Questa è la pagina dedicata a Titti Marrone.
In questa pagina troverai 5 prodotti, tra cui “Il tessitore di vite (Scrittori italiani e stranieri)”.
Se solo il mio cuore fosse pietra
Nel 1945 la grande villa di campagna di sir Benjamin Drage diventa una residenza per i piccoli reduci dai campi di sterminio, venticinque bambini tra i quattro e i quindici anni accolti e accuditi grazie all’iniziativa e alla determinazione di Anna Freud, figlia del grande Sigmund, e di Alice Goldberger, sua collaboratrice. Ciascun bambino ha una storia diversa, terribile e speciale, ciascuno viene da un proprio personale inferno. Alice e la sua équipe lottano per restituire loro un’infanzia, dando vita per oltre un decennio a un centro dove le più recenti acquisizioni della psicologia infantile, della pedagogia e dell’arte vengono messe al servizio delle necessità dei bambini provenienti da lager, orfanotrofi e conventi o dai nascondigli dove i genitori li hanno lasciati durante la guerra, nell’estremo tentativo di salvar loro la vita. Lo sguardo dolce e professionale di Alice ci mostra come, nello scorrere delle stagioni, si allenti in Gadi la necessità di nascondere il cibo, si riducano gli incubi di Berl e la presenza della morte nei disegni di Denny e si avvicini per tutti, a poco a poco, l’obiettivo più difficile: recuperare la fiducia negli adulti. Titti Marrone scava nella Storia, apre gli archivi, incrocia documenti, foto, diari e lettere per trasporre in un romanzo la coraggiosa e commovente esperienza di Lingfield. La sua penna segue con delicata partecipazione l’incontro con l’infanzia di ciascun bambino, l’affiorare di traumi e ricordi dolorosi, il progressivo sciogliersi dei nodi più stretti. Fino all’inizio delle loro seconde vite.
Opinioni:
Libro finalista al Premio Napoli. Narrativa 2022 – LaFeltrinelli
Libro finalista al Premio Alassio Centolibri-Un autore per l’Europa 2022 – LaFeltrinelli
«C’erano solo pochi frammenti per ricostruire da dove venissero quei piccoli. Che cosa avevano visto, sentito, vissuto? Chi era la madre, chi il padre? La parte più delicata per i bambini di Lingfield stava per cominciare. E lei si sentiva pronta.» – LaFeltrinelli
Un romanzo travolgente che non parla soltanto del passato atroce ma delle guerre presenti e future di cui le prime vittime sono i bambini. – Brunella Schisa, il Venerdì – la Repubblica
“Se solo il mio cuore fosse pietra” è una narrazione storica che ci fa pensare a quanto i fatti della Storia da sempre condizionano la vita delle persone, ma anche che tra tanta cattiveria esistono persone buone e generose che vogliono spendere la loro vita per gli altri. – Sabrina Bordignon per Maremosso
Controluce. Letteratura e totalitarismi
Gustaw Herling e Titti Marrone dipingono ritratti di grandi scrittori europei che hanno vissuto i totalitarismi del Novecento. I fili rossi che tengono insieme queste conversazioni sono i ricordi degli orrori del gulag e l’oppressione dei regimi dittatoriali. Da Primo Levi a Ignazio Silone, fino alla Russia sovietica di Alexandr Solzenicyn e Marina Cvetaeva. Controluce ci porta nelle prigioni di Salamov e Gor’kij. In queste pagine trova spazio il rapporto di Herling con Napoli e con Benedetto Croce. Controluce è un inno alla libertà d’espressione. Gustaw Herling è fra i maggiori scrittori polacchi del Novecento. è autore di Un mondo a parte, in cui descrive l’esperienza nel gulag. Titti Marrone è scrittrice e giornalista. Per anni ha diretto la pagina culturale del Mattino.
Meglio non sapere
Il tessitore di vite (Scrittori italiani e stranieri)
Omaggio a Napoli. Ediz. italiana e inglese
Visitare la Napoli d’un tempo e riviverla con l’aiuto di un’ampia raccolta di immagini sparse, seppure sapientemente accostate, non può considerarsi solo un’operazione di segno documentaristico. Le voci discrete – a volte appena sussurrate – che arrivano a noi da queste scene, ed invitano a collegarci dopo un secolo con questa nostra città, sembra proprio che vogliano chiedere urgentemente udienza. Perché noi, i pronipoti che da poco abitiamo il terzo millennio, si possa amorevolmente conservare – e nutrire – lo sguardo. E, grazie a queste osservazioni, in un alternarsi di memorie “in trasparenza”, trasformarci d’improvviso in testimoni viventi della città che fu.
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