Questa è la pagina dedicata a William Vollmann.
In questa pagina troverai 5 prodotti, tra cui “Storie della farfalla”.
Storie dell’arcobaleno
Pubblicato nel 1989, Storie dell’arcobaleno rimane forse ancora oggi il libro più amato di William Vollmann, e l’opera che meglio ne sintetizza i temi di elezione, lo sguardo, il talento narrativo. Ambientate tra il Tenderloin di San Francisco e l’antica Babilonia, l’India e il Nuovo Mondo, le tredici storie di questa raccolta mettono in scena ogni possibile colore dell’anima e offrono una sfilata di personaggi segnati dall’eccesso e dalla marginalità, dalla crudeltà e dalla tenerezza. Che si tratti degli skinhead neonazisti con i quali Vollmann ha convissuto per mesi, raccogliendone la testimonianza e chiedendo loro l’autorizzazione a pubblicarla, o delle prostitute che popolano i quartieri più degradati di una grande metropoli, di un serial killer mosso da un’incontrollata smania di purezza o del crudele imperatore Nabucodonosor, i personaggi di questo libro leggendario occupano la scena con l’autorevolezza della verità, sorretti da una lingua immaginifica ed esatta, che non conosce pudori o censure.
Opinioni:
Torna in libreria, in una versione interamente rinnovata dalla stessa traduttrice, il secondo libro di William Vollmann, e forse il suo più amato: tredici racconti modellati sulla gamma di colori dell’arcobaleno, che spaziano tra mito e storia, nuovo e antico mondo, giornalismo e pura invenzione, e che hanno ridefinito una volta per tutte i confini della narrativa. – LaFeltrinelli
Come un’onda che sale e che scende
«La storia del mondo è la storia della violenza» Partendo da questo assunto di base, Vollmann si è posto l’obiettivo di «elaborare un sistema di calcolo morale […] che chiarisse quando è accettabile uccidere, quante persone si possono uccidere e così via» Elaborato nel corso di vent’anni, Come un’onda che sale e che scende si basa da un lato su un colossale lavoro sulle fonti (filosofia, teologia, biografie di tiranni, signori della guerra, criminali, attivisti e pacifisti), dall’altro su una serie di esperienze dirette, spesso estreme, che hanno portato l’autore nel cuore dei conflitti di fine Novecento e nelle zone più degradate delle grandi metropoli. Scorrono nelle pagine figure storiche – Platone, Montezuma, Cicerone, Robespierre, Lenin, Leonida, Hitler, san Tommaso, Gandhi, Giulio Cesare – e persone comuni che della violenza hanno fatto un metodo, di difesa o di offesa: i grandi della storia e gli individui più anonimi abbracciati con la stessa equanimità, priva di ogni morale preconfezionata ma sorretta da un’etica profonda e partecipe.
Opinioni:
Torna in una nuova edizione il capolavoro di Vollmann, trasformatosi negli anni in oggetto di culto e di ricerca per collezionisti: un saggio-mondo nel quale erudizione, indagine storica ed esperienza personale convergono creando una riflessione senza precedenti sulla natura umana e sulla sua perenne sospensione tra bene e male, sopraffazione e autodifesa, guerra e pace. – LaFeltrinelli
I poveri
«Vollmann, pur ammettendo con candore di non voler conoscere la povertà, perché “significherebbe vivere la paura e la disperazione”, riesce a parlare dei poveri in modo moralmente neutro, e quindi sorprendente» – Vanni Santoni, La Lettura «Lo scrittore di Santa Monica sembra volerci dire che soltanto così, attraverso un atto di presenza, e quindi di umanità, può raccontarci una verità plausibile sulle vite che ci mostra» – Luca Vaglio, il Foglio
A distanza di più di un secolo da How The Other Half Lives, il memorabile saggio con il quale Jacob Riis svelò per primo il mondo degli «scarti umani», marginalizzati e vittime del capitalismo, e a ottant’anni da Sia lode ora a uomini di fama, nel quale James Agee e Walker Evans realizzarono un primo, perfetto incontro tra scrittura e fotografia raccontando le vite dei fittavoli travolti dalla Grande Depressione, I poveri sposta nuovamente i confini del reportage, portandolo al massimo della sua potenza grazie a uno sguardo profondamente etico, partecipe senz’ombra di patetismi. Vollmann si è messo in viaggio con i suoi taccuini e la sua macchina fotografica, pronto a cogliere la povertà in ogni suo aspetto e sfumatura; ha incontrato, intervistato e ritratto centinaia di persone di ogni nazionalità, dando voce e spazio a quel misto di brutalità e speranza, disperazione e orgoglio, sconfitta e resilienza, che alberga nei dannati della terra e li rende, nel bene come nel male, la quintessenza di un’umanità che sarebbe troppo facile e comodo respingere.La camicia di ghiaccio
Pubblicato nel 1990, La camicia di ghiaccio è il primo dei «Sette sogni» dedicati al mito di fondazione americano: un’unica grande opera che appartiene alla zona grigia tra narrativa e storia e che ruota intorno a un solo motivo conduttore: il difficile confronto tra le popolazioni native del Nuovo Mondo e i pionieri giunti dal Vecchio. «Mi hanno sempre interessato le Metamorfosi di Ovidio,» ha dichiarato l’autore, «e da Ovidio ho mutuato l’idea che nel nostro continente si siano succedute diverse ere, ognuna delle quali meno mitica della precedente. Per ragioni poetiche e didattiche ho stabilito che questa successione di epoche andasse suddivisa in sette momenti diversi e che pertanto ci sarebbero stati sette sogni» La camicia di ghiaccio ci porta alle origini stesse del mito americano e al primo impatto dei nativi con esploratori stranieri: i vichinghi, giunti nel continente attorno all’anno Mille. Attingendo alle due grandi saghe nordiche medievali – la Saga dei Groenlandesi e quella di Erik il Rosso – dove si narra dell’accidentale scoperta di una nuova e radiosa terra e del breve quanto fallimentare tentativo di colonizzarla, e a un lavoro di documentazione e ricerca sul posto che lo ha condotto a visitare i siti vichinghi a Terranova, i resti della fattoria di Erik il Rosso in Islanda, le rovine norvegesi in Groenlandia e la vasta distesa ghiacciata dell’Isola di Baffin, Vollmann racconta il segno lasciato dagli invasori bianchi sulla leggendaria Vinland. «Voglio qui raccontare la storia di come venne consumata la rugiada e di come arrivò il gelo» scrive in tono epico, e per l’intero romanzo il ghiaccio diventa metafora di una corruzione sia morale che ambientale, presagio di conflitti razziali e oltraggi alla terra che hanno scandito l’intera storia degli Stati Uniti.
Opinioni:
La camicia di ghiaccio ci porta alle origini stesse del mito americano e al primo impatto dei nativi con esploratori stranieri: i vichinghi, giunti nel continente attorno all’anno Mille. Attingendo alle due grandi saghe nordiche medievali, Vollmann racconta il segno lasciato dagli invasori bianchi sulla leggendaria Vinland. – LaFeltrinelli
Storie della farfalla
Amici e complici di bravate, sesso e avventure, un giornalista e un fotografo americani si immergono e ci accompagnano in un lungo itinerario fra Oriente e Occidente. Nell’inferno della Cambogia, ancora segnata da un profondo retaggio di stragi e violenze, il giornalista si innamora perdutamente di Vanna, una prostituta proveniente dalla capitale. Ma anziché trovare un impossibile e forse ipocrita riscatto nell’amore, continua le sue peregrinazioni in un mondo nel quale degradazione e purezza formano un binomio inestricabile. Tra taxi-girl e turisti del sesso, tra cinismo e perdizione, «Storie della farfalla» è una fiaba crudele, che trasforma in incubo contemporaneo il sogno romantico dell’amore assoluto, dell’innocenza felice. Vollmann si spinge a individuare nella prostituzione e nello scambio economico “onesto” che la sottende la perfetta incarnazione dell’amore nell’era del capitalismo e del mercimonio; racconta il mercato del sesso e i suoi orrori senza alcun compiacimento o patetismo, e proprio per questo sa rappresentare l’Occidente e gli eccessi del postcolonialismo con una brutalità e un’autenticità che forse il solo Houellebecq di «Piattaforma» ha saputo eguagliare.
Opinioni:
Tra taxi-girl e turisti del sesso, tra cinismo e perdizione, Storie della farfalla è una fiaba crudele, che trasforma in incubo contemporaneo il sogno romantico dell’amore assoluto, dell’innocenza felice. – LaFeltrinelli
Un approccio perfetto per chi voglia accostarsi a questo autore decisamente unico – Robinson
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