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Mai innamorarsi ad agosto
Matteo Marano, detto Bum Bum, è stato un centravanti promettente, ma ha bruciato la sua carriera a soli ventidue anni. A trenta suonati, lo ritroviamo impiegato precario del Ministero dell’Ambiente, a caccia di borse di studio. Sogna un contratto a tempo indeterminato, o almeno il rinnovo dell’ultimo incarico. L’ingegner Boccasini, dirigente senza scrupoli di quel ministero, lo aiuterà, ma a un patto. Bum Bum dovrà arruolarsi nella squadra ministeriale, per far diventare l’ingegnere capocannoniere del torneo. Impresa difficile. Il dirigente è quasi negato per il gioco e Marano è segnato dal dissidio interiore: cedere l’ultima stilla del proprio talento a questo squallido compromesso o abbandonare il sogno del posto fisso? Commedia romantica tra gli inconvenienti, talvolta dolosi, della pubblica amministrazione e gli amori che si nutrono più di divieti che di grandi incontri, “Mai innamorarsi ad agosto” è lo spaccato della caotica società italiana di questi anni tra lavori e affetti che sembrano eternamente transitori. Con una scrittura lieve, divertita, ironica, Francesco Marocco disegna un caleidoscopio di personaggi e relazioni tra burocrazia, politica e sentimenti.
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L’estate in cui il Bari comprò João Paulo
Una città si può raccontare in mille modi. Se poi è l’unica città che vanta il solo monumento equestre eretto a un cavallo e non a un cavaliere ti viene da scrivere, raccontandoti con ironia, che “siamo l’unica città secoli avanti nella lotta per la parità dei diritti tra umani ed equini”. Con la penna che scorre agilmente sul foglio, Marocco descrive una generazione che vive la periferia di una città levantina come Bari, anche quando di questa città abita i quartieri “bene” e frequenta i posti alla moda. 6 racconti che tracciano e segnano, nei destini dei protagonisti, i linguaggi, i sogni, le solitudini e le acrobazie di una generazione immersa in una metropoli che è periferia perchè città del sud, che non sa essa stessa se dirsi antica o moderna… e che festeggia il suo santo patrono con le stesso ardore con cui ricorda l’estate in cui il Bari comprò João Paulo, mentre strizza l’occhio ad Antonio Cassano.
In tumulto. Nei moti dell’adolescenza
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