Questa è la pagina dedicata a Caienna.
In questa pagina troverai 5 prodotti, tra cui “Un grosso sbaglio. L’idea occidentale di natura umana”.
La città di Caienna si trova in Guyana francese ed è la sua capitale di stato.
Caïenne : L’indien qui voulait unir les tribus (French Edition)
Un grosso sbaglio. L’idea occidentale di natura umana
Homo homini lupus. Molto prima di Hobbes e fino ai nostri giorni, fra miti, religioni, filosofia e scienza, la civiltà occidentale è stata ossessionata dallo spettro di una natura umana così avida e litigiosa, cosi “bestialmente” egoista, che deve essere tenuta a bada da un pugno di ferro istituzionale da cui traggono la loro giustificazione gerarchie e diseguaglianze sociali. Questa visione presuppone una contrapposizione fondante tra natura e cultura che antropologia e paleontologia invece contraddicono. La natura dell’Homo sapiens è la sua cultura, anzi le sue culture. E la stessa idea che siamo schiavi delle nostre inclinazioni animali non è altro che una creazione socio-storica, cioè culturale. Un’idea non proprio felice, visti i risultati.
Costruttori di Babele
Un ferroviere ligure che da cinquant’anni costruisce uno smisurato presepe fatto con materiali di recupero. Un muratore messinese che trasforma la sua baracca in una casa dei sogni. Un contadino sardo che modella una donna di quindici metri fatta di colla e reti da pollaio… Sono questi i «costruttori di Babele»: artisti irregolari che hanno realizzato – fuori o ai confini dell’ufficialità e del mercato dell’arte – un proprio universo immaginario. Questa originale ricerca sui luoghi «al margine» delinea così una geografia anarchica animata da misconosciuti autodidatti che hanno consacrato decenni della loro vita a un’opera totale. Storie affascinanti e inconsuete di «immaginazione abusiva» affidate a differenti ricercatori che si misurano sul racconto delle loro imprese, sul paesaggio in cui nascono, sul destino di quei fragili universi.
Mangia con amore: Semplici regole e piccoli suggerimenti per una dieta facile (Oscar varia Vol. 1986)
L’oppio del popolo
“Quanti sono gli italiani che vivono di «cultura»? Sono – anzi siamo – milioni, ben piazzati nelle scuole di ogni ordine e grado, nei giornali, nell’editoria, nello spettacolo, nella televisione, nelle radio, nei blog, nei musei, nei festival, negli assessorati alla cultura, nel turismo, nella pubblicità… Siamo la più grande «fabbrica» del paese, pur se privi di qualsivoglia identità collettiva. Un gran giro di soldi, un gran giro di chiacchiere. Ma al di là del peso economico, non sarà che il sistema di cui facciamo parte – di cui siamo complici – si serve di questo eccesso di cultura anche per distrarci dal concreto agire collettivo, intontendoci di parole, immagini, suoni? Non è certo di questa cultura spettacolarizzata e manipolata che abbiamo bisogno, ma di una cultura critica che sappia guardare al mondo con lucidità e, soprattutto, con l’aspirazione a farsi corpo, azione. Una cultura, o meglio una pluralità di culture, che sappia disintossicarsi dai ricatti e dalle lusinghe del Potere per capire e, di conseguenza, per fare”.
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