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Domare il drago. Laboratorio di poesia per dare forma alle emozioni nascoste
“C’è una specie di inchiostro nero che abbiamo in circolo, è fatto di tutte le cose da dire che non sono state dette. Qualche volta trova una strada per uscire, si attorciglia in un foglio, in una nota sul telefono, nel messaggio che stavamo scrivendo; ma più spesso resta aggrappato dentro e stringe un nodo, rimane nascosto in qualche organo vitale.” È proprio per dare una forma alle cose senza nome che si prende parte a un laboratorio di poesia. Perché la poesia ha per sua natura la capacità di trasformare il linguaggio e aprirlo a significati nuovi, permettendo a chi scrive di raccontare e raccontarsi in modo “obliquo”, come in codice, attraverso l’uso di immagini, metafore e analogie. Grazie a questo suo potere, la scrittura poetica riesce a dare forma sopportabile ai desideri, alle paure e alle tensioni inconsce, permettendoci di entrare in contatto con il nostro io sommerso e dargli voce. A emergere sarà una mappa di noi stessi che sapremo finalmente decifrare. Con il “metodo dei sette sì”, nato dall’esperienza dei laboratori di scrittura poetica per adolescenti, Isabella Leardini guida il lettore passo passo alla scoperta di questo linguaggio magico, in grado di trasformare anche le esperienze più dolorose in un bene prezioso. “Questo non è un corso di scrittura creativa, è un metodo per mettere a fuoco ciò che siamo, guardare la nostra vita e decifrare il senso di un destino. Daremo alla poesia lo spazio per nascere, impareremo a estrarla e lavorarla come una pietra, a stupirci nel vederla fiorire e infine a incastonarla, portarla addosso come un amuleto.”
Opinioni:
Con il “metodo dei sette sì”, nato dall’esperienza dei laboratori di scrittura poetica per adolescenti, Isabella Leardini guida il lettore passo passo alla scoperta di questo linguaggio magico, in grado di trasformare anche le esperienze più dolorose in un bene prezioso. – LaFeltrinelli
La coinquilina scalza
“Motivo conduttore di questo libro è l’amore non corrisposto, anzi, nemmeno percepito dall’altro, tenuto segreto in un luogo di apprensione e fantasia, in un rovello di appuntamenti solitari e di passeggiate notturne «e tu non sai neanche/di aver mancato un altro appuntamento»: desiderio che ruota su se stesso mandando bagliori e presagi, chiedendo invano il suo compiersi.” (dalla presentazione di Milo De Angeli)
Una stagione d’aria
Scenario di questo fresco romanzo in versi è la Pensione Irene, un albergo della riviera romagnola nato nel primissimo dopoguerra dai risparmi della famiglia di Isabella e presto divenuto insegna del turismo di massa. Nell’ombra del nome dato all’albergo – una ragazza amata da un familiare in tempo di guerra – e sullo specchio delle vacanze altrui si snoda una storia d’amore, quasi una questione privata, in cui molte donne possono identificarsi. Ma è soprattutto alle donne cresciute negli anni ottanta e novanta – una generazione di ragazze educate a un’eterna stagione adolescenziale, poi destinate a fine millennio al precariato professionale e matrimoniale – che i versi di Isabella Leardini puntano con sguardo corale. Una stagione d’aria è anche la storia della fine della giovinezza che preme per entrare in un’età nuova. Il racconto arioso e doloroso di un’Italia che fatica a cambiare e appare come un paese metafisico o eternamente balneare, dove il ripetersi delle stagioni femminili incrocia destini diversi. Protagonista è una voce sola che accoglie le voci di altre «ragazze strane», «le ragazze del mare» archetipo nella contemporaneità di una classicità assorbita con naturalezza e sapienza. Tra loro, nel susseguirsi di canzoni e sonetti, il lettore potrebbe scoprire sotto traccia la presenza di qualche moderna Nausica; o ritrovare la Sirenetta di Andersen, e prima ancora quella Francesca da Rimini che rappresenta la vera «rondine bianca» di un libro di chiara ascendenza classicista.
Opinioni:
Talento riconosciuto già all’età di vent’anni da Maria Luisa Spaziani, Franco Loi, Sergio Zavoli, Isabella Leardini mette in scena in questo suo nuovo libro – opera matura cui ha lavorato per dieci anni – un Canzoniere d’amore che pone in contatto diverse generazioni di donne. – LaFeltrinelli
Shadowhunters. The mortal instruments. Prima trilogia: Città di ossa – Città di cenere – Città di vetro
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