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Autobiografia a due voci
Ignacio Ramonet ha vissuto a Cuba accanto a Castro per alcune settimane e dalle loro lunghe conversazioni è nata quella che può essere considerata l’autobiografia definitiva del lider maximo, il testamento politico e umano di un grande rivoluzionario e, allo stesso tempo, di un dittatore nel momento del suo declino. “El Comandante” racconta di sé e del mondo che ha conosciuto, dei grandi della terra, delle crisi internazionali in cui ha svolto un ruolo di primo piano. Ripercorre i più recenti eventi di politica internazionale che lo hanno visto coinvolto e offre un punto di vista di grande lucidità sulla difficile fase che il nostro mondo sta attraversando. Il risultato è l’ultima testimonianza lasciata al suo tempo e ai posteri da un protagonista del Novecento.
La rivoluzione cubana. Le origini del socialismo latinoamericano
Rivoluzionario, uomo di potere, affabulatore, dittatore: così e in molti altri modi è stato definito Fidel Castro, il Líder Máximo del primo Stato americano ad essersi avviato verso il socialismo. Al di là delle ombre che circondano il suo personaggio, è però innegabile che Castro guidò un’impresa senza precedenti, destinata a cambiare per sempre le sorti dell’America Latina e a influire profondamente sul resto del mondo: la Rivoluzione cubana. Attraverso i più significativi scritti di Castro, primo tra tutti il discorso pronunciato sulla Piazza Civica dell’Avana il 1 maggio del 1961 per annunciare l’imminente Costituzione socialista che avrebbe assunto Cuba, si ripercorrono così i fatti che condussero al rovesciamento di Batista da parte del Movimento 26 luglio, ma anche il profondo significato politico di quella lotta per Fidel Castro, Che Guevara, Camilo Cienfuegos e gli altri protagonisti della rivoluzione.
Fidel Castro. Il Líder Máximo
Fidel Castro. Una vita
“Un libro sorprendente che racconta il destino di quel maestro di illusioni perdute che è stato il leader cubano.” – L’Express “La storia mi assolverà.” Così, nel 1953, Fidel Castro lanciava il suo atto d’accusa al regime di Fulgencio Batista, che di lì a pochi anni sarebbe stato rovesciato dalla rivoluzione. Proprio con il fallito assalto alla caserma della Moncada, che costò a Castro il carcere e l’esilio, furono poste le basi del Movimiento 26 de Julio, nelle cui file maturarono le premesse per la guerriglia che nel 1959 avrebbe condotto Castro al potere, dando avvio alla dittatura più lunga della storia. Un dominio assoluto, esercitato per quasi cinquant’anni su una piccola isola, la cui posizione strategica ne ha fatto spesso l’ago della bilancia nei precari equilibri internazionali durante e dopo la Guerra fredda. Ma chi era davvero Fidel Castro? Dopo anni di ricerche, Serge Raffy traccia il ritratto vivido di un personaggio complesso e inquietante, figura camaleontica, Líder Máximo, “Stalin dei tropici”, ripercorrendo le tappe della sua vita e della sua parabola politica: dalle umiliazioni patite nell’infanzia – Castro era figlio illegittimo di un grande proprietario terriero – a un’adolescenza segnata dalla rigida educazione ricevuta dai gesuiti, dalla laurea in giurisprudenza all’incontro con gli esuli cubani negli Stati Uniti fino agli ultimi anni all’ombra del fratello Raúl. L’accurata ricostruzione storica di Raffy è ricca di rivelazioni su aspetti poco noti della vita di Fidel, come i suoi amori tumultuosi, ufficiali e non, e le decine di rocamboleschi tentativi di omicidio dei quali fu vittima. Ma questo libro getta nuova luce anche sulle relazioni di Castro con la Cia e il Kgb; svela i retroscena della “crisi dei missili”, che nel 1962 tenne il mondo col fiato sospeso, e dell’assassinio di John Fitzgerald Kennedy; ricostruisce la trama degli eventi che condussero alla morte di Che Guevara, alla tentata invasione della Baia dei Porci, al ruolo giocato da Cuba nella tragica fine del presidente cileno Salvador Allende; denuncia le sistematiche violazioni dei diritti umani, i processi sommari, l’eliminazione metodica degli oppositori al regime; si interroga sul futuro assai incerto del Paese. Quello tracciato da Raffy è il profilo realistico e obiettivo dell’ultima grande figura del Novecento, specchio delle contraddizioni politiche e delle tensioni internazionali.
Opinioni:
Il ritratto politico e umano di un grande protagonista del Novecento. La vicenda tragica di un paese e di un popolo dominati da un leader carismatico e brutale. – LaFeltrinelli
Fidel Castro. L’ultimo «re cattolico»
Né icona marxista, né frutto della guerra fredda: Fidel Castro, l’ultimo Re cattolico, è il più coerente erede, nell’età contemporanea, della cristianità ispanica in America Latina. Galiziano e cubano, gesuita e comunista, la sua parabola umana e politica è la continuazione ideale dell’eterna lotta della Spagna cattolica contro l’illuminismo prima e la modernità liberale poi, figlie del mondo protestante. La sua biografia, la sua formazione, il suo universo morale, il suo immaginario politico e sociale, il suo regime, esprimono la concezione organica del mondo tipica di quel retaggio; il suo viscerale odio per il liberalismo, la democrazia rappresentativa, le libertà individuali, l’economia di mercato e i paesi occidentali ne sono il naturale corollario. Fidel Castro emerge in questo volume come un leader religioso, più che politico; come Re e Pontefice di un ordine confessionale che fuse ciò che il liberalismo aveva separato: politica e religione, individuo e comunità, Stato e società. La natura totalitaria del suo regime non imitò gli alleati socialisti, ma fu frutto spontaneo della matrice antiliberale del populismo latino: falangismo, peronismo, chavismo sono i suoi più stretti parenti. Il suo Stato fu uno Stato etico dedito a catechizzare i fedeli e convertire gli infedeli con la croce della sua fede e la spada dei suoi eserciti. Il suo comunismo è un’utopia cristiana, culminata nell’invocazione dell’unione di cristiani e musulmani contro il peccato liberale e capitalista. Aveva promesso prosperità, morì intonando lodi alla povertà evangelica: il frutto dei suoi disastri economici.
Opinioni:
Fidel Castro emerge in questo volume come un leader religioso, più che politico; come Re e Pontefice di un ordine confessionale che fuse ciò che il liberalismo aveva separato: politica e religione, individuo e comunità, Stato e società. – LaFeltrinelli
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