Questa è la pagina dedicata a Francesco Bigazzi.
In questa pagina troverai 5 prodotti, tra cui “Il libro nero degli italiani nei gulag”.
Il libro nero degli italiani nei gulag
Bugie di guerra: La disinformazione russa dall’Unione Sovietica all’Ucraina
Guerra in Cecenia. Diario del rapimento di Mauro Galligani
Domenica 23 febbraio 1997, per le strade di Grozny, il fotoreporter Mauro Galligani viene sequestrato da un commando di quattro uomini armati. Non c’è dubbio che i colpevoli siano i separatisti ceceni, che si servono dei rapimenti – specialmente di stranieri e di giornalisti in genere – come vera “arma letale” di una lotta per l’indipendenza spesso controversa e tragica. Gli stessi rapimenti saranno poi sfruttati con grande abilità dagli strateghi russi, per alienare le simpatie del mondo occidentale nei confronti della causa cecena. Il giornalista Francesco Bigazzi, che si trova con Mauro al momento del rapimento, si rifiuta di tornare in Italia prima della librazione del collega, avvenuta il 14 aprile dello stesso anno, e decide di tenere un diario di quei giorni terribili. In quelle pagine, riproposte nel libro assieme a un accurato inquadramento storico sulle guerre cecene, si alternano speranze, timori, ombre di strategie, equilibri e giochi politici internazionali ancora oggi non del tutto chiariti.
Fabbricare le mezogne: La disinformazione in Italia tra guerra fredda e pandemia
Il primo Gulag. (Le isole Solovki)
In mezzo al Mar Bianco, a 165 chilometri dal Circolo Polare Artico, sono situate le isole Solovki. Per secoli disabitate, meta solo di pescatori nei mesi estivi, nel XV secolo furono scelte dai monaci ortodossi per costruire un importante monastero. Proprio quel complesso religioso divenne nel corso del Novecento un triste simbolo di violenza: requisito dallo Stato nel 1923 con un decreto firmato da Lenin, dopo la fucilazione degli ultimi monaci fu infatti trasformato nel primo campo di concentramento sovietico, il gulag da cui trasse origine il progetto di sterminio di tanti figli della grande Russia. Pagina dopo pagina, il libro ci fa entrare nella dimensione della tragedia e ciò che si avverte fin dall’inizio come ineluttabile… effettivamente si produce: dietro alla cortina fumogena dei “campi di rieducazione” si profila un mondo fatto di fame, odio, prevaricazione, banalizzazione della morte.
Se volessi saperne di più, dai un’occhiata al nostro canale Youtube!
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.