agonizzante stratega stimmatizzato, funzionale alla Chiesa e al potere, ma il Giullare pazzo che per poco tempo aveva potuto essere Francesco”. Rapiti da una lingua intensamente poetica, da una scrittura guizzante, visionaria, tesa a catturare il simbolo che incendia il cuore del vero, attraversiamo insieme al narratore questo spazio sacro e umanissimo: le celle, la chiesa, il Coro, il refettorio, la biblioteca, i campi, il giardino, col passo solenne di una sacra rappresentazione dei nostri tempi.
Opinioni:
Rapiti da una lingua intensamente poetica, da una scrittura guizzante, visionaria, tesa a catturare il simbolo che incendia il cuore del vero, attraversiamo insieme al narratore questo spazio sacro e umanissimo dei nostri tempi. – LaFeltrinelli
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