Questa è la pagina dedicata a libri di storia dell’arte italiana.
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Storia dell’arte italiana (Vol. 1)
Storia dell’arte italiana. Il Rinascimento. Per le Scuole superiori
Il disegno nella storia dell’arte italiana
Il disegno è un momento fondamentale del processo creativo dell’opera d’arte, in particolar modo della pittura; non a caso di questa forma è in genere parte integrante e con essa tende ad identificarsi, seguendone le vicende storiche. Dalle prime espressioni grafiche dell’arte preistorica ad oggi, il disegno ha pertanto assunto caratteristiche assai varie, anche in rapporto alla funzione e alla destinazione di volta in volta assegnategli. Sotto questo aspetto il disegno artistico presenta un enorme interesse; in età moderna è infatti divenuto oggetto di trattazione, di ricerca appassionata da parte di artisti e collezionisti, di approfonditi studi critici e, più recentemente, specifico campo d’indagine in ambito storico-artistico.
I pittori italiani del Rinascimento
In questo volume Berenson passa in rassegna le grandi scuole e i massimi maestri della pittura italiana del Rinascimento. Scrisse Benedetto Croce: “Nel rileggere il libro su “I pittori italiani del Rinascimento”, mi pareva di leggere quasi una continuazione della “Storia della letteratura italiana” del De Sanctis, col suo insistere sul carattere poetico proprio dei poeti, e qui di ciascun pittore. E vorrei osservare che le idee del Berenson hanno bisogno di abbandonare le angustie nelle quali sinora si sono rinserrate, ed essere accolte nei grandi saloni della filosofia, dove troveranno sede degna e possibilità di svolgimenti adeguati”.
Centro e periferia nella storia dell’arte italiana
«In un’età di imperialismi e di subimperialismi, in cui anche le bottiglie di Coca-Cola si configurano come segno tangibile di vincoli non solo culturali, il problema della dominazione simbolica, delle sue forme, delle possibilità e dei modi di contrastarla, ci tocca inevitabilmente da vicino» A quarant’anni esatti di distanza dalla prima pubblicazione di questo testo nella Storia dell’arte italiana Einaudi, l’attualità di queste parole non si è affievolita. Al contrario: se alla fine degli anni Settanta tale giudizio valeva per un’Italia che assisteva alla definitiva perdita della complessità di fronte all’omologazione culturale, alle migrazioni interne e all’inurbamento di massa, oggi, nell’età della globalizzazione, la «dominazione simbolica» si è estesa su scala mondiale. Motivo per cui ripubblicare questo saggio in forma di libro è utile sia agli storici dell’arte per capire come si è evoluta la carta geografica della produzione artistica italiana, che a chiunque sia interessato a comprendere come dei modelli estetici estendano la loro presa sulla società e, eventualmente, come ribaltare quello stato di cose. Il libro rilegge la storia dell’arte italiana mettendo in discussione uno dei dogmi su cui si era basata per secoli: l’identificazione del centro (o dei centri) come luogo della creazione artistica, e della periferia come luogo di ricezione tardiva. Contro questa visione semplicistica, il libro racconta i rapporti tra «centro» e «periferia» in maniera meno gerarchica (evitando di parlare di una mera diffusione dei modelli artistici dal primo verso la seconda), ma anche meno pacifica. Spesso infatti, anche quando sembrano adeguarsi alle indicazioni del centro, le periferie lo fanno in maniera creativa o comunque a prezzo di resistenze da conoscere e comprendere.
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