Questa è la pagina dedicata a Raymond Chandler.
In questa pagina troverai 5 prodotti, tra cui “Romanzi e racconti [Due volumi indivisibili]”.
Il lungo addio
Il lungo addio è il canto del cigno di Marlowe, nero come il peccato, nero come il genere che, con noncuranza, Chandler aveva inaugurato e portato ai massimi splendori. È il suo romanzo più complesso, più compiuto e sentito, e in uno dei protagonisti – lo scrittore Roger Wade – è dato leggere in filigrana un larvato autoritratto. Acquistare delicatezza senza perdere forza, si augurava Chandler a inizio carriera, e ora il dono è suo, è nelle sue mani. È anche un lungo addio al personaggio del detective malinconico e blasé, che per quante bevute si conceda, per quante sparatorie, pestaggi e tradimenti, inganni e disinganni debba subire, non perde mai l’ironico aplomb, né la battuta icastica. La sua inconfondibile silhouette in dissolvenza, con il fedora sulle ventitré e la cicca all’angolo della bocca, è forse l’ultima reincarnazione del cavaliere dalla malinconica figura. È un lungo addio, ripete in sottofondo la canzone che ci accompagna, struggente e sincopata, fino al termine del libro e della notte di Los Angeles. Un lungo addio da dire solo quando significa qualcosa, solo quando è triste, solitario… y final.
Opinioni:
Un lungo addio da dire solo quando significa qualcosa, solo quando è triste, solitario… – LaFeltrinelli
Pur pubblicato nel 1953, Il lungo addio è drammaticamente attuale. Un libro che, coraggiosamente, parla in maniera chiara di e a un mondo corrotto dalla vacuità. – Thea Pellegrini per Maremosso
Il grande sonno
Sì, perché deve prendere tutto il décor e tutti i ferri del suo mestiere – le palme e il vento caldo di Los Angeles, la penombra minacciosa di interni sfarzosi e lo sfarfallio dell’acqua nelle piscine, il crepitio delle pistole e quello ancora più letale dei lamé -, aggiungerci il suo fuori campo in confondibile, e rimetterli al posto delle storie spesso ovvie raccontate da migliaia di suoi epigoni, in quell’universo narrativo opaco cui è stato attribuito d’ufficio un nome che non gli apparteneva: il noir. Sì, stavolta Marlowe deve riportare le lancette all’anno in cui tutto è cominciato, il 1939, e al luogo da cui tutto il resto ha tratto origine: questo romanzo. E per fortuna tutto fa pensare che ci riuscirà – o che fallirà magnificamente, come solo lui avrebbe potuto.
Opinioni:
È sempre l’ultimo incarico, per Philip Marlowe. Ma quello che gli abbiamo affidato stavolta, forse, è il più delicato. – LaFeltrinelli
Addio, mia amata
Grazie alle sue armi di difesa personale – la tesa abbassata sugli occhi per principio, il sopracciglio inarcato per la stessa ragione, un fisico rispettabile nonostante gli stravizi -, Philip Marlowe potrebbe arrivare a fine mese guadagnando quanto basta, senza passare da un guaio all’altro. Specie quando si muove, come qui, nel suo ambiente naturale, la Los Angeles dei locali notturni. Ma purtroppo, anche se a vederlo non si direbbe, è curioso. E se davanti a un locale, mentre indaga su tutt’altro, nota un figuro in cappotto sportivo, palline da golf per bottoni e un abbacinante paio di scarpe di coccodrillo, vuole saperne di più: quindi lo segue all’interno, finendo a contatto ravvicinato col temibile Moose Malloy, e si mette poi sulle tracce della sua molto rimpianta vecchia fiamma, l’ancor più temibile Velma Valento. Il resto è tutto quello che ci aspettiamo da uno come Marlowe, ma con un’avvertenza: fra i suoi componenti romanzeschi collaudati, Chandler in Addio, mia amata ha scelto solo il meglio del meglio. Che agisce oggi come allora.
Opinioni:
Chandler in Addio, mia amata ha scelto solo il meglio del meglio. – LaFeltrinelli
Chandler scriveva come se il dolore si sentisse davvero, e come se la vita avesse davvero un senso – The New Yorker
Romanzi e racconti [Due volumi indivisibili]
I due Meridiani dedicati a Chandler costituiscono la più ampia e curata raccolta delle sue opere a livello nazionale e internazionale. Il primo volume delle opere di Raymond Chandler riunisce gli scritti risalenti agli anni 1933-1942, ossia le pulp stories, il racconto fantastico La porta di bronzo (inedito in traduzione italiana) e i primi tre romanzi (Il grande sonno, Addio mia amata e La finestra sul vuoto, tutti con Marlowe protagonista). Il secondo riunisce scritti della fase centrale, 1943-1959, e conclusiva della sua attività: quattro romanzi (La signora nel lago, La sorellina, Il lungo addio, Playback), i racconti postumi (Una coppia di scrittori, Estate inglese, La matita, Storie dei Poodle Spring), una sceneggiatura (La dalia azzurra), i saggi e una significativa scelta di lettere.
The Long Good-bye
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