Questa è la pagina dedicata a Mauro Magatti.
In questa pagina troverai 5 prodotti, tra cui “Cambio di paradigma. Uscire dalla crisi pensando il futuro”.
Supersocietà: Ha ancora senso scommettere sulla libertà?
Cambio di paradigma. Uscire dalla crisi pensando il futuro
Per uscire da una crisi serve un cambio di paradigma. Bisogna cambiare regole e prospettive, adeguare il proprio sguardo a un modo nuovo di interpretare la realtà. E prima che si stabilisca un nuovo paradigma, una nuova normalità, esiste un momento in cui tutte le possibilità sono aperte. Mauro Magatti dimostra che noi ci troviamo esattamente in quel momento. Il 2008 ha segnato l’inizio di una crisi economica che si è rivelata anche politica e culturale e ha portato alla fine di un’epoca. Fino ad allora il neoliberismo era stato il modello al quale avevamo affidato le nostre prospettive di crescita economica e di benessere. Ora quel modello è saturo, perché non è più capace di rispondere alle esigenze di un mercato globale sempre più selvaggio e sregolato, né alla degenerazione della politica, sempre più populista e nazionalista. Ma questa, spiega Magatti, è una grande occasione. Perché se le vecchie regole non sono più valide, questo è il momento in cui possiamo inventarne di nuove. L’importante è avere chiara una direzione. E la direzione è quella della rinuncia alla cieca economia del consumo, per giungere a uno scambio sostenibile.
Opinioni:
Il futuro è ancora possibile. Per conquistarlo dobbiamo cambiare le regole. – LaFeltrinelli
Oltre l’infinito. Storia della potenza dal sacro alla tecnica
Nel 2008 la società della potenza tecnica, affermatasi a partire dal 1989, è entrata in crisi. L’epoca della globalizzazione e della sua idea di potenza si è arrestata di fronte a un vortice di recessione che, forse, è irreversibile. O meglio, la crisi in corso sta imponendo alla storia una torsione inedita e inaspettata. La potenza tecnica dispiegatasi in modo formidabile in quei vent’anni si trova nella drammatica impossibilità di risolvere i problemi che essa stessa ha generato. Ogni catastrofe, ogni crisi, richiede un cambio di paradigma. Mauro Magatti compie un atto rivoluzionario e ragiona sulla deriva del mondo contemporaneo recuperando un’idea antica: la potenza. Perché la potenza, spiega Magatti, è l’elemento che caratterizza la nostra specie dal punto di vista biologico e sociale. «La vita umana non è mai determinata solo dal dato biologico o storico. Benché vincolata o limitata, la sua forma più caratteristica è quella di essere “possibilità”. È qui che si radica la libertà creativa dell’uomo» La potenza è la capacità di sottrarsi all’immediatezza e alla necessità della natura, è la consapevolezza della soggettività, dunque è la facoltà di cogliere l’apertura delle possibilità per imprimere una propria direzione. E da qui si deve partire per uscire dalla crisi del mondo contemporaneo. Recuperare il senso della possibilità in ogni ambito della vita significa rinunciare alla dittatura del presente, cambiare prospettiva, «riflettere sulla potenza che, come singoli e come collettività, siamo diventati capaci di produrre» In fondo, l’obiettivo è uno solo: migliorare il nostro mondo.
Opinioni:
La crisi del mondo contemporaneo è giunta a un punto di non ritorno. Ora serve un cambio di direzione. – LaFeltrinelli
Generativi di tutto il mondo, unitevi! Manifesto per la società dei liberi
La libertà in condizioni di libertà è diversa dalla libertà in condizioni di costrizione. È questo il problema che interpella oggi la “società dei liberi”. È vero, ci siamo liberati. Ma nel frattempo siamo divenuti prigionieri della potenza: quella dei grandi apparati tecno-economici e quella della volontà di potenza soggettiva, in continua espansione. Tutti uguali, finalmente disinibiti, perennemente in cerca, sempre aperti a tutto. Ma trasformando, alla fine, il desiderio in godimento e facendoci schiavi della performance. Arrivando a negare la realtà, il senso, l’altro da noi, la vita. E così diventando violenti, insoddisfatti, depressi. Pieni di cose e perfettamente vuoti. E disuguali. Esiste però un’altra libertà: la “libertà generativa”. Una libertà che insegue una speranza e sta in relazione con la realtà, con l’altro da sé. Un generare che è biologico e simbolico. Come movimento antropologico originario, speculare al consumo, la generatività si manifesta nell’arte, nel lavoro cooperativo, nel volontariato, in certa imprenditorialità, nell’artigianato. E si realizza in quattro tempi: desiderare, mettere al mondo, prendersi cura e, infine, lasciar andare. Movimenti che ci rigenerano come soggetti capaci e nuovi. Dunque, la generatività come nuovo immaginario della libertà che ci libera da noi stessi. È questo il modo per riformare il nostro modello di sviluppo e rinnovare la democrazia. Superando l’individualismo della società dei consumi.
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