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I Borgia: La salita al trono, i complotti e i tradimenti, gli assassinii, gli avvelenamenti, le abitudini deviate, i personaggi e il clima storico di un regno durato undici anni.
La leggenda nera. I Borgia
Il testo, come un romanzo, ma scientificamente fondato, solleva il velo di mistero e di leggenda che nel corso del tempo si è posato sui Borgia e in particolare su Lucrezia. Un affresco del periodo compreso tra il 1455 e il 1520 epoca di eccezionale fermento artistico, culturale, scientifico, di importanti scoperte geografiche in cui il papato punta a rendere unitario il proprio stato e l’Italia viene sottoposta a periodiche invasioni straniere. É l’epoca di papa Callisto III e Alessandro VI Borgia, figure discusse e controverse. Indagando negli Archivi segreti Vaticani Mario Dal Bello svela le trame di un’epoca.
Lucrezia Borgia. La perfida innocente
Nella storia del Rinascimento italiano campeggia un’immagine femminile circondata da un alone sulfureo: quella di Lucrezia Borgia. Amata, in vita, da artisti e poeti per la sua bellezza e per il suo spirito, rispettata dai sudditi per le sue doti di amministratrice e diplomatica, è stata poi fatta oggetto di accuse infamanti e descritta come avvelenatrice e libertina, sospettata di incesto con il padre e con il fratello. Sullo sfondo del Rinascimento e della Roma dei Borgia, con i suoi splendori e i suoi intrighi, l’autrice delinea la personalità di Lucrezia: una giovane donna piena di vita che dovette a proprie spese imparare come il suo destino fosse nelle mani degli altri, vivendo spesso al centro di un mondo di cui fu più vittima che protagonista.
Le due vite di Lucrezia Borgia. La cattiva ragazza che andò in paradiso
Lia Celi e Andrea Santangelo sperimentano sulla dark lady dei Borgia l’acume storico e la verve con cui hanno raccontato Caterina de’ Medici e Giacomo Casanova. Fra citazioni pop e impeccabili fonti storiografiche, fra gossip d’epoca e ricostruzioni alla csi.
“Le due vite di Lucrezia Borgia” traccia la straordinaria parabola di una donna irregolare fin dalla nascita, bella e contesa come l’Italia del suo tempo, opportunista e ingegnosa, santa e femme fatale. E i veleni? Ci sono, ci sono. D’altra parte già all’epoca si diceva: «Sai qual è l’unica frase che non sentirai mai dire a Roma? “Ieri sera sono stato a cena dai Borgia”» Il 19 giugno 1503 il giovane letterato e futuro padre nobile della lingua italiana Pietro Bembo manda all’amata segreta, moglie di Alfonso d’Este, una sfera di cristallo, perché lei possa sognare il suo viso e placare la nostalgia. Tre secoli dopo, George Gordon Byron scartabellando nell’epistolario del Bembo trova, tra questa e altre lettere appassionate, la sacra reliquia di una ciocca bionda di quella donna; ne trafuga emozionato un solo capello per l’amico poeta Leigh Hunt, che dirà «Invidiateci, perché noi abbiamo potuto toccare la chioma della divina Lucrezia» Ma chi era davvero Lucrezia Borgia, che suscitava nei poeti un’ammirazione secolare? Oggi è difficile riconoscerla in questi tratti angelicati, com’è difficile dar retta alle cronache coeve, dove era moglie e madre provetta, protettrice dei poveri e luminosa ispiratrice di letterati e artisti. A che altezza della Storia questo ritratto di virtù si è corrotto nella mantide venefica e lussuriosa che conosciamo, degna compare del fratello Cesare, il famigerato Valentino? Una cosa è certa: per diventare un mito immortale, per fornire spunti ad Ariosto e Dumas, a Hugo e Dario Fo, per inchiodare il pubblico alla poltrona tanto in un melodramma di Donizetti quanto in una teoria infinita di film e serie tv, non basta avere i capelli più celebrati del Rinascimento, ci vogliono il carisma di una diva e la tempra di un condottiero.Se volessi saperne di più, dai un’occhiata al nostro canale Youtube!
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