Questa è la pagina dedicata a Francesca d’Aloja.
In questa pagina troverai 5 prodotti, tra cui “Corpi speciali”.
Spiriti
“C’è stato un tempo in cui ho cominciato a interessarmi alle vite degli altri più che alla mia. Negli ultimi tre anni ho vissuto circondata da presenze, spiriti illuminati e illuminanti che mi hanno accompagnato, fatto riflettere, ispirato. Insieme a loro ho riso, per alcuni ho pianto, e con ciascuno ho percorso un tratto di strada. Il termine spiriti non tragga in inganno, non c’entrano tavolini traballanti o manifestazioni paranormali. Si tratta piuttosto di evocazioni sentimentali. Le persone qui raccontate, privilegiate o meno, fortunate o sventurate, hanno tutte cercato di dare un senso alla propria esistenza. E tutte hanno rivelato un caparbio desiderio di esistere. Ecco, forse è la loro spinta vitale ad avermi conquistata, quella formidabile fiamma che trasforma la vita in un’avventura e che viene alimentata dal più potente dei combustibili: la passione.” Francesca d’Aloja racconta vite che non sono le nostre ma che ugualmente ci appartengono. Da Nikola Tesla, l’uomo nato con l’elettricità nello sguardo, agli occhi magnetici di Jean Seberg, dalla donna che fece perdere la testa a Nietzsche, Rilke e Freud a Chet Baker che suona la tromba davanti casa, fino a uno scrittore geniale nascosto nel cappotto color cammello di un professore di liceo. Sono incontri – talvolta reali, talvolta immaginati, spesso sfiorati – che non sono mai fortuiti, ma seguono le inclinazioni imprevedibili e inevitabili dell’esistenza. E portano a scoperte straordinarie, con nuovi amici e compagni di viaggio “cinici, spietati, scorretti. Ma anche affascinanti, perché profondamente liberi”.
Opinioni:
Dopo il sorprendente Corpi speciali, Francesca d’Aloja prosegue la sua ricerca di personaggi straordinari rivelati dal suo talento unico di narratrice. Vite nascoste o esibite, storie vere, avvincenti e incredibili come se fossero inventate. – LaFeltrinelli
Corpi speciali
Otto giorni in Niger. Un diario a due voci
Nell’inverno del 2017 Edoardo Albinati e Francesca d’Aloja si uniscono a una missione dell’UNHCR in Niger, nel cuore dell’Africa. Otto giorni, poco più di una settimana – e due sguardi, due voci, per cercare di capire e raccontare cosa succede in quel crocevia dove passano profughi e armi, migranti e uranio, mentre il deserto avanza e l’acqua scarseggia sempre più. Il Niger è uno dei Paesi più poveri al mondo, ma pronto ad accogliere un numero impressionante di rifugiati dal Mali e dalla Nigeria, senza contare gli sfollati interni. Del fiume di denaro occidentale versato per combattere i nostri incubi, cioè migranti e terroristi, la gente del posto non vede che l’ombra. La miseria è onnipresente come la sabbia rossa e metafisica che copre ogni cosa. Eppure proprio qui viene offerto asilo e protezione alle donne liberate dalle carceri libiche, e ai bambini eritrei senza famiglia – «messaggi in bottiglia abbandonati alle onde» Senza lasciarsi condizionare da alcuna idea preconcetta, Albinati e d’Aloja scoprono sul campo la sorprendente serenità delle genti di fronte agli orrori, la disponibilità verso gli altri e la gioia autentica di aiutare. Negli ultimi anni, innumerevoli immagini hanno documentato i drammi del Mediterraneo. Questo diario a quattro mani si spinge più in là, verso l’origine di tutto, il luogo dove ha inizio l’avventura, e con parole semplici e impressioni immediate ci consegna il resoconto di un viaggio breve ma intenso, sconcertante e duro, alle radici di ciò che forse stiamo perdendo, noi come esseri umani e Stati civili.
Il sogno cattivo
Penelope Anselmi, la protagonista di questo romanzo all’inizio della storia è a Roma, nel 1978, ha diciassette anni ed è l’unica figlia di una famiglia borghese. Tre traumi, in lancinante sequenza squassano la sua vita e Penelope, per sopravvivere, deve autoescludersi dal mondo. Molti anni dopo, quando la sua esistenza sembra aprirsi grazie all’amore di Edoardo, Penelope torna al più misterioso tra gli eventi che hanno segnato la sua adolescenza, l’unico che sia ancora possibile affrontare: la scomparsa di Margherita, la sua amica del cuore, inghiottita dal gorgo della lotta armata dopo aver chiesto un aiuto che Penelope ha rifiutato di darle. E per Penelope inizia un lungo viaggio tra il passato e il presente, il bene e il male, la fedeltà e il tradimento.
Vite in sospeso
Dopo aver percorso i deserti del Niger lungo il cammino di chi tenta di arrivare al Mediterraneo, Francesca d’Aloja ed Edoardo Albinati hanno partecipato a nuove missioni dell’Agenzia ONU per i Rifugiati-UNHCR, stavolta percorrendo qualche tratto della famigerata “rotta balcanica”, che dal Medio Oriente conduce verso le nostre frontiere. È un percorso irto di pericoli, ma chi sta fuggendo dalla miseria e dalla guerra (il più delle volte, da entrambe) lo affronta come unica possibilità per conservare la vita o costruirsene una migliore. Su queste piste rischiose, attraverso foreste, fiumi e lande desolate, e confini spesso difesi in modo feroce, sono passati a centinaia di migliaia negli anni recenti, provenienti dalla Siria devastata, ma anche da Paesi molto più lontani: viaggi che durano mesi o anni, spesso costellati da sofferenze e umiliazioni, da trappole, inganni e brutalità che noi stentiamo a immaginare. Eppure, malgrado le ferite fisiche e morali inflitte loro lungo il cammino, i protagonisti di questo reportage rivelano sempre una sorprendente forza vitale e l’ostinazione di chi sta solo cercando di riconquistarsi un minimo di dignità. Dopo l’Africa narrata in Otto giorni in Niger, ritroviamo d’Aloja e Albinati alle frontiere che separano Macedonia del Nord, Serbia, Romania e Ungheria, Slovenia e Italia, e infine tra le montagne piemontesi, dove migranti e rifugiati diretti in Francia tentano forse l’ultimo passaggio. Senza alcun pietismo né partito preso gli autori hanno raccolto per noi le voci di chi ha tentato ripetutamente il “game” – il gioco rischioso di attraversare frontiere ostili – e decine di volte sono stati respinti: racconti impressionanti da leggere oggi, quando quelle stesse frontiere europee si sono aperte per accogliere, calorosamente, i profughi della guerra in Ucraina. Ma dalle quinte di questo libro si affacciano anche altri personaggi, altrettanto ostinati: sono tutti coloro che si adoperano per soccorrere, accogliere, curare.
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