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Notte fonda. Il romanzo di «Prima dell’alba»
Le vite che respirano nella notte non sono solo quelle legate a violenze e affari sporchi. Sono anche quelle di personaggi salvifici, inattesi, con le loro voci calde e rassicuranti, che portano speranza. Tutte le storie nascoste nel labirinto oscuro della notte, nel tessuto urbano dei destini incrociati, diventano ora protagoniste del nuovo romanzo di Salvo Sottile, così come lo sono state – e continuano a esserlo – nella sua trasmissione “Prima dell’alba”. Una narrazione corale dal ritmo serrato: dai difficili tentativi di integrazione al lavoro in un centro antiviolenza, dai corridoi dei magazzini di Amazon alla ormai storica serata dance romana “Muccassassina”, alle sale bingo aperte h24. Un “viaggio al termine della notte”, uno scenario fatto di eccessi, freddo, attese, spostamenti e appostamenti, caffè, stanchezza, delusioni. In attesa dell’alba.
Più scuro di mezzanotte
È intorno alla metà degli anni Ottanta che inizia la “carriera” di Nino Giaconia, uomo d’onore affiliato al clan emergente dei Corleonesi. Accanto al cognato Gaspare, che in breve raggiunge il vertice della Cupola, Nino si conquista la fama di killer spietato e senza scrupoli, interamente votato agli interessi di Cosa Nostra. Anche lui, però, ha una debolezza: l’attaccamento alla moglie Rosa Martinez, appartenente alla cosca perdente dei Palermitani. Bellissima e tormentata, Rosa lo ha sposato più per sottrarsi alla soffocante tutela paterna che per amore. Una scelta che ha trasformato la sua vita in un inferno e che, col passare del tempo, la persuade di avere imboccato una strada senza ritorno. Sulle tracce di Gaspare e Nino, superlatitanti da oltre un ventennio, ci sono infatti l’inflessibile giudice Elvira Salemi e il commissario Matteo Di Giannantonio: entrambi lacerati da dubbi e contraddizioni, sono tuttavia decisi a non mollare, costi quello che costi. E per Cosa Nostra è giunta l’ora di cambiare perché tutto, gattopardescamente, resti come prima…
Maqeda
Palermo. Filippo, un ragazzo avventato e ambizioso, inizia la sua “educazione sentimentale” alla mafia il giorno in cui si ritrova a fare da angelo custode a una tossicodipendente. Il dopo è un susseguirsi di ruoli. Diventa fotografo di cronaca nera, poi imprenditore senza scrupoli, poi braccio destro di uno zio ammanigliato con i boss. E finisce pure in carcere come complice di un omicidio. Non un omicidio qualunque, ma l’assassinio del vicequestore Ninni Cassarà, quel poliziotto eroico e testardo massacrato negli anni ’80 dai corleonesi di Totò Riina in guerra con lo Stato. Ed è li, nei bracci dell’Ucciardone, che Filippo assapora prima il rispetto degli altri detenuti e poi il delirio di sentirsi finalmente parte di un olimpo potente e scellerato. Quello della mafia che comanda, che uccide, che atterrisce e che promette senza mai mantenere. Una tragedia degli inganni.
Cruel
Roma si sveglia con la notizia di un omicidio atroce. Marta Luci, studentessa universitaria, è stata trovata morta dentro un ex ospedale psichiatrico abbandonato. L’assassino le ha squarciato la gola, ha messo il corpo a testa in giù e lo ha svuotato di tutto il sangue. I capelli sono intrisi di una sorta di balsamo. Sul ventre e sul petto alcuni tagli disegnano una croce rovesciata. Delle indagini viene incaricato un commissario specializzato in omicidi rituali. Ma sulle tracce dell’assassino si mette anche un giornalista, Mauro Colesani, inviato del settimanale “Cruel”, crime magazine di grande successo diretto da uno psichiatra famoso e carismatico. Mauro gira su un motorino scassato, ha modi poco ortodossi, ma anche un grande talento. E un motivo speciale per scoprire la verità. Con questo libro Salvo Sottile trasforma in un thriller la sua conoscenza del mondo della cronaca nera, maturata anni di esperienza giornalistica. Ed è una redazione, descritta con assoluto realismo, a diventare il campo gravitazionale del male. Nessuno è al riparo dal sospetto, tutti credono di avere la verità in tasca. Qualcuno ha anche la presunzione di riconoscere il male, di poterlo sconfiggere. Ma come accade nei casi reali non esiste mai un colpevole certo né una sola verità. Semmai ce ne sono tante, tutte valide, tutte spendibili e tutte solide agli occhi della logica. Solide fino a che non arriva una verità più forte, si posa sull’ultima e fa crollare tutte le altre, come in un domino.
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