Questa è la pagina dedicata a Giuseppe Verdi.
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Verdi, l’italiano. Ovvero, in musica, le nostre radici
Il maestro Riccardo Muti dedica a Verdi questo libro che è insieme un omaggio appassionato al compositore e un viaggio nelle sue opere. Ed è anche un tentativo – da parte del suo massimo interprete assieme a Toscanini – di fargli riconoscere nella storia della musica l’importanza che merita. Se infatti Mozart o Wagner sono indiscutibilmente considerati giganti nei loro Paesi d’origine e nel mondo intero, da noi Verdi è spesso stato presentato come il compositore dei motivetti facili e orecchiabili ed è stato in molti casi eseguito senza rispetto filologico, come se le sue partiture potessero essere modificate e adattate a piacimento. Ma Verdi – argomenta Muti – è un genio assoluto, è il patriarca della musica italiana e, se pure mette in scena le grandi passioni umane, lo fa sempre nella cornice di una straordinaria raffinatezza e nobiltà delle espressioni. Nelle pagine di “Verdi, l’italiano”, i lettori vengono quindi accompagnati a scoprire il vero fascino di questo musicista, scandagliando il perfetto accordo tra parole e note che fa di ogni sua opera un capolavoro di teatro. Ma la grandezza di Verdi sta anche nella tragedia dell’uomo moderno davanti a Dio come resa nel Requiem, nell’interpretazione dello spirito italiano che lo fece addirittura assurgere a bandiera del Risorgimento e in opere assolute quali Otello e Falstaff, frutti di una finissima consapevolezza dell’incedere verso il tramonto della vita.
Con moltissima passione. Ritratto di Giuseppe Verdi
Sulla scorta di una ricerca internazionale che negli ultimi decenni si è dimostrata vivacissima, il libro propone una ricognizione completa del personaggio Verdi e del suo teatro musicale aggirando le secche del taglio tradizionale “vita/opere”. La biografia verdiana è accostata attraverso la geografia delle città decisive per la vicenda dell’uomo e dell’artista, nel percorso politico tra Risorgimento e Unità, e nelle dinamiche della vita professionale e di quella privata. Il teatro di Verdi è discusso nel complesso dei suoi fondamenti estetici e drammaturgici e dei suoi riferimenti ideali, decifrato nel microcosmo abitato dai suoi personaggi, seguito dal primo all’ultimo titolo, senza tralasciare i lavori non operistici. Una serie di apparati completa il quadro dotando il lettore/spettatore di importanti strumenti d’indagine.
Va’, pensiero
Rappresentato per la prima volta al Teatro alla Scala il 9 marzo 1842, il coro del Nabucco raggiunge subito un successo incredibile, e nel giro di pochi decenni il canto con cui gli ebrei della cattività babilonese piansero la patria «sì bella e perduta» diventa la colonna sonora del Risorgimento italiano. Alberto Mattioli ci guida attraverso le tappe di questo processo di mitizzazione, smentisce numerose leggende ormai radicate nell’immaginario collettivo, ripercorre la storia delle tante reinterpretazioni che si sono susseguite nella cultura cinematografica e politica più recente, e ci restituisce le ragioni che hanno permesso a quelle parole e a quella melodia di uscire dai teatri per farsi emblema identitario e inno alternativo di un comune sentire nazionale, nonché uno dei brani più celebri della nostra tradizione musicale.
Giuseppe Verdi racconta
In questo “Giuseppe Verdi racconta” la parola è la protagonista. Il genio della musica italiana narra le vicende della sua vita, la fatica dello studio e del lavoro, le amicizie e gli amori, le gioie e i rovesci. Alla sua viva voce si alterna quella dei coprotagonisti della straordinaria avventura verdiana attraverso gran parte dell’Ottocento: librettisti, poeti, letterati, musicisti, politici, editori, cantanti, signore del bel mondo raccontano a loro volta, scrivendo al grande artista.
Lettere
Per molto tempo si è parlato di Giuseppe Verdi come di un uomo geniale e solitario, animato da un grande amore per la patria, di cui fu anche deputato nel primo Parlamento dell’Italia unita. Questo libro però, curato dal musicologo Eduardo Rescigno, ci restituisce un’immagine ben più complessa del compositore. Adoperando una scelta tra le lettere private e dotando il testo di numerose schede biografiche, Rescigno costruisce un’opera che passa in rassegna episodi personali, riflessioni musicali e dibattiti politici, amicizie e preoccupazioni della vita quotidiana di Giuseppe Verdi. Quello che ne viene fuori è un personaggio del tutto nuovo per l’Italia dell’epoca: un moderno imprenditore che sa calcolare i rischi; un uomo duro nelle trattative artistiche, e in quelle economiche; più borghese che contadino per gusti e mentalità; cosmopolita ma legato ai luoghi delle sue origini; facile all’ira, ma anche ironico e brillante, soprattutto con gli amici. Verdi, in sostanza, rivoluziona i rapporti di forza nel mondo del melodramma a vantaggio del compositore, che con lui diventa autore, regista e produttore: un vero impresario che prefigura la nascita di un italiano nuovo. Grazie alle illustrazioni di Giuliano Della Casa e a un apparato in cui ricorrono le trame di tutte le opere del compositore e i personaggi nominati nelle lettere, il libro risulta accessibile non solo ai conoscitori della materia verdiana ma anche agli appassionati di storia e ai più semplici curiosi.
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