Questa è la pagina dedicata a Sylvia Plath.
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La campana di vetro
Brillante studentessa di provincia vincitrice del soggiorno offerto da una rivista di moda, a New York Esther si sente «come un cavallo da corsa in un mondo senza piste» Intorno a lei, l’America spietata, borghese e maccartista degli anni Cinquanta: una vera e propria campana di vetro che nel proteggerla le toglie a poco a poco l’aria. L’alternativa sarà abbandonarsi al fascino soave della morte o lasciarsi invadere la mente dalle onde azzurre dell’elettroshock. Fortemente autobiografico, La campana di vetro narra con agghiacciante semplicità le insipienze, le crudeltà incoscienti, gli assurdi tabù che spezzano un’adolescenza presa nell’ingranaggio stritolante della normalità che ignora la realtà. Include sei poesie da Ariel.
Opinioni:
«Il silenzio si ritirò, mettendo a nudo i ciottoli e le conchiglie e tutti i relitti ammaccati della mia vita.» – LaFeltrinelli
Il bikini di Sylvia Plath. Nuova ediz.
Eva è una brillante dottoranda in Filosofia dell’arte, studia la performance femminista, detesta il “patriarcato negazionista” che si annida dietro i manierismi della “Dandy-Accademia” e dell’intellighenzia mondana, frequenta la fauna delle Fondazioni che fanno tendenza con la loro coda di after-party e anglismi d’ordinanza, vive a Milano in un monolocale soppalcato che costa più del dovuto, legge Sylvia Plath mentre segue compulsivamente gli account social di Claudia Schiffer. Impelagata in un’ossessiva relazione di sexting su Instagram, in una tesi di dottorato da concludere con un professore-seduttore e nello straniamento sintetico del diluvio digitale, Eva arriva a dividersi tra cocaina, masturbazione, le sleep stories dell’app Calm e gustosi dialoghi fantasmatici con Freud, Woody Allen e David Foster Wallace. Il tutto fra le ingerenze più o meno confessabili di un ingombrante padre accademico e una trafila di amori tossici per diversi maschi manipolatori, che dispensano sapientemente mansplaining per diradare le nebbie della “complessità femminile”. In un mix di comicità e disperazione, sotto l’egida del sorriso di plastica della suicida Marilyn appeso sul water, le esperienze e i pensieri di Eva si tingono di nero e colori acidi, diventando sempre più allucinatori. Fino a tornare, con nuova luce, sui versi di Sylvia Plath, e sciogliere il nodo del loro segreto.
The Bell Jar: Sylvia Plath
Diari
Quando si comincia a leggere questi diari si ha l’impressione di seguire le febbrili annotazioni di una bella ragazza americana che scopre l’Europa: tutto vibra, tutto sprizza energia, c’è un senso di attesa che si impone su tutto. Ma presto ci accorgiamo che le cose non stanno così. O meglio, non soltanto così. E ci immergiamo in una lettura sempre più appassionante e talvolta angosciosa: il giornale di bordo di una sensibilità acutissima, lacerata e drammatica, quella di una scrittrice che per i suoi versi e per il suo tragico destino è diventata un emblema, un vero culto, per molti lettori.
The bell jar: Sylvia Plath
‘A modern classic.’ Guardian ‘A near-perfect work of art.’ Joyce Carol Oates Sylvia Plath is a major cultural icon who continues to inspire new generations of female readers. The Bell Jar is one of the defining novels of the 20th century. I was supposed to be having the time of my life . . . Working as an intern for a New York fashion magazine in the summer of 1953, Esther Greenwood is on the brink of her future. Yet she is also on the edge of a darkness that makes her world increasingly unreal. Esther’s vision of the world shimmers and shifts: day-to-day living in the sultry city, her crazed men-friends, the hot dinner dances . . . The Bell Jar, Sylvia Plath’s only novel, is partially based on Plath’s own life. It has been celebrated for its darkly funny and razor sharp portrait of 1950s society, and has sold millions of copies worldwide. ONE OF THE BBC’S ‘100 NOVELS THAT SHAPED OUR WORLD’ ‘As clear and readable as it is witty and disturbing.’ New York Times Book Review Reader responses: ‘Very readable, often darkly funny, and feels fresh.’ ‘Plath’s masterpiece . . . It’s amazing how relevant this book still is.’ ‘So enthralling . . . So thought provoking, so vivid, that it’s thoroughly engrossing.’ ‘I just couldn’t put it down.’ ‘Ever better than I expected.’ ‘Plath’s underrated humour shines through this startling account of 1950s ‘normality’.’
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