Questa è la pagina dedicata a Las Vegas.
In questa pagina troverai 6 prodotti, tra cui “I love shopping a Las Vegas”.
Per decenni Las Vegas fu stazione di sosta per le carovane di pionieri dirette in California e, nei primi anni del Novecento, un importante snodo ferroviario, attraverso cui le miniere dei dintorni inviavano i loro prodotti al resto del paese; con l’espandersi delle ferrovie Las Vegas perse importanza ma la costruzione della Diga Hoover, completata nel 1936, segnò una grande e definitiva rinascita: al denaro pubblico, servito per innalzare la diga, si aggiunse quello dei turisti richiamati dall’imponente costruzione e dal Lago Mead che essa aveva formato.
La legalizzazione del gioco d’azzardo, il 19 marzo 1931, portò all’avvento degli hotel e dei casinò per i quali Las Vegas è famosa in tutto il mondo.
Se oggi potete trovare facilmente bonus senza deposito per il gioco online, una buona dose di merito è anche del successo che nel 1946 ebbe il Flamingo Hotel, famosissimo primo hotel-casinò che diede il via alla nascita della leggenda cittadina.
Al denaro portato da turisti e giocatori, si aggiunse anche quello dei militari, addetti alla vicina base aerea di Nellis. Le necessità abitative di militari e lavoratori nei casinò diedero quindi il via a una forte espansione edilizia, che dura tutt’oggi.
Paura e disgusto a Las Vegas
Pubblicato nel 1971 sulla mitica rivista musicale «Rolling Stones», Paura e disgusto a Las Vegas è il libro cult di un’intera generazione. Racconta di un viaggio compiuto nel 1971 da un giornalista sportivo accompagnato dal suo avvocato, a bordo di una vistosa Chevrolet rossa decappottabile. La meta è Las Vegas, la capitale del gioco d’azzardo e del più sfavillante e perverso conformismo americano, dove si tiene la Mint 400, una famosa e sgangherata corsa di moto e Dune-Buggy. Lo scopo dichiarato è quello di “scovare il Sogno Americano”. Fin dall’inizio il viaggio si rivela allucinante, irriverente, esilarante e disperato. I due eroi, sotto l’effetto di un miscuglio di droghe che non teme confronti, assistono a una trasformazione totale della realtà, che assume le più imprevedibili sfaccettature: da quelle psichedeliche, colorate, fantastiche del sogno, a quelle grottesche e tragiche dell’incubo e della disperazione. Romanzo di grande potenza narrativa, scritto con uno stile lucido e incalzante, sorretto da dialoghi strepitosi, disegna un magistrale quadro dell’America di quegli anni, l’America degli sconfitti, persi in un baratro che le droghe e i miti andati in frantumi non hanno potuto colmare. Il romanzo è accompagnato da una gustosa Piccola Enciclopedia Psichedelica, tra i cui autori spiccano nomi prestigiosi e inattesi come Alessandro Baricco, Gino Castaldo, Enrico Ghezzi, Fernanda Pivano e molti altri.
Opinioni:
Da questo romanzo Terry Gilliam ha tratto nel 1998 il film Paura e delirio a Las Vegas con Johnny Depp. – LaFeltrinelli
I libri di Hunter Thompson sono l’equivalente letterario del cubismo: tutte le regole sono infrante – Kurt Vonnegut
Via da Las Vegas
Uscito originariamente nel 1990 per una piccola casa editrice americana, “Via da Las Vegas” si è trasformato da romanzo underground in vero e proprio caso letterario in seguito all’adattamento cinematografico di Mike Figgis, che nel 1996 valse a Nicolas Cage il premio Oscar come miglior attore. Nella sua struggente interpretazione, Cage dava vita a Ben, il protagonista maschile del romanzo: un alcolista di Los Angeles che, tagliati i ponti con la famiglia, gli amici e il lavoro, finisce con intenti puramente autodistruttivi sui viali di Las Vegas. Una chance di redenzione sembra arrivargli quando conosce Sera, una prostituta, con cui intreccia istantaneamente un rapporto fatto di autentica condivisione e tenerezza: ma la vita non gli concederà nessun lieto fine. Paragonato a Hubert Selby Jr. e Charles Bukowski, O’Brien rappresenta il lato oscuro dell’America, la vuota disperazione delle vite medioborghesi e la violenza di quelle di strada: un mondo cupo e straziato, illuminato solo dalla potenza emotiva della sua scrittura.
I love shopping a Las Vegas
Becky Bloomwood, da poco trasferitasi a Los Angeles con Luke e la piccola Minnie, viene raggiunta negli Stati Uniti dall’amica del cuore Suze e da suo marito Tarquin, nonché dai genitori e dalla loro vicina di casa Janice. Quando all’improvviso suo padre scompare nel nulla insieme a Tarquin, Becky decide di intraprendere con gli altri un viaggio avventuroso sulle loro tracce a bordo di un camper che li porterà fino a Las Vegas. Ma dove sono finiti suo padre e Tarquin? Perché se ne sono andati in fretta e furia senza dare spiegazioni a nessuno? L’atmosfera sul camper è molto tesa perché Suze, che sembra essere sempre più legata ad Alicia, la famigerata “Stronza dalle Gambe Lunghe”, le ha chiesto di unirsi al gruppo e la madre di Becky, comprensibilmente scossa per l’assenza ingiustificata del marito, decide di coinvolgere anche la temibile consuocera Elinor… Guai in vista! Sullo sfondo di luoghi desertici e paesaggi mozzafiato ha così inizio una vera e propria “missione di soccorso” capitanata dalla nostra indomita protagonista, che si troverà di fronte a non pochi ostacoli ma inventerà mille strampalati stratagemmi per ritrovare suo padre e Tarquin e scoprire cosa si nasconde dietro il loro viaggio misterioso. Con “I love shopping a Las Vegas” Sophie Kinsella scrive un nuovo capitolo della vita di Becky, che si cimenta in un esilarante viaggio on the road nel selvaggio West americano, regalandoci momenti di pura spensieratezza.
Las Vegas. Con carta estraibile
Tutti i luoghi da vedere e i consigli degli esperti per rendere il vostro viaggio indimenticabile. Scoprite gli angoli della città più amati dagli abitanti. Itinerari a piedi, cibo, arte, shopping, panorami, vita notturna e altro. E in più: cartine di ogni zona, itinerari a piedi, giorno per giorno, suggerimenti indipendenti al 100%.
Imparare da Las Vegas. Il simbolismo dimenticato della forma architettonica
Quando questo libro venne pubblicato nel 1972 scatenò immediatamente un vero e proprio putiferio: che cosa mai si può imparare da Las Vegas, la valvola di sfogo organica al puritanesimo americano nonché il territorio legalizzato gestito per anni dalle peggiori mafie del paese? Forse a giocare d’azzardo, frequentare prostitute e gigolò, a bere, mangiare e fumare smodatamente magari ascoltando canzonette come Viva Las Vegas di Elvis Presley? Venturi, Scott Brown e Izenour decisero semplicemente di studiare da vicino una città che era cresciuta a una velocità mai vista prima nel bel mezzo del deserto del Mojave come una “città-miraggio”. I cartelloni pubblicitari illuminati dal neon e la sua bassissima densità urbana lasciavano immaginare che Las Vegas fosse il primo esemplare di città virtuale – specie di notte – tanto che Tom Wolfe, in uno dei suoi primi reportage, scrisse che “le insegne sono diventate l’architettura di Las Vegas” anticipando di fatto la teoria progettuale del “decorated shed” qui avanzata dalla coppia di Filadelfia. In realtà in pochi decenni la capitale del vizio, nota anche come Sin City, si trasformerà in una città molto più tradizionale circondata da campi da golf, ma questo studio resta paradigmatico perché gli autori hanno avuto il coraggio di guardare negli occhi il drago del capitalismo trionfante a scala urbana, gettando luce su alcune delle forze che sono alla base delle trasformazioni più dirompenti anche delle vecchie città europee, dallo sprawl al junkspace, dimostrando peraltro che la creatività può esprimersi anche solo osservando attentamente ciò che ci circonda: l’uso di massa dell’automobile, della cartellonistica pubblicitaria a neon, l’uso commerciale di nuove tipologie architettoniche come il fast food, il drive-in, lo shopping mail ecc. Giancarlo De Carlo, con un intuito fuori dal comune, ha scritto poco prima della pubblicazione di questo libro che la scoperta di Las Vegas e la sua interpretazione in chiave pop sono due fatti che hanno «allargato lo spettro della comunicazione umana perché hanno introdotto nell’uso comune alcune forme di espressione che sino ad allora erano state considerate irrilevanti o addirittura esecrabili. […] La scoperta della trivialità, d’altra parte, rappresenta soprattutto un’ultima scrollata dissacrante al vecchio principio secondo il quale l’Arte è rappresentazione del Bello»
Opinioni:
«Imparare dal paesaggio circostante è, per un architetto, un modo di essere rivoluzionario… L’archetipica Los Angeles sarà quindi la nostra Roma, e Las Vegas la nostra Firenze» – LaFeltrinelli
Non simbolo del Kitsch, ma esempio per architetti e urbanisti: il libro che 40 anni fa fece discutere l’America – La Stampa
Venturi e Scott Brown conducono un’analisi rigorosa ed esemplare – The Booklist
La riflessione venturiana si misura con i simboli e le metafore dell’«ordinario – il Manifesto
Zeropoli. Las Vegas, città del nulla
In realtà Las Vegas non è altro che il nostro stesso orizzonte urbano: tutto ciò che è stato costruito nel cuore del deserto a sud del Nevada, la superpotenza dell'”entertainment” come senso dell’esistenza, l’organizzazione della città in funzione dei negozi e dei luoghi di divertimento, l’animazione permanente che regna giorno e notte per le strade, le architetture a tema che coniugano seduzione commerciale e immaginario infantile, la dipendenza beata dei cittadini dall’oppio spettacolare e mediatico, tutto questo è qualcosa che conosciamo già. Offerta rituale al dio Divertimento e cimitero di insegne, trasfigurazione del banale e infinita variazione sul tema, sublimazione del grottesco al di là del bello e del brutto, sogno americano.
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