Questa è la pagina dedicata a Giorgio Caproni.
In questa pagina troverai 5 prodotti, tra cui “Antologia personale”.
Tutte le poesie
Il volume raccoglie l’intera produzione di Giorgio Caproni, compreso “Res Amissa”, pubblicato postumo nel 1991. È dunque possibile cogliere nella sua interezza una delle più importanti voci poetiche del Novecento. Il dato essenziale della modernità di Giorgio Caproni è quella sua particolare musica cui si deve la naturalezza con cui il poeta passa, senza mutar tono, dal quotidiano all’astratto, dal colore al disegno, dal colloquiale all’epigrafico, dal domestico al metafisico. Temi preferiti da Caproni sono il viaggio, la frontiera, le terre di nessuno con i loro paesaggi solitari e le loro rare apparizioni e la caccia, ossessiva, a un’inafferrabile preda. Unico rifugio umano è proprio l’incerto confine tra il vero e l’immaginario, tra il certo e il possibile: anche l’assoluto, se esiste, abita nell’ambiguità. Introduzione di Stefano Verdino.
Il muro della terra
Secondo titolo dantesco di Giorgio Caproni, “Il muro della terra”, uscito nel 1975, rimanda a un ostacolo opprimente e impenetrabile al di là del quale si aprono terre sconosciute. Al vuoto e al deserto di questi «luoghi non giurisdizionali» corrisponde una versificazione scarna e sgranata, interrotta da una fitta punteggiatura, dove il suono precede e talvolta determina il senso. Questa nuova edizione, per la prima volta corredata da un puntuale commento a cura di Adele Dei, permette di riscoprire e apprezzare, in un volume autonomo e aggiornato, uno degli esiti più innovativi e rilevanti di un autore simbolo del nostro tempo.
Il «Terzo libro» e altre cose
“Questa mia scelta di versi è quasi per intero tratta dal Terzo libro del ‘Passaggio d’Enea’. Vuol essere la ricostituzione d’un libro – il mio terzo libro, appunto – che già incorporato nel folto ‘Passaggio d’Enea’, mancò tuttavia d’uscire al netto nella sua propria e precisa fisionomia, e che isolato e riorganizzato nella sua intima struttura, e infine tutto in sé concluso, mi piace oggi riconsiderare, con sufficiente distacco, come indicativo a me stesso della direzione – credo rimasta determinante – della mia ricerca negli anni che pressappoco corrono, piccole appendici e digressioni a parte, dal ’44 al ’54”. Con questa spiegazione Caproni accompagnava l’edizione einaudiana del 1968. Quell’edizione fu in realtà l’occasione per trasformare il suo “terzo libro” in una sorta di autoantologia inserendo nel volume poesie tratte dal “Seme del piangere” (1959) e dal recente, allora, “Congedo di un viaggiatore cerimonioso” (1965), nonché alcuni testi inediti. Dunque un’idea di recupero archeologico si era trasformata in una nuova raccolta organica che voleva rappresentare la continuità della poesia di Caproni nel tempo, nonostante modalità stilistiche diverse fossero giunte a maturazione. Questa nuova edizione è l’occasione per riconsiderare lo snodo fondamentale di quel libro nel percorso poetico di Caproni. Prefazione di Enrico testa. Con un saggio di Luigi Surdich.
Antologia personale
Il volume ripropone l'”autoantologia” curata dallo stesso Caproni nel 1976 per la collana “I Garzanti per tutti”, arricchita di una scelta di poesie tratte dalle raccolte successive (Il franco cacciatore, 1982; Erba francese, 1983; Il conte di Kevenhüller, 1987; Resamissa, 1991). La selezione è stata curata da Stefano Verdino, a partire dalle indicazioni e dalle preferenze espresse dall’autore in alcuni scritti e interviste: ne risulta un ritratto fedele del poeta, in versi dalla pronuncia originale e inconfondibile, capaci di profondità e leggerezza, dramma e ironia. La nuova edizione è corredata da un commento che, raccolta per raccolta, guida il lettore alla comprensione dei motivi ispiratori, delle tecniche espressive e dei momenti più significativi dell’avventura umana e poetica di Caproni.
Racconti scritti per forza
Accanto all’attività poetica, Giorgio Caproni ha coltivato sempre, ma soprattutto tra gli anni Trenta e Quaranta, anche la vocazione per il racconto e per il romanzo. Dando seguito al desiderio espresso dallo stesso autore, ma mai concretizzato in vita, di realizzare un giorno una raccolta completa dei propri scritti in prosa, il volume raccoglie numerosi suoi testi inediti o usciti su riviste ormai introvabili. Queste pagine, indubbiamente fedeli nei temi agli anni di cui sono figlie – basti pensare al fitto nucleo di racconti dedicati alla guerra e alla lotta partigiana – risultano tuttavia, forse grazie a questa stessa aderenza storica, altrettanto «felicemente intempestive» e immortali. Dalla prosa di Caproni affiora con inaspettata evidenza quella vena narrativa che percorre e presuppone anche la sua poesia, e ci viene restituito un volto meno noto, ma sorprendente per profondità d’ispirazione e felicità di espressione, di uno dei nomi più illustri e significativi del nostro Novecento.
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