Questa è la pagina dedicata a scuola non scuola.
In questa pagina troverai 5 prodotti, tra cui “Non sono mai andato a scuola. Storia di un’infanzia felice”.
Perché (non) andare a scuola
C’è un filo che lega tutti alla Scuola: per gli studenti è il loro presente, per gli adulti è dato dalla nostalgia di un periodo unico o semplicemente dai figli alle prese con lo studio. Gli insegnanti intrecciano questo filo: per loro la Scuola è un luogo dove passato, presente e futuro si compenetrano. Questo “saggio narrativo” nasce dall’esperienza e dal profondo disincanto che essa provoca. L’autore mette a nudo impietosamente i meccanismi con i quali molte scuole di oggi, alla ricerca di iscrizioni e successo, tradiscono la loro missione, ingannano studenti e genitori, opprimono il cuore di chi ancora crede nella formazione. Si smascherano dunque le valutazioni, il marketing scolastico e le false motivazioni con cui molti ragazzi, su suggerimento degli adulti, scelgono e vivono la Scuola. Pertanto, in vista di un orizzonte non rassegnato, l’autore propone anche nuovi percorsi di senso e di “studiosa meraviglia” per gli studenti e per i professori. Soprattutto per quanti sono alla ricerca del significato dello studio e per quanti, ancora innamorati dell’essenza dell’insegnamento, non possono adattarsi alla realtà attuale. Prefazione di Annalisa Cuzzocrea. Postfazione di Sergio Labate.
ADHD cosa fare (e non). Guida rapida per insegnanti. Scuola primaria
Avete mai pensato alle strategie più efficaci per Pi gestire un bambino con ADHD a scuola? Questo libro, nello stile di un quaderno di Teacher Training, presenta istruzioni mirate e «pronte all’uso» per affrontare con successo 15 comportamenti problema tipici del Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività.
Non sono mai andato a scuola. Storia di un’infanzia felice
Come crescerebbe un bambino senza andare a scuola? Che accadrebbe se le persone intorno a lui mostrassero una fiducia assoluta nelle sue capacità e gli consentissero di dedicarsi alle attività che gli interessano, certi che il gioco sia una forma di apprendimento? Quali sarebbero i risultati di un’infanzia vissuta lontano dalla routine e dalle aspettative del ‘mondo scolarizzato’? André Stern, figlio di una ex insegnante di scuola materna e di un pedagogo che ha rivoluzionato il concetto di educazione infantile, a scuola non ci è mai andato. E condividendo la sua esperienza personale, la sua singolare storia di autodidatta, colma un vuoto, perché nessuno prima di lui ha potuto raccontare che cosa significa crescere estraneo ad ogni forma di scolarizzazione, senza orari, senza programmi, senza voti o pagelle. Imparare spontaneamente, in un cammino autonomo che lo ha condotto a essere tutt’altro che emarginato o analfabeta, anzi musicista, compositore, liutaio, oltre che scrittore e giornalista. Una sfida contro i luoghi comuni, che non pretende di offrire un metodo migliore o una ricetta miracolosa, ma una possibilità alternativa, una fonte d’ispirazione, un invito alla fiducia in sé stessi. Per sfatare la convinzione che la scuola sia l’unica strada percorribile per lo sviluppo emotivo e sociale di un bambino.
Scuola media: manuale per la sopravvivenza. Cosa occorre sapere per non farsi travolgere
L’arrivo della prima media è un momento emozionante, desiderato e insieme temuto, che segna la fine dell’infanzia: chi varca la soglia della nuova scuola non è più un bambino o non lo rimarrà a lungo. Sono tantissime le novità che parlano di crescita: nuovi professori, materie mai studiate prima, diari da “grandi”, compagni più “vecchi” e spavaldi, testimoni dei cambiamenti che si profilano all’orizzonte. A cui si accompagna un misto di trepidazione ansiosa e nostalgia, di eccitazione e paura. Soprattutto paura di non farcela, perché anche i bambini sanno che è giunto il momento di lasciarsi alle spalle alcuni aspetti rassicuranti dell’infanzia, e che trasformarsi in adolescenti adeguati e poi in adulti sereni richiederà impegno, coraggio e una certa dose di fortuna. Katia Provantini, psicologa esperta di problematiche scolastiche e dell’apprendimento, racconta le trasformazioni e le difficoltà che spesso i ragazzi di 10-13 anni si trovano ad affrontare nel periodo della scuola media: dalle tappe del percorso di crescita adolescenziale alle caratteristiche del nuovo contesto scolastico, senza tralasciare il problema del bullismo, i compiti a casa, i pregi e i difetti delle nuove tecnologie e dei social network, sino alla fatidica scelta della scuola superiore. Un libro che vuole aiutare i genitori (ma anche gli insegnanti) a capire le “turbolenze” dei preadolescenti, per poter affrontare insieme a loro, in modo più sereno, quella meravigliosa avventura che è la formazione di una personalità adulta.
NON VOGLIO ANDARE A SCUOLA
C’era una volta un coniglio birichino che forse conoscete già. Quando la mamma gli disse: “Domani è il tuo primo giorno di scuola tesoro”, egli rispose: “No, non voglio!”. Età di lettura: da 4 anni.
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