Questa è la pagina dedicata a Jacques Lacan.
In questa pagina troverai 5 prodotti, tra cui “Il seminario. Libro VII. L’etica della psicoanalisi (1959-1960)”.
Il seminario. Libro III. Le psicosi (1955-1956)
In questo lavoro Lacan introduce il concetto fondamentale di una dottrina casuale delle psicosi, concepite come un effetto condizionato non dal fatto positivo di un accadere patogeno, ma dal fatto negativo di un non-accadere. Là dove Freud scopriva l'”accadere psichico”, Lacan propone la scoperta di un corrispondente non-accadere psichico, ed elabora il concetto di preclusione di un significante-chiave dalla struttura del soggetto dell’inconscio. Nella scelta del materiale clinico di riferimento, Lacan privilegia sin dalle prime pagine quello della psicosi paranoica, e lo fa unendo all’esame della propria documentazione clinica un commento al libro del più celebre paranoico del secolo scorso, le Memorie di un malato di nervi del Presidente Schreber, in parallelo con il saggio che gli ha dedicato Freud. Di particolare interesse è il modo con cui Lacan, nel procedere della dimostrazione, mobilita l’intera teoria psicoanalitica concentrandola appunto sul tema delle psicosi.
Il seminario. Libro XI. I quattro concetti fondamentali della psicoanalisi (1964)
Il volume, qui presentato in seconda edizione e una nuova traduzione, contiene il seminario pronunciato da Lacan nel 1964 che segna una svolta fondamentale nel suo insegnamento. È infatti il momento della rottura con l’Associazione internazionale freudiana e della fondazione della sua Scuola, l’Ècole freudienne de Paris.
Il seminario. Libro VII. L’etica della psicoanalisi (1959-1960)
L’etica consiste essenzialmente in un giudizio sulla nostra azione. La psicoanalisi apporta qualcosa che si pone come misura della nostra azione, ma lungi dal proporre un ritorno agli istinti o una ripresa degli ideali della morale tradizionale, essa pone l’accento sul rapporto dell’azione con il desiderio che la abita. Il desiderio non si confonde né con il volere né con il potere, né con il piacere né con l’utile. Comporta invece la dimensione dell’inconscio. In questo seminario Lacan illustra come il desiderio inconscio ruoti attorno a un vuoto di senso: Freud lo chiama “das Ding”, Lacan la “Cosa”. Questo vuoto, esemplificato nelle forme della sublimazione dell’amor cortese e dell’arte, Lacan lo delinea nel rapporto paradossale che egli stabilisce tra il Kant dell’imperativo categorico e il de Sade del fantasma perverso. Di questo vuoto Lacan svela l’orrore, esemplificato nella tragica figura di Antigone e celato dal comandamento dell’amore verso il proprio prossimo.
Il seminario. Libro XVI. Da un Altro all’altro (1968-1969)
Altro del sapere che è il luogo della verità, la cui consistenza però, diversamente da quanto afferma Cartesio, non è garantita da nessuna parte. Per contro, l’essere umano trova la propria coerenza in un solo elemento consistente: l’oggetto a, nel quale prende forma, in modo personalizzato e singolare, il suo godimento. Dal rapporto che si costituisce tra il godimento e il significante si libera una funzione supplementare che Lacan chiama con un termine coniato a partire dal plusvalore di Marx: plusgodere. Assistiamo quindi a degli spostamenti concettuali. Il primo riguarda la ripetizione. Non si tratta piú della ripetizione significante ma della ripetizione del godimento. Tuttavia la ripetizione del plusgodere ha grandi connessioni con il significante – ed è per questo che Lacan fa ricorso alla matematica e alla scommessa di Pascal. Questa è essenzialmente una scommessa sul godimento, dove il godimento è messo in gioco tramite dei significanti. Per chiarire quanto viene lasciato in ombra da Pascal, Lacan si serve di Fibonacci, dando avvio a un movimento che punta a superare il mito per coglierne la logica. Un altro spostamento riguarda il parlante. Lacan non utilizza piú il termine soggetto, che vale come soggetto dell’inconscio, ma ricorre al termine Io, il quale esprime il soggetto della parola dove in gioco c’è anche il godimento e che prelude al parlessere, concetto forgiato da Lacan per designare in un corpo il connubio tra la Cosa che parla, l’inconscio, e la Cosa che non parla, l’ es.
Opinioni:
In Da un Altro all’altro Lacan confronta il significante e il godimento, esplora l’antinomia tra un Altro del sapere e l’altro del godimento. – LaFeltrinelli
Il seminario. Libro VI: Il desiderio e la sua interpretazione. 1958-1959
“Il desiderio e la sua interpretazione” è il titolo che Lacan diede al suo seminario nel 1958-59. Da allora “desiderio” è diventato un termine sempre piú familiare, in un certo senso rimpiazzando i termini classici della psicoanalisi, come libido e pulsione. Che cos’è una psicoanalisi? È leggere, ossia interpretare, nel sintomo causa di sofferenza, il messaggio occulto che vi ha depositato il desiderio inconscio. Questo desiderio non coincide affatto con quello che si vuole o si crede di volere. Molte volte le analisi iniziano proprio quando il soggetto si rende conto che c’è una scissione tra il suo volere cosciente e il suo desiderio inconscio. In questo “Seminario” Lacan mostra perché questa scissione attraverso Amleto, diviso tra il voler rispondere all’ingiunzione paterna di vendicarlo e l’impossibilità di farlo. Il suo desiderio inconscio gli ferma la mano quando si avvicina a colui che anche se omicida e usurpatore – occupa un posto nodale che la psicoanalisi non aveva ancora messo a fuoco. È quello che Lacan precisa in questo “Seminario”. Egli completa cosí la triade del complesso edipico con un quarto personaggio che è l’incarnazione dell’oggetto del desiderio della madre. Nell'”Edipo” il punto focale è il desiderio per la madre. Nell’Amleto è il desiderio della madre. Ma il soggetto saprà realizzare il proprio desiderio inconscio solo dopo la sua rivelazione. Il titolo di questo “Seminario” potrebbe pertanto essere riassunto cosí: Il desiderio è la sua interpretazione.
Se volessi saperne di più, dai un’occhiata al nostro canale Youtube!
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.