Questa è la pagina dedicata a Pino Imperatore.
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Allah, san Gennaro e i tre kamikaze
Salim, Feisal e Amira, tre giovani terroristi, hanno appena saputo la destinazione della loro prima “santa” missione: Europa, Italia, Napoli. Napoli? Perché proprio Napoli? I tre ancora non sanno che è una delle città più affascinanti e imprevedibili del mondo. E non sanno che, tra scioperi improvvisi, tifosi inviperiti, liquefazioni del sangue di san Gennaro, i loro piani saran sistematicamente boicottati.
Con tanto affetto ti ammazzerò
Aglio, olio e assassino
Tutti matti per gli Esposito
«Con dialoghi irresistibili, colpi di scena e messaggi di grande valore etico, mostra gli aspetti più cafoni e ridicoli della criminalità, rispolvera la grande tradizione comica napoletana e fa ridere e riflettere.» – la Repubblica
«La Napoli di Pino Imperatore è una città viva e vibrante. Bella tanto quanto l’originale.» – La Stampa Tonino Esposito ci prova, a seguire le orme del padre, defunto boss del rione Sanità, e a diventare un criminale come si deve. Ma per quella vita ci vuole stoffa, e lui quella stoffa proprio non ce l’ha. Goffo, ingenuo, nullafacente e perseguitato dalla sfortuna, sembra incapace di combinarne una buona. Canzonato dalla moglie, dai quattro figli, dai suoceri, dalla domestica ucraina e persino da due iguane e da un coniglietto, è la pecora nera della famiglia e il delinquente più maldestro nella storia della camorra.Quando anche ’O Capitano, lo spirito di un ufficiale spagnolo che gli parla mediante un teschio presente nel cimitero delle Fontanelle, si rifiuta di dare ancora ascolto ai suoi lamenti e lo incita a darsi finalmente una mossa, Tonino capisce di aver toccato il fondo. Decide perciò di cambiare strada e di cercarsi, per la prima volta in quarantacinque anni, un lavoro onesto. Ma i guai non tarderanno a raggiungerlo, così come gli uomini del clan che hanno in mente per lui un compito ‘molto speciale’.Opinioni:
Dirigendo un coro di voci esilaranti e di situazioni pirotecniche, Pino Imperatore si conferma un maestro dell’umorismo, quello che unisce l’allegria e l’amarezza, compiendo il grande miracolo di farci ridere delle nostre stesse debolezze e assurdità. – LaFeltrinelli
Questa scuola non è un albergo
Angelo D’Amore è un ragazzo che renderebbe orgogliosa ogni mamma: ha diciotto anni, è bello, simpatico, intelligente e non ha grilli per la testa. Vive in una casa che si affaccia sull’incantevole Golfo di Napoli e frequenta l’ultimo anno dell’istituto alberghiero “Lucullo”. Circondato da una banda di bislacchi compagni di classe, come Pinuccio detto ‘o Scienziato per la sua ossessione verso gli extraterrestri, Alfonso detto ‘o Muscio per la sua lentezza esasperante o Maria Peppa Pig, che ama il cibo più di ogni cosa, Angelo è segretamente innamorato della sua prof. di Lettere e sogna di diventare un grande chef. Insomma, potrebbe essere il ragazzo più spensierato del pianeta Terra, se non fosse per la mancanza della persona più importante della sua vita: la madre, morta durante un naufragio mentre era in barca col marito, in circostanze mai del tutto chiarite. Il padre, infatti, preferisce tacere sulla sciagura. Un’ombra che Angelo, con tutta la comicità, la leggerezza e la ferocia dei diciott’anni, è determinato a chiarire.
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