Questa è la pagina dedicata a Giuseppe Conte.
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Giuseppe Conte. Il carattere di una politica
Chi è Giuseppe Conte? Un cittadino prestato alla politica che, per caso, si è trovato a gestire una fase particolarmente difficile della nostra storia, o una persona che, nonostante giudizi spesso riduttivi di media e osservatori politici, riceve l’apprezzamento di buona parte dell’opinione pubblica perché ha saputo incarnare un modo nuovo di fare politica? In effetti, è decisamente insolito che uno sconosciuto arrivi alla sua posizione, la sappia mantenere nonostante le oggettive difficoltà e riesca a riorientare l’intero campo politico, a riavviare su un piano ben diverso dal passato i rapporti con l’Europa, dovendo inoltre fronteggiare la più grave calamità dal secondo dopoguerra. Il libro si concentra su questa figura, ne analizza i tratti della personalità e le linee del pensiero politico, individuando i valori che incarna e la visione che lo guida nelle scelte concrete operate. Come in un documentario su pagina, gli interventi di Giuseppe Conte nei vari contesti attraversati, vengono disposti in modo che il lettore possa estrarne gli elementi utili per comporre un ritratto attendibile: tramite una ricostruzione accurata, che prende in esame le molteplici sfaccettature umane, intellettuali ed ideali implicate nell’esperienza di governo, ciascuno potrà giungere alla propria personale valutazione di questo carattere, di questa politica.
Opinioni:
Questo libro si concentra sulla figura di Giuseppe Conte, ne analizza i tratti della personalità e le linee del pensiero politico, individuando i valori che incarna e la visione che lo guida nelle scelte concrete operate. – LaFeltrinelli
Non finirò di scrivere sul mare
«E scriverò di te, sempre di te, delle tue amare verità di sale della gioia che dai alle vele, di te che sei ciurma e solitudine di che sei infinito e finitudine padre o madre o fratello primogenito spalancato come un abisso, segreto come una conchiglia.» Si ritrova in questo libro, come è sempre più raro che accada, l’ampio respiro di una poesia che riesce a oltrepassare i limiti inevitabilmente angusti dell’io, per muoversi in una ben più ampia libertà di canto. Giuseppe Conte realizza un vero e proprio poema sul mare, nel suo perenne, inesorabile mutare e ricominciare: «La mer, la mer, toujours recommencée!» scriveva Paul Valéry; e nei capitoli di questo sorprendente libro, pur nell’estrema varietà degli scenari, domina la centralità assoluta del mare nella sua immensa energia reale e simbolica, negli impulsi che sa offrire a un’alta o profonda riflessione lirica. Il mare che inquadra, nella sua dinamica bellezza, il senso dell’esistere, che nel suo essere e nel suo moto, splendidamente anarchico, appare come un testimone impareggiabile. E lo è nei suoi colori stagionali, nei vari luoghi in cui il poeta stesso, dalla propria terra di nascita ai diversi porti delle sue esplorazioni, può contemplarne la meraviglia. Epico e quotidiano, il mare è come «la musica di ciò che accade» ed è una presenza totale e misteriosa nel passaggio di figure anonime, come nella vicenda del poeta che ne ammira e vorrebbe imitarne il movimento e ne resta ammaliato come da una divinità: «Mare la tua misura è l’infinito/e l’abisso, l’alto e il basso» Giuseppe Conte ha il merito di farsi e farci coinvolgere da una realtà a tutto campo, dove la vastità del mare trova eco nelle innumerevoli presenze vitali del circostante paesaggio, tra il veloce andare ridente dei bambini e lo zampettare dei passeri, che si tratti della Riviera Ligure o della baia di San Francisco. Quello che conta, ci suggerisce il poeta, è farsi catturare e assorbire dall’incessante rigenerarsi del mondo, di cui il mare è il più nobile e generoso emblema.
Opinioni:
Si ritrova in questo libro, come è sempre più raro che accada, l’ampio respiro di una poesia che riesce a oltrepassare i limiti inevitabilmente angusti dell’io, per muoversi in una ben più ampia libertà di canto. – LaFeltrinelli
Un nuovo libro di poesie che ci viene incontro come una riconferma – La Lettura
Il mito greco e la manutenzione dell’anima
Impareremo a riconoscere se siamo abitati da chiarezza razionale o da impulsi estatici, da istinti guerrieri o esplorativi, se siamo mossi dal desiderio di sottometterci a fatiche e di accendere fuochi per domare i metalli o dal piacere di plasmare esseri a nostra somiglianza. Le lettrici vedranno figure maschili entrare nella composizione del proprio spirito e i lettori scopriranno figure femminili guidare il loro agire. Una corretta manutenzione dell’anima farà sì che ognuno di noi individui innanzitutto ciò che lo rende umano e lo indirizza verso la propria personale felicità.
«Il senso e la tendenza dei Greci è di divinizzare l’uomo, non di umanizzare la divinità» – Goethe«Nell’anima di ciascuno di noi, baratro misterioso e più profondo di qualunque abisso marino, ci sono i mostri del buio e della distruzione, ci sono Giganti violenti e cupi, Ciclopi e Minotauri, Arpie e Chimere: si tratta di riconoscerli e di isolarli: questo renderà possibile far agire contro di essi gli eroi che possono sconfiggerli, come Eracle, Teseo, Perseo. Ci sono spinte verso la luce solare e la calma saggezza, come in Apollo e Minerva, e oscuri desideri di cambiamento, di diventare multiformi come Proteo e Nereo. Ci sono istanze di costruzione, come in Prometeo, Dedalo, Efesto, e ancora più fortu ustanze di viaggio: la nostra anima si muove costantemente con Ermes tra il mondo dei vivi e quello dei morti, cerca il suo Vello d’Oro come Giasone, la sua Itaca come Ulisse, il volo come Icaro. Tutti abbiamo una Euridice da riportare alla luce»Nel libro che vi accingete a leggere, le figure del mito greco sono interpretate in un modo che le connette inscindibilmente all’anima. Divinità ed eroi vengono presentati come raffigurazioni, immaginose e mutevoli, dei flussi di energia che percorrono l’anima umana. Flussi che la sommuovono, che si agitano, vorticosi come in una tempesta dentro di lei, o vi riposano con un sonno leggero e inquieto, pronto a ridestarsi. Dobbiamo immaginare che l’anima è questo movimento dentro di noi. Il termine greco “psiche” designa innanzitutto uno spirare d’aria, un soffio, un vento, per poi passare a indicare il principio vitale e, infine, le ombre dei trapassati. Il termine racchiude la gamma dei diversi e contraddittori aspetti che contraddistinguono nel bene e nel male la natura umana e la diversificano da quella di tutti gli altri esseri della terra. I Greci sentivano nell’anima dei mortali la discesa, la visitazione di Zeus ed Era, Atena e Afrodite, Apollo e Dioniso, vi vedevano la ferocia guerriera, l’amicizia amorosa, il furore e la pietà finale di Achille, il sacrificio di Ettore, la futilità di Paride, la bellezza rovinosa di Elena, la dolcezza di Andromaca… Nelle figure del mito greco, in cui divinità e pienezza della vita sono un’unica cosa e in cui convivono inseparabili il piano materiale e quello spirituale, vengono divinizzate tutte le componenti di cui consta la natura umana: gli istinti, le passioni, le follie, le attitudini. Queste componenti esistono ancora oggi ed esserne consapevoli ci farà del bene. Nei protagonisti del mito greco ogni lettore ritroverà pezzi della propria anima e, prendendone consapevolezza, potrà provvedere alla loro manutenzione. Ognuno potrà, leggendo, capire se la propria predisposizione è orientata da Apollo o da Dioniso, da Achille o da Ulisse, da Eracle o da Prometeo.Poesie (1983-2015)
“Gli inediti che completano questo volume confermano l’inesausta energia lirica e metaforica di Giuseppe Conte e ne proseguono l”incessabile’ inerrogazione, cominciata negli anni Settanta, sul valore di mito, natura e destino nella realtà contemporanea. Erede della tradizione del primo Montale e di Sbarbaro, attenta ai modelli di Goethe, Whitman, Lawrence e Borges, la scrittura poetica di Conte si è consolidata nel tempo seguendo i sentieri paralleli della prosa, come dimostrano l’insieme dell’opera romanzesca e gli scritti di viaggio raccolti in ‘Terre del mito’ (1991). Con ‘L’Oceano e il Ragazzo’ (1983) – salutato da Calvino e Citati come un libro di svolta nella poesia italiana – e ‘Le stagioni’ (1988), fino alle ultime ‘Ferite e rifioriture’ (Premio Viareggio 2006), si profila dunque una soggettività forte, estranea a qualunque minimalismo o sperimentalismo, capace di mediare fra la passione della forma e la profonda conoscenza e frequentazione di culture e mitologie lontane, orientali e occidentali, e di coniugare una vena erotica con una vena metafisica e con la passione civile. Nel 1994, con l’invasione simbolica di Santa Croce e la fondazione del ‘mitomodernismo’; Conte ha segnato un momento di riflessione importante nel panorama culturale italiano ed europeo, coinvolgendo intorno alle sue tesi sul primato etico e spirituale della poesia artisti, pensatori e poeti italiani e stranieri di diverse generazioni.” Introduzione di Giorgio Ficara.
Algebra lineare e geometria analitica. Ediz. Mylab. Con Contenuto digitale per accesso on line
Frutto della lunga esperienza degli autori nell’insegnamento e arricchito da due nuovi capitoli, il libro è un mix di rigore e semplicità. Privo di dimostrazioni di teoremi lunghe o troppo “tecniche”, il manuale fa seguire a ogni argomento esempi significativi, che permettono di chiarire meglio i concetti esposti. Tutti i capitoli sono corredati da numerosi esercizi, sempre con il risultato, e, spesso, anche con un suggerimento per il loro corretto svolgimento.
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