Questa è la pagina dedicata a Michela Marzano.
In questa pagina troverai 5 prodotti, tra cui “Cosa fare delle nostre ferite? La fiducia e l’accettazione dell’altro”.
Stirpe e vergogna
Tra romanzo e memoir, un libro dalla voce schietta e incalzante, che pur sospendendo il giudizio non smette di interrogarci e di invitarci a coltivare la memoria, perché «solo così si può sperare che certe cose non accadano più» Fuggo da quando ero piccola. Fuggo dal mio passato. Fuggo dalla colpa. Ma qual è esattamente la mia colpa? Michela Marzano intreccia il passato familiare alle pagine più controverse della storia del nostro Paese. Michela non sapeva. Per tutta la vita si è impegnata a stare dalla parte giusta: i fascisti erano gli altri, quelli contro cui lottare. Finché un giorno scopre il passato del nonno, fascista convinto della prima ora. Perché nessuno le ha mai detto la verità? Era un segreto di cui vergognarsi oppure un pezzo di storia inconsciamente cancellato? “Sono stata pure io complice di questa amnesia?” si chiede Michela dopo aver ritrovato una vecchia teca piena di tessere e medaglie del Ventennio. Inseguendo il filo teso attraverso le vicende della sua famiglia, tra il nonno Arturo e il nipotino Jacopo, l’autrice ridisegna il percorso che l’ha resa la donna che è oggi, costellato di dubbi e riflessioni: il rapporto complicato con la maternità, il legame tra sangue, eredità e memoria, e quel passato con cui l’Italia non ha mai fatto davvero i conti. Il risultato è uno spietato autoritratto che va molto al di là del dato personale, in questo Paese di poeti, di eroi, di santi e (così pare, ad ascoltarne i nipoti) di milioni di nonni partigiani, mettendo in luce la rimozione collettiva dell’humus fascista in cui affondano le radici di molti alberi genealogici. Proposto da Simonetta Fiori al Premio Strega 2022 con la seguente motivazione:
Opinioni:
Libro candidato da Simonetta Fiori al Premio Strega 2022 – LaFeltrinelli
Agli scrittori accade questo: aprono un cassetto e si trovano a frugare in un mobile intero, poi in una casa, infine nelle case di tutti. Michela Marzano lo fa in questo libro, il suo più autentico, feroce e compiuto – Nadia Terranova, Tuttolibri
Intimissima e insieme pubblica, la ricerche di Michela Marzano si misura con i silenzi d’un Paese che non ha mai davvero fatto i conti con la sua storia – Simonetta Fiori, la Repubblica
Un autoritratto spietato, utile a rileggere il passato per evitare di riproporlo senza averlo capito – Alberto Orioli, Domenica – Il sole 24 Ore
Stirpe e vergogna è il racconto di una scoperta dolorosa. L’autrice, che si è sempre creduta dalla parte giusta della storia, scopre un giorno che suo nonno era fascista. Non uno dei tanti italiani obbedienti, ma uno squadrista della prima ora, tra gli artefici della marcia su Roma e magistrato incattivito dal regime. Dettata da un’urgenza privata e insieme civile, la ricerca di Michela Marzano sul nonno fascista si misura con i silenzi d’un paese che non ha mai davvero fatto i conti con quella storia. E nelle reticenze dei suoi genitori si riflettono le rimozioni di una comunità che ha faticato ad ammettere cedimenti e compromissioni con la dittatura. A cent’anni dalla nascita del fascismo, in sintonia con un filone letterario europeo che mescola autobiografia e ricerca storica, il memoir famigliare di Marzano riesce a toccare le corde più profonde d’una tragedia collettiva che ci riguarda da vicino. Perché l’eredità di sangue e di stirpe è un’identità inconscia che ancora pesa sul corpo della nazione. E perché l’acquiescenza di allora trova un’eco sinistra nel conformismo di oggi, patologia crescente nel ceto politico e nel ceto intellettuale. Stirpe e vergogna è il ritratto potente di diverse generazioni di italiani che merita di essere candidato al Premio Strega. – Anonimo
Cosa fare delle nostre ferite? La fiducia e l’accettazione dell’altro
La fine del desiderio. Riflessioni sulla pornografia
Cos’è la pornografia? Cosa la differenzia dall’erotismo? Senza moralismi, la filosofa Michela Marzano indaga le basi della rappresentazione del corpo umano e della sessualità, individuando nel rispetto del soggetto il nodo fondamentale della questione: se l’erotismo mette in scena il mistero del corpo e dell’incontro con l’altro, la pornografia riduce tutto a oggetto, confondendo dimensione inferiore ed esteriore e facendo scadere anche il desiderio alla dimensione del consumo. Per dimostrarlo l’autrice analizza opere letterarie, da “L’amante di Lady Chatterly” a “L’Histoire d’O” fino alle più recenti pubblicazioni pornografiche, interrogandosi su quale “libertà” esse rappresentino, quale immagine della donna offrano e quale effetto possano avere sui ragazzi e le ragazze di oggi.
Il diritto di essere io
L’amore è tutto: è tutto ciò che so dell’amore
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