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La porta del sapere. Cultura alla corte di Federico II di Svevia
Federico II di Svevia (1194-1250) fu l’ultimo a dare un senso universale al titolo di imperatore. Per circa un trentennio fu il signore più potente d’Europa, rivelando in ogni gesto piena consapevolezza del proprio ruolo: consapevolezza che acquisì in maniera graduale e sempre più netta mentre divampava il fuoco del violentissimo scontro con il papato. È qui la radice primigenia che lo portò a farsi fautore di uno straordinario rinnovamento ideologico, del quale furono artefici i letterati e i funzionari che lo circondarono. La sua corte divenne così polo attrattivo di tradizioni culturali multiformi e centro propulsore di innovazioni letterarie e scientifiche destinate a esercitare decisiva influenza per i secoli a venire. Nel libro si indagano compiutamente i caratteri e l’elaborazione di una dirompente concezione culturale. Per la prima volta nella storia, la conoscenza derivata dallo studio approfondito fu rappresentata come una scalinata che conduce al sapere, unica porta di accesso alla nobiltà: sia quella spirituale delle virtù sia quella più concreta delle professioni funzionali all’amministrazione dello Stato.
Il mitico Federico II di Svevia
Il leone di Svevia. Federico II, l’imperatore che sfidò la Chiesa
Dicembre 1250. Durante una battuta di caccia, Federico di Svevia viene colto da un forte malore e portato nella residenza di Castel Fiorentino. A tutti diviene presto chiaro che le condizioni dell’imperatore non sono destinate a migliorare e che il suo tempo su questa terra sta arrivando al termine. Federico convoca quindi al proprio capezzale il fidato Ahmed Addid, capo della guardia saracena e amico d’infanzia per impartirgli un ultimo ordine: vuole ascoltare il racconto della propria vita e comprendere come il mondo lo ricorderà attraverso l’unica voce che non gli mentirebbe mai. Ahmed ricostruisce così un sincero ritratto del suo signore, lontano dall’immagine che ne hanno i suoi sudditi: la storia di un bambino che cresce tra paure e dubbi, menzogne e rifiuti, fino a diventare prima re e poi imperatore. Una vita all’insegna della forza d’animo e dell’ambizione, tanto grandi da mettere in ginocchio anche la più grande potenza dell’occidente: la Chiesa. Per alcuni era lo “stupor mundi”. Per altri era l’Anticristo.
Opinioni:
Per alcuni era lo “stupor mundi”. Per altri era l’Anticristo. La vita segreta del sovrano che sfidò la Chiesa. – LaFeltrinelli
Federico II di Svevia
In questo racconto biografico Eberhard Horst analizza l’eccezionale, controversa e discussa personalità di Federico II di Hohenstaufen aggiornandola ai valori più attuali. Rinuncia così a voler vedere nel re di Sicilia un Cavour medievale, già maturo per la concezione dell’unità d’Italia. Certamente mentre combatteva le sue battaglie politiche, contro il Papa o contro le città del nord Italia, Federico attuò l’opera di uno statista che è rimasta il suo monumento più originale. Con sicuro realismo fondò scuole, dette legislazioni, risolse problemi ecologici e chiamò alla sua corte filosofi, eruditi, giuristi, scienziati: quanto di meglio la cultura avesse da offrire, anticipando il Rinascimento.
Federico II di Svevia. Regnante illuminato
“Gli autori dei saggi qui raccolti hanno messo in luce la vasta e complessa attività del sovrano svevo che, a buon diritto, è considerato il primo grande regnante moderno. Egli, infatti, ha dato vita a uno Stato laico, tutto incentrato sulla persona del sovrano e nel quale, almeno da un punto di vista formale, i sudditi erano tutti uguali, in quanto soggetti all’imperio della legge. Nessuna gerarchia piramidale, quindi, di stampo feudale, nell’organizzazione sociale dei suoi domini. Tutto ciò, senza dire delle diverse iniziative legislative e culturali portate avanti con lucida determinazione da questo sovrano illuminato, al quale si devono anche le Costituzioni di Melfi, l’istituzione di alcune università a partire da quella di Napoli, la creazione di un grande sodalizio culturale che ha dato vita, con la Scuola poetica siciliana, all’inizio della storia letteraria italiana. Federico II, inoltre, ha saputo intessere e intrattenere rapporti con i Paesi del Mediterraneo, anche perché, da esperto conoscitore delle lingue e delle culture di quest’importantissima area, si è speso molto per diffonderne principi e valori che ancora oggi connotano la civiltà europea.” (Dalla prefazione di Luigi Morrone)
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