Questa è la pagina dedicata a Artemisia Gentileschi.
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La passione di Artemisia
“La passione di Artemisia” narra dell’incessante lotta della prima grande pittrice celebrata e riconosciuta nella storia dell’arte: Artemisia Gentileschi, la donna che, in un mondo ostile alle donne, riuscì a imporre la sua arte e a difendere strenuamente la sua visione dell’amore e dell’esistenza. Violentata dal suo maestro, Artemisia subì, nel corso della sua vita, non soltanto l’onta di un processo pubblico nella Roma papalina, e l’umiliazione di un matrimonio riparatore con Pietro Stiattesi, artista mediocre, ma anche un duro, terribile confronto con il suo avversario più temibile: il grande pittore Orazio Gentileschi, suo padre.
Artemisia Gentileschi. Ediz. a colori
“I contemporanei l’avevano definita “miracolo in pittura”. Ma Artemisia Gentileschi non era soltanto un’eccezionale “pittora”. Era una donna moderna, una professionista e un’imprenditrice ante litteram, convinta e di carattere. Aveva lottato tutta la vita per affermarsi come un “pittore” uomo, contro i pregiudizi di sesso, allora dilaganti: “farò vedere a V.S. Ill.ma quello che sa fare una donna”, scriveva il 7 agosto 1649 al suo committente siciliano don Antonio Ruffo a proposito di una grande tela che questi voleva pagare meno. Aveva la pittura nel sangue. Nata a Roma l’8 luglio 1593, battezzata due giorni dopo nella chiesa di San Lorenzo in Lucina, era l’unica figlia femmina di Orazio Lomi Gentileschi e di Prudenzia Montone. Orazio era pittore. Come quasi tutti gli artisti dell’epoca era solito cambiare spesso casa. … In quelle case-atelier, nel cuore di Roma, passavano lavandaie, sarte, scalpellini, dentisti, modelli e committenti, un mondo promiscuo e vitale. La casa di Orazio era vivace, ma povera. In quell’ambiente avviene l’educazione artistica di Artemisia, la sola, tra i figli, portata per la pittura. A quindici anni aiutava il padre, macinava i colori e preparava le tele…” (dal saggio di Maurizia Tazartes)
Artemisia
Artemisia Gentileschi
Un dossier dedicato ad Artemisia Gentileschi. Nel sommario “La fortuna di Artemisia”, “Un talento precoce”, “Firenze, Genova e Venezia”, “Roma: 16221630”, “Tra Napoli e l’Inghilterra”. Come tutte le monografie della collana “Dossier d’art”, una pubblicazione agile, ricca di belle riproduzioni a colori, completa di un utilissimo quadro cronologico e di una ricca bibliografia.
Artemisia Gentileschi e il suo tempo. Ediz. a colori: 1
Attraverso un arco temporale che va dal 1593 al 1653, questo volume svela gli aspetti più autentici di Artemisia Gentileschi, pittrice di raro talento e straordinaria personalità artistica. Trenta opere autografe – tra cui magnifici capolavori come l’Autoritratto come suonatrice di liuto del Wadsworth Atheneum di Hartford, la Giuditta decapita Oloferne del Museo di Capodimonte e l’Ester e Assuero del Metropolitan Museum di New York – offrono un’indagine sulla sua carriera e sulla sua progressiva ascesa che la vide affermarsi a Firenze (dal 1613 al 1620), Roma (dal 1620 al 1626), Venezia (dalla fine del 1626 al 1630) e, infine, a Napoli, dove visse fino alla morte. Per capire il ruolo di Artemisia Gentileschi nel panorama del Seicento, le sue opere sono messe a confronto con quelle di altri grandi protagonisti della sua epoca, come Cristofano Allori, Simon Vouet, Giovanni Baglione, Antiveduto Gramatica e Jusepe de Ribera. Pubblicata in occasione della straordinaria mostra romana, questa monografia presenta i contributi di Francesca Baldassari, Jesse Locker, Judith Mann, Anna Orlando, Nicola Spinosa, Cristina Terzaghi. Seguono le schede delle opere, suddivise in cinque sezioni cronologiche: Artemisia a Roma 1593-1613; Artemisia a Firenze 1613-1620; Artemisia a Roma 1620-1626; Artemisia 1630-1653; Orazio e Artemisia a Londra. Chiudono il volume il saggio di Maria Beatrice De Ruggieri dedicato alla tecnica pittorica di Artemisia Gentileschi, le esposizioni e la bibliografia delle schede (a cura di Virginia Comoletti).
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