Questa è la pagina dedicata a Ivo Andric.
In questa pagina troverai 5 prodotti, tra cui “La corte del diavolo”.
Il ponte sulla Drina
Alla confluenza di due mondi quello cristiano e quello musulmano sorge Visegrad, in Bosnia, da sempre città di incontro fra diverse razze, religioni e culture. Ed è qui che nel Cinquecento il visir Mehmed-pascià fece erigere un ponte, diventato un simbolo dell’oppressione perché costruito grazie alla fatica e ai sacrifici di molti cristiani, ma anche una testimonianza della fusione di due diversi mondi. Il ponte è il centro del romanzo di Andric: un grande affresco che va dal Cinquecento alla Prima guerra mondiale e che ha per sfondo una Bosnia romantica, con le sue complesse vicende storiche ma anche con i drammi quotidiani degli uomini che vi abitano. Andric si conferma interprete e commosso cantore di questa terra tormentata.
In volo sopra il mare: e altre storie di viaggio (estensioni)
La cronaca di Travnik. Il tempo dei consoli
Ambientato tra il 1806 e il 1814 nell’allora capitale della Bosnia ottomana, luogo di incontro di mille etnie e mille religioni, “La cronaca di Travnik” è il romanzo del confronto tra l’Occidente moderno che si va delineando e un mondo segnato dall’oppressione turca, dall’attaccamento alle tradizioni, dalla durezza dei luoghi e delle condizioni di vita. Opera di straordinaria lungimiranza e intelligenza storica, politica e letteraria, è un libro di tolstoiana grandezza, che restituisce la storia a un popolo che ne è stato privato e dà a noi oggi gli strumenti per capirla.
The Bridge on the Drina: Ivo Andric, Misha Glenny (Introducer)
The town of Visegrad was long caught between the warring Ottoman and Austro-Hungarian Empires, but its sixteenth-century bridge survived unscathed–until 1914 when tensions in the Balkans triggered the first World War. Spanning generations, nationalities, and creeds, The Bridge on the Drina brilliantly illuminates a succession of lives that swirl around the majestic stone arches. Among them is that of the bridge’s builder, a Serb kidnapped as a boy by the Ottomans; years later, as the empire’s Grand Vezir, he decides to construct a bridge at the spot where he was parted from his mother. A workman named Radisav tries to hinder the construction, with horrific consequences. Later, the beautiful young Fata climbs the bridge’s parapet to escape an arranged marriage, and, later still, an inveterate gambler named Milan risks everything on it in one final game with the devil. With humor and compassion, Ivo Andric chronicles the ordinary Catholics, Muslims, and Orthodox Christians whose lives are connected by the bridge, in a land that has itself been a bridge between East and West for centuries.
La corte del diavolo
«Corte del diavolo»: così viene chiamata una prigione di Istanbul, sotto l’Impero ottomano. Vi si trovano esemplari di ogni tipo umano: sordidi, innocenti, abietti, perversi, miti, folli. Sono lì rinchiusi per praticità, poiché «la polizia di Costantinopoli si attiene al sacro principio che è più facile rilasciare un innocente dalla Corte del diavolo che non ricercare un colpevole nei meandri di Costantinopoli» È un mondo vibrante di storie fosche, sinistre, che si rispondono in un sottile contrappunto e presto producono una sorta di assuefazione all’inferno. Sovrano del luogo è il direttore Karagöz, poliziotto e metafisico burattinaio, che proprio esercitando un totale arbitrio e togliendo alla tortura il peso della certezza «rendeva più tollerabile e lieve ogni cosa»: figura di tale potenza che, dopo averlo incontrato, anche i lettori di questo magistrale racconto, come gli abitanti della Corte del diavolo, stenteranno «a immaginare la vita senza Karagöz»
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