Questa è la pagina dedicata a Tony Judt.
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Postwar. Europa 1945-2005
…Un volume che è già un classico, un punto di riferimento che ha segnato il dibattito storiografico per oltre un decennio – Umberto Gentiloni, La Repubblica Nel 1945 l’Europa è in ginocchio. La guerra ha lasciato ovunque macerie morali e materiali. Milioni di persone vagano per il continente alla ricerca di un luogo sicuro, della salvezza o di un vagheggiato ritorno a casa. Su questo panorama sta per calare una cortina di ferro che la dividerà in blocchi ideologici contrapposti. Oggi, a quasi trent’anni dalla caduta del muro, le ‘due Europe’ sono soltanto un ricordo. In un continuo confronto tra Est e Ovest, Tony Judt, una delle figure intellettuali più incisive del nostro tempo, riscrive la storia del dopoguerra a partire da un’interpretazione inedita: quell’anno fatale non è stato l’inizio di una nuova epoca, piuttosto l’avvio di una fase di transizione durata per oltre mezzo secolo. Da una parte seguiamo gli eventi che dalla rivolta ungherese del 1956 portano alla primavera di Praga, al crollo dell’URSS e al divampare dell’odio etnico nell’ex Iugoslavia. Dall’altra il Piano Marshall, le dittature fasciste di Franco e Salazar, la decolonizzazione e l’immigrazione, il ’68, il pontificato di Karol Wojtyla. In questo mosaico stanno fianco a fianco con pari dignità gli effetti del boom economico, il movimento femminista, il cinema italiano, i Beatles e le mode giovanili. Il risultato è un affresco epico e attento ai dettagli, capace di restituire il carico di speranze e di fiducia nel futuro che ha rimesso in marcia il nostro continente.
Guasto è il mondo
“C’è qualcosa di profondamente sbagliato nel nostro modo di vivere, oggi. Per trent’anni abbiamo trasformato in virtù il perseguimento dell’interesse materiale personale: anzi, ormai questo è l’unico scopo collettivo che ancora ci rimane. Sappiamo quanto costano le cose, ma non quanto valgono. Non ci chiediamo più, di una sentenza di tribunale o di una legge, se sia buona, se sia equa, se sia giusta, se sia corretta, se contribuirà a rendere migliore la società o il mondo. Erano queste, un tempo, le domande politiche per eccellenza, anche se non era facile dare una risposta. Dobbiamo reimparare a porci queste domande. Abbiamo visto come lo spettro del terrorismo sia sufficiente a seminare lo scompiglio in democrazie stabili. I cambiamenti climatici avranno conseguenze ancora più drammatiche. Le persone saranno costrette a far ricorso alle risorse dello Stato, si rivolgeranno ai loro leader e rappresentanti politici per chiedere protezione: le società aperte torneranno a ripiegarsi su se stesse, sacrificando la libertà in nome della ‘sicurezza’. La scelta non sarà più fra Stato e mercato, ma fra due tipi di Stato. Spetta a noi, dunque, riconsiderare il ruolo del governo. Se non lo faremo noi, lo faranno altri.”
Postwar: A History of Europe Since 1945
FINALIST FOR THE PULITZER AWARD A magisterial and acclaimed history of post-war Europe, from Germany to Poland, from Western Europe to Eastern Europe, selected as one of New York Times Ten Best Books of the Year Europe in 1945 was drained. Much of the continent was devastated by war, mass slaughter, bombing and chaos. Large areas of Eastern Europe were falling under Soviet control, exchanging one despotism for another. Today, the Soviet Union is no more and the democracies of the European Union reach as far as the borders of Russia itself. Postwar tells the rich and complex story of how we got from there to here, demystifying Europe’s recent history and identity, of what the continent is and has been. ‘It is hard to imagine how a better – and more readable – history of the emergence of today’s Europe from the ashes of 1945 could ever be written…All in all, a real masterpiece’ Ian Kershaw, author of Hitler
Novecento. Il secolo degli intellettuali e della politica
Questo libro parla del ventesimo secolo che “comincia con una guerra mondiale catastrofica e finisce con il crollo della maggior parte dei sistemi di credenze dell’epoca: non può certo attendersi un trattamento affettuoso a posteriori. Dai massacri degli armeni alla Bosnia, dall’ascesa di Stalin alla caduta di Hitler, dal fronte occidentale alla Corea, il ventesimo secolo è un incessante susseguirsi di sventure umane e sofferenze collettive dalle quali siamo emersi più tristi, ma più saggi”. Questa è una storia delle idee politiche moderne in Europa e negli Stati Uniti, di parole come potere e giustizia, così come sono state intese dalla fine del diciannovesimo secolo all’inizio del ventunesimo. È una riflessione sui limiti (e sulla capacità di rinnovamento) delle idee politiche, e sulle carenze (e sugli obblighi) morali degli intellettuali. È anche il racconto del secolo che ha incrociato la vita e il percorso intellettuale di Tom Judt, un suo narratore.
Past Imperfect: French Intellectuals, 1944-1956
Tony Judt provides a sharp and intellectual ideological description of mid-twentieth century French intellectuals “Past Imperfect is a forthright and uncommonly damning study of those intellectually volatile years [1944-1956]. Mr. Judt…does more than simply describe the ideological acrobats of his subjects; he is a sharp, even a vindictive moralist who indicts these intellectuals for their inhumanity in failing to test their political thought against political reality.”-John Sturrock, New York Times Book Review
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