Questa è la pagina dedicata a Generoso Picone.
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I napoletani
Paesaggio con rovine. Irpinia: un terremoto infinito
Irpinia. 23 novembre 1980. La terra trema. La catastrofe. Le rovine. L’immagine di Conza della Campania dopo il terremoto torna sui giornali dopo il 24 agosto 2016: lo scatto in bianco e nero di allora torna a dire che, anche ad Amatrice, la storia si ripete. Nonostante i progressi annunciati, le prevenzioni intimate, le lezioni impartite.
È da qui che comincia il racconto di Paesaggio con rovine. Generoso Picone, giornalista e scrittore, indaga, esattamente quarant’anni dopo, nel groviglio di quel che resta, intercetta continuità e buchi neri, restituisce e aggiorna una vicenda che è specchio del Mezzogiorno e dell’Italia tutta. L’Irpinia povera e marginale di allora oggi è un luogo spopolato, abbandonato, irrilevante. Da una frattura all’altra, come se niente intanto fosse accaduto. E invece molto è accaduto. E una verità ci deve pur essere tra queste rovine. Picone si rende conto che per quarant’anni in ogni libro letto, documento, riferimento, e in ogni nuova catastrofe, ha cercato di rispondere alle domande scaturite il 23 novembre 1980. La verità, perseguita con vigile ossessione, non è appaltata esclusivamente ai verdetti giudiziari o appesa all’intricato catalogo di accuse e polemiche su ritardi, inadempienze, sfruttamenti, convenienze, ruberie e cinismo: il racconto di Picone chiede materiali non usurati, chiede una “ricostruzione” che ripercorre le imprese di chi da tanta tragedia ha tratto profitto, di chi ha speculato sulle aspettative maturate, di chi continua a utilizzare questa terra come mezzo e non come fine.Il terremoto dell’Irpinia: Cronaca, storia e memoria dell’evento più catastrofico dell’Italia repubblicana
DI PADRE IN FIGLIO. L’Irpinia e il basket. I primi 70 anni della Scandone Avellino
“Di padre in figlio” si legge su una delle bandiere inalberate nella curva del PalaDelMauro e sui gradoni di tutti gli impianti d’Italia e d’Europa dove la Scandone giochi. Il padre è Gigetto Valentino, grande giocatore della squadra che dal campetto di Via dei Conciliis arrivò a conoscere i parquet, trascinatore biondo con una energia infinita, purtroppo prematuramente scomparso. Il figlio è Vincenzo, già atleta e ora tifoso appassionato e infaticabile, custode fedele della testimonianza non soltanto paterna. In quell’annuncio di sequenza temporale nella trasmissione di un’eredità immateriale e preziosa c’è il paradigma di un sentimento che da familiare è diventato di una collettività, la saldatura di un legame che costituisce il capitale sociale impagabile della Scandone ad Avellino; il suo essere autenticamente un bene comune la cui portata va anche oltre l’ambito sportivo. Per celebrare l’anniversario dei 70 anni della società, un libro che raccoglie la storia, le testimonianze, i documenti e le immagini della Scandone che attraverso il basket ha portato il nome dell’Irpinia alle massime ribalte in Italia e in Europa.
Tondelli. Il mestiere di scrittore. Un libro-intervista
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