Questa è la pagina dedicata a Simon Critchley.
In questa pagina troverai 5 prodotti, tra cui “Note sul suicidio”.
A cosa pensiamo quando pensiamo al calcio
Sposando Gadamer e Zidane, Sartre e Mourinho, Simon Critchley ci aiuta a capire come possano ventidue ragazzi in pantaloncini che inseguono una sfera di cuoio toccare cosí a fondo il cuore di milioni di persone. Perché il calcio è cosí amato, e in maniera cosí viscerale? Cosa lo rende cosí appassionante? Forse il fatto che dietro la superficie fatta di tifo sfrenato e affari miliardari, nasconda molto altro. Se infatti applichiamo al calcio gli strumenti della filosofia contemporanea scopriamo, per esempio, che nonostante tutto il pallone è fondamentalmente socialista. O che la partita è il vero rito catartico dei nostri tempi, piú vitale e coinvolgente del teatro, che ha sostituito nella coscienza collettiva. O che Claudio Ranieri e Nietzsche hanno molte piú cose in comune di quanto pensassimo. Questo pamphlet raffinato e accessibile ci accompagna passo passo in un’affascinante disamina fenomenologica dello sport piú bello del mondo. E ci dimostra che il calcio non ha tanto a che fare con la vittoria e la sconfitta, quanto con il raggiungere – anche solo per un breve ma indimenticabile momento – uno stato di grazia.
Opinioni:
Sposando Gadamer e Zidane, Sartre e Mourinho, Simon Critchley ci aiuta a capire come possano ventidue ragazzi in pantaloncini che inseguono una sfera di cuoio toccare così a fondo il cuore di milioni di persone. – LaFeltrinelli
Simon Critchley è di una brillantezza impressionante – Jonathan Lethem
Critchley rende tangibili i miti dello sport senza privarci del senso di meraviglia – Rolling Stone
Nessuno pensa come Critchley – The New York Review of Books
Bowie: 1
Siamo all’inizio degli anni Settanta. David Bowie va a «Top of the Pops», la trasmissione musicale più popolare d’Inghilterra, e canta Starman, il brano che avrebbe segnato una svolta nella sua carriera e per un’intera generazione di artisti. Ambigua e sensuale, la sua performance ipnotizza il dodicenne Critchley. È l’inizio di una passione destinata a durare tutta la vita. Come in un romanzo di formazione, la folgorante parabola del Duca Bianco viene a illuminare le giornate grame del ragazzo di periferia, accompagnandolo fin dentro l’età adulta, nella scoperta dei grandi eventi dell’esistenza. Ormai filosofo affermato, può ora cogliere il senso di quell’incontro in pagine provocatorie e psichedeliche come l’eroe che celebrano.
Critchley, S: What We Think About When We Think About Footba
What do we think about when we think about football? Football is about so many things: memory, history, place, social class, gender (especially masculinity, but increasingly femininity too), family identity, tribal identity, national identity, the nature of groups. It is essentially collaborative, even socialist, yet it exists in a sump of greed, corruption, capitalism and autocracy. Philosopher Simon Critchley attempts to make sense of it all, and to establish a system of aesthetics – even poetics – to show what is beautiful in the beautiful game. He explores, too, how the experience of watching football opens a particular dimension in time; how its magic wards off oblivion; how its dramas play out national identity and non-identity; how we spectators, watching football with tragic pensiveness, participate in the play. And of course, as a football fan, he writes about his heroes and villains: about Zidane and Cruyff, Clough and Revie, Shankly and Klopp.
Note sul suicidio
Attraverso un’ampia panoramica storica del suicidio, un’indagine letteraria di alcuni famosi messaggi d’addio e un’autoanalisi psicologica a tratti graffiante, Simon Critchley analizza cosa significa possedere il dono fin troppo umano – e la maledizione – di essere in grado di scegliere tra vita e morte. Nel tentativo di far comprendere il suicidio e la fatale logica della sua visione a tunnel, nel maggio 2013 ha organizzato un laboratorio di scrittura creativa dedicato ai messaggi di addio dei suicidi. Faceva parte di un’installazione artistica di due settimane, in un minuscolo spazio sulla 21° Strada Ovest di Manhattan, e si chiamava School of Death, nata come reazione alla più astuta The School of Life di Londra. Alla fine del corso i partecipanti dovevano scrivere i loro “ipotetici” messaggi di addio, riportati poi da Critchley nel suo saggio. Molto ironico quello di sua moglie, psicanalista e specialista dell’ambivalenza: Caro Simon, Mi raccomando, non franare. Io ho deciso di non frenare. Con tutto il mio amore-odio. Jamieson (che sta per lanciarsi da una collina con l’auto) “Forse scrivere è la cosa più vicina alla morte… Si possono mettere a tacere le cose, scrivendo: fantasmi, tormenti, rimpianti, e ricordi che ci scorticano vivi.”
On Heidegger’s Being And Time
On Heidegger’s Being and Time is an outstanding exploration of Heidegger’s most important work by two major philosophers. Simon Critchley argues that we must see Being and Time as a radicalization of Husserl’s phenomenology, particularly his theories of intentionality, categorial intuition, and the phenomenological concept of the a priori. This leads to a reappraisal and defense of Heidegger’s conception of phenomenology. In contrast, Reiner Schurmann urges us to read Heidegger ‘backward’, arguing that his later work is the key to unravelling Being and Time. Through a close reading of Being and Time Schurmann demonstrates that this work is ultimately aporetic because the notion of Being elaborated in his later work is already at play within it. This is the first time that Schurmann’s renowned lectures on Heidegger have been published. The book concludes with Critchley’s reinterpretation of the importance of authenticity in Being and Time. Arguing for what he calls an ‘originary inauthenticity’, Critchley proposes a relational understanding of the key concepts of the second part of Being and Time: death, conscience and temporality.
Se volessi saperne di più, dai un’occhiata al nostro canale Youtube!
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.