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Wimbledon. Sessantacinque anni di storia del più importante torneo del mondo
La prima volta fu da bambino, nel 1937. Il bambino divenne giovane tennista e, nel 1953, affrontò un lungo viaggio fino a Londra, con una vecchia Topolino, per calcare l’erba di quello che uno dei suoi maestri, Giorgio Bassani, avrebbe definito «il Vaticano del tennis» Da allora, abbandonata ogni speranza di vincere un giorno i Championships, Gianni Clerici non ha mai smesso di raccontare, con infinita competenza, i trionfi e le cadute dei grandi che hanno fatto la storia del torneo di tennis più importante, il primo a essere disputato sin dal 1877. Perché il mito del tennis è il mito di Wimbledon, e gli articoli di Clerici – qui raccolti in un volume arricchito di profili dei campioni, annotazioni personali, fotografie e aggiornato fino al 2017 – rievocano l’epopea di un gioco passato dal dilettantismo al professionismo, dalle racchette di legno a quelle costruite in materiali spaziali. Nelle cronache dello Scriba – come è stato definito Clerici dagli anglofoni – scorrono sessantacinque anni di storia dello sport più amato, in una sorta di «rivisitazione del tempo perduto ai margini dei court» Ci sono le vittorie di Jimmy Connors, «l’Antipatico», di Bjòrn Borg, «l’Orso», di John McEnroe, «il Bauscia», e poi i record di Roger Federer e delle sorelle Williams, ma anche gli amori chiacchierati di Martina Navratilova, o la bizzarra storia di un ricco maragià indiano, che solo in punto di morte riuscì a ottenere l’ammissione all’esclusivissimo All England and Croquet Club di Wimbledon. Così, in queste pagine lo Scriba alterna curiosità e aneddoti, dati e considerazioni tecnico-tattiche, esplorando la storia del torneo che eterna chi lo vince.
Il tennis nell’arte. Racconti di quadri e sculture dall’antichità a oggi
Quando l’azione in campo dà vita all’arte. Una variegata e personalissima storia del tennis per immagini Molti sono i grandi pittori che hanno raffigurato il tennis da Desubleo a Tiepolo, da Chardin a Goya, da Boccioni a Campigli a Carrà a Hopper, per non parlare di scultori come Calder, Thayaht, Tongiani. I racconti dedicati alle opere di questi grandi artisti si intrecciano con la storia personale di Gianni Clerici che, dopo una vita spesa a commentare il tennis, ci accompagna per la prima volta a scoprire anche la sua ricca e ampia collezione familiare di quadri e sculture. Un libro in cui la storia del tennis si interseca alla storia dell’arte passando attraverso episodi di vita, di personaggi famosi e non. Grazie alla delicatissima sensibilità di Gianni Clerici, ai suoi tocchi da narratore stilizzato e appassionato collezionista, il volume diventa una festa di considerazioni e di opinioni, perché quando a parlare è Gianni Clerici la voce si fa sempre ricca di registri e di colori, di emozioni e di divagazioni. Nel libro la ricerca e la scelta delle immagini che parlano del tennis crea un lungo racconto dall’antichità a oggi. Le oltre 100 opere e l’apporto delle schede storico-artistiche di Milena Naldi aiutano a seguire in ordine cronologico la narrazione, offrendo di ogni artista la sua storia. Un libro per appassionati del tennis e per curiosi dell’arte a cui nessuno aveva mai pensato.
Opinioni:
Quando nasce il tennis? Quanti artisti l’hanno raffigurato? L’ironica voce narrante di Gianni Clerici traccia una storia divertita e inedita del tennis nell’arte. Un libro per appassionati del tennis e per curiosi dell’arte a cui nessuno aveva mai pensato. – LaFeltrinelli
I gesti bianchi: Londra 1960-Costa Azzurra 1950-Alassio 1939
Tre romanzi – Londra 1960, Costa Azzurra 1950, Alassio 1939 – destinati a formare un tutt’uno. Un solo palpitante e smagrato omaggio al tennis, sport preferito, amato, subìto, odiato. Passioni viscerali e vittorie atletiche, il gioco esatto e l’andirivieni indistinto del tempo, ragazzi in continua, sfibrante competizione, l’intossicata eleganza cosmopolita, Alassio raffinata nell’aria di guerra del 1939, Cannes Beaulieu e Montecarlo, Londra per sempre, le ragazze perfette così facili a corrompersi, i fantasmi di Wimbledon, la dolce morte di una cultura. Gianni Clerici, gran giocatore e critico insuperato di tennis, scrive del suo sport come nessun altro, senza le nostalgie adolescenti di Giorgio Bassani né le astrazioni velleitarie di Michelangelo Antonioni. Con fascino fitzgeraldiano e nervosismo arbasiniano, ma con una indipendenza assoluta di ritmo, colpo d’occhio, tonalità di colori e di risposte del cuore a ogni provocazione, movimenta la pagina come se fosse sempre in campo, in gara, sempre in tensione. E, effettivamente, lo è.
Opinioni:
Gianni Clerici, gran giocatore e critico insuperato di tennis, scrive del suo sport come nessun altro, senza le nostalgie adolescenti di Giorgio Bassani né le astrazioni velleitarie di Michelangelo Antonioni. – LaFeltrinelli
Il tennis facile. Manuale illustrato per neofiti e cultori della materia
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