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Lo spettatore critico. Politica, filosofia, letteratura
Nicola Chiaromonte è stato una delle figure di spicco tra gli intellettuali del Novecento. Amico e corrispondente di illustri personaggi come Ignazio Silone, Hannah Arendt e Albert Camus, combatté tra l’altro contro le armate franchiste in Spagna sotto la guida di André Malraux. Nel Dopoguerra sviluppò un proprio pensiero anticomunista di matrice utopica e partecipò sempre al dibattito culturale e politico collaborando con le principali testate italiane e straniere. Questo Meridiano a cura di Raffaele Manica illumina con acume critico la sua avventura intellettuale, offrendone un ritratto inedito, e ripropone per intero il corpus delle sue opere, i suoi saggi, i diari e i taccuini, oltre ai due soli libri pubblicati in vita dall’autore, La situazione drammatica (1960) e Credere e non credere (1971), avvalendosi del lavoro di risistemazione postuma compiuto da Miriam Chiaromonte.
Opinioni:
Questo Meridiano a cura di Raffaele Manica illumina con acume critico l’avventura intellettuale di Nicola Chiaromonte, offrendone un ritratto inedito, e ripropone per intero il corpus delle sue opere, i suoi saggi, i diari e i taccuini, oltre ai due soli libri pubblicati in vita dall’autore. – LaFeltrinelli
In lotta contro il destino. Lettere (1945-1959)
Testimonianza, talvolta commossa e commovente, dell’«amicizia tanto intensa e pudica» che uní per due decenni due giganti del secolo scorso, la corrispondenza tra Albert Camus e Nicola Chiaromonte svela, attraverso la «dura fraternità degli uomini in lotta contro il destino», i segni di una stessa condizione umana e di un comune atteggiamento dello spirito nei confronti della barbarie e della violenza, che farà dire a Camus nel 1954: «Io l’avevo riconosciuta e lei era tra le decine di esseri con i quali avevo sempre vissuto, anche in loro assenza»
«Il carteggio di Nicola Chiaromonte con Albert Camus conferma la finezza e l’umanità, lo scrupolo, i rovelli, la passione mai gridata dell’intellettuale lucano; e riserva piú di una sorpresa» – il manifesto«Bisogna essere stati soli e randagi per sapere il valore dell’ospitalità» Nella primavera del 1941, prostrato dalla perdita di Annie Pohl, la sua prima moglie, e dalla sensazione di non avere piú speranze, Nicola Chiaromonte decide di partire per Marsiglia, facendo poi rotta per l’Africa. Fugge da un’Europa devastata dalla guerra, fugge soprattutto dalla Francia, da «tutto ciò che poteva essere dolcezza, compagnia, consolazione»: la cerchia degli amici, innanzi tutto, e poi Parigi, la città raggiunta nel 1934 da esule antifascista, dove ha conosciuto Annie e stabilito un intenso sodalizio spirituale con l’intellettuale libertario italo-russo Andrea Caffi. Giunto ad Algeri, viene introdotto nel gruppo dei giovani artisti, scrittori e giornalisti che, riuniti attorno ad Albert Camus e alla Maison Fichu, cercano di ricreare, grazie all’attività teatrale, un’esperienza fraterna ed egualitaria, ispirata alla bellezza e alla libertà. All’epoca del loro primo incontro, Albert Camus ha appena terminato i suoi tre «Assurdi» – un romanzo, Lo Straniero, un saggio, Il mito di Sisifo, e una tragedia, Caligola – che esaminano il problema della società e del nichilismo contemporanei. Per Chiaromonte, tuttavia, la frequentazione di Camus e della sua cerchia, non è che l’occasione per ritrovare, in terra africana, «la Francia amata, il calore puro e netto dell’amicizia francese» Soltanto qualche anno dopo, leggendo le opere dello scrittore francese a New York, Chiaromonte comprende che una profonda affinità spirituale lo unisce all’autore dello Straniero. Dall’esilio americano, durante i drammatici anni di guerra che condussero alla disfatta di Hitler e alla bomba atomica, dà allora avvio a un intenso scambio epistolare con Camus che dura fino alla morte di quest’ultimo avvenuta nel 1960.Il tempo della malafede e altri scritti
Nicola Chiaromonte: Una biografia
Correspondance (1854-1898): (1945-1959) (French Edition)
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