Questa è la pagina dedicata a Marina Ripa di Meana.
In questa pagina troverai 5 prodotti, tra cui “Ora ti curo io. Ho preso il cancro per le corna”.
Invecchierò ma con calma
“Invecchierò ma con calma” è il racconto autobiografico di una donna che nella prima parte della propria esistenza ha avuto tutto: successo, bellezza, amore, sesso, soldi, celebrità, anche se dietro quella facciata di apparente spensieratezza c’erano grande fatica, determinazione e sofferenza. Una donna che non ha mai rinunciato alla voglia di anticonformismo, di libertà; una donna che, come dice lei, “non si è fatta mancare nulla”. Non è stato un mancare nulla. Non è stato un percorso semplice. Marina non smette mai di battersi per i valori in cui crede ogni qualvolta li vede minacciati, dalla ramanzina alla giardiniera che pota con eccessivo ardore i suoi amati alberi e cespugli, alla difesa dei diritti degli animali, alla vibrata e solitaria protesta per bloccare la costruzione di un parcheggio sotto il Pincio o per impedire la distruzione di platani secolari nel cuore di Roma. Marina continua a coltivare con passione i sentimenti per le persone amate: per la sorella Paola, morta di cancro, per la figlia Lucrezia, con la quale ha da sempre un rapporto di eterna, appassionata polemica, per le nipoti, per il figlio adottivo Andrea, per gli amici, potenti e non, e infine per lui, Carlo Ripa di Meana, il principe della sua favola d’amore. Inoltre, da circa dieci anni, Marina affronta con coraggio seri problemi di salute, diventati per lei l’occasione per un impegno personale in difesa dei diritti di tutti i malati ad avere cure adeguate.
I miei primi quarant’anni
Colazione al Grand Hotel. Moravia, Parise e la mia Roma perduta
L’autrice de I miei primi quarant’anni scrive una nuova, inedita puntata della sua vita raccontando l’amicizia con due grandi della nostra letteratura, Alberto Moravia e Goffredo Parise. Un’amicizia lunga trent’anni, in cui l’insolito terzetto si frequentava quotidianamente nei luoghi canonici della dolce vita romana, come il Grand Hotel e il bar Rosati a piazza del Popolo, e si scambiava pettegolezzi, racconti e confidenze. Ne emerge il ritratto di un’epoca irripetibile e di un ambiente, tra mondanità e cultura, in cui ci si divertiva davvero: «A quel tempo a Roma si viveva con niente, si campava di fantasia» Un libro fittissimo di aneddoti e personaggi, da Gianni Agnelli a Henry Kissinger, da Maria Callas a Liz Taylor, da Pier Paolo Pasolini a Elsa Morante. Ma in primo piano ci sono loro, Moravia e Parise, con le loro abitudini di scrittura ma anche i loro amori, i loro odi, i vizi, i cibi preferiti. Aspetti privatissimi che nessuna biografia ha mai raccontato.
Opinioni:
L’autrice de I miei primi quarant’anni scrive una nuova, inedita puntata della sua vita raccontando l’amicizia con due grandi della nostra letteratura, Alberto Moravia e Goffredo Parise. – LaFeltrinelli
Verso la metà degli anni Settanta mi sistemai per alcuni mesi al Grand Hotel. Fu un periodo come fuori dal tempo. Non avevo una lira in tasca, ma vivevo come una miliardaria, viziata e coccolata. Per alleviare quella specie di clausura di lusso invitavo spesso a colazione due amici, Alberto Moravia e Goffredo Parise. Erano i miei dioscuri, i miei cavalieri del cielo, Castore e Polluce, miei complici di avventure, miei paladini e più tardi anche miei testimoni di nozze. – Anonimo
Virginia Agnelli. Madre farfalla
Bellissima, trasgressiva, intelligente, figlia di un principe e della travolgente americana Princess Jane: Virginia Bourbon Del Monte Agnelli, madre di Gianni, Susanna e di altri 5 figli, ha avuto una vita drammatica e “scandalosa”. Questo libro vuole restituire alla storia la figura di una donna affascinante e decisiva nella formazione di re Gianni e della famiglia reale Agnelli. Nella costruzione, insomma, dell’Agnelli style. Tanto è vero che l’avvocato teneva in camera da letto una sola fotografia: la sua.
Ora ti curo io. Ho preso il cancro per le corna
Un libro diverso dagli altri perché la protagonista ne è testimonial diretta e chi la racconta la conosce da più di quarant’anni (nel 1976 fu il suo primo ufficio stampa). Un tempo sufficiente per fermare ed esplorare un segmento di vita inedito e personale che diventa non solo messaggio di solidarietà verso chi soffre, ma anche stimolo reale per un cimento da sostenere con forza e fierezza. E, grazie a Marina, consente di ribaltare quel concetto di male incurabile che ha pesato a lungo nell’approccio agli interventi e alle terapie di chi ha conosciuto l’esperienza di un tumore. Ancora oggi questo assunto negativo ostacola una possibile guarigione, condiziona il recupero e, di sicuro, offende la dignità dell’essere umano relegando a pura disperazione l’istinto di sopravvivenza, visto quasi come elemento taumaturgico e, quindi, inaffidabile. “Ora ti curo io. Ho preso il cancro per le corna” è questo il nuovo messaggio, uno spot verso un ottimismo non sfrenato bensì consapevole. Un libro scritto a quattro mani, parole e musica di entrambi gli autori, concetti e suoni plasmati dalla sensibilità, da esperienze personali o indirette, ma ugualmente vicine e decisive, capacità di mettere in discussione le proprie emozioni al cospetto di una realtà troppo più grande di noi per essere affrontata con la presunzione di ignorarne lo strapotere. Ma con la profonda consapevolezza di potersi sentire coraggiosi e fieri artefici di una battaglia. Per la vita!
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